L’estate è ormai arrivata e insieme a lei anche i primi avvistamenti di meduse uovo fritto. In questi giorni, le coste italiane hanno visto un notevole aumento di meduse, in particolare quelle appartenenti alla specie Cotylorhiza tuberculata, conosciuta anche con il nome di Medusa Cassiopea o medusa uovo fritto per via della sua forma che ricorda un uovo all’occhio di bue.

Cos’è la “medusa uovo fritto”

Specie autoctona del Mediterraneo, la medusa uovo fritto si concentra nelle zone costiere dove la temperatura dell’acqua è generalmente più alta, cibandosi principalmente di plancton e piccoli organismi.

Proprio grazie al suo aspetto peculiare, riconoscerla è abbastanza semplice. Presenta una piccola protuberanza di colore arancio e un corpo giallastro, proprio come un uovo fritto. 

Quali sono i rischi?

Ultimamente, alcuni bagnanti l’hanno notata lungo le coste della Sardegna, della Sicilia, della Puglia e delle Marche generando non poca preoccupazione. In realtà, la Medusa Cassiopea è una specie innocua per gli esseri umani: sebbene possa portare ad una forma di dermatite abbastante urticante, la sua puntura non causa problemi di salute significativi. 

Il riscaldamento globale e la proliferazione delle meduse

Trattenete il respiro di sollievo perché, purtroppo, il notevole incremento di questa specie nel Mediterraneo rappresenta un campanello di allarme per lo stato di salute dei mari.

Il riscaldamento delle temperature registrate quest’anno a causa dei cambiamenti climatici, ha conseguentemente portato alla scomparsa dei principali predatori delle meduse – tartarughe e vari tipi di pesce – consentendogli così di proliferare senza problemi.

Un indicatore per la biodiversità

Ma non finisce qui. La Medusa Cassiopea oltre ad essere una specie innocua, ha un ruolo cruciale per la biodiversità marina. Cibandosi di zooplancton, contribuisce al controllo delle popolazioni di questi minuscoli organismi. Ma, in particolare, grazie alla sua simbiosi con le microalghe fotosintetiche, anche chiamate zooxantelle, contribuisce alla diffusione di nutrienti essenziali per le altre specie acquatiche: le alghe che vivono all’interno dei tessuti della medusa le consentono di trarre parte del suo nutrimento dalla luce solare, che contemporaneamente viene rilasciato anche nell’ambiente circostante.

La presenza e la salute delle popolazioni di Cotylorhiza tuberculata, quindi, possono essere considerate come un indicatore della biodiversità e della stabilità degli ecosistemi marini, in quanto la loro esistenza è legata ad una rete complessa di interazioni che contribuiscono al sostentamento e alla funzionalità degli habitat marini.

Una lettura interessante che vi consigliamo, per poter approfondire il mondo delle meduse e comprendere la loro importanza negli habitat marini, è il libro di Paola Vitale, edito da Camelozampa. Il titolo è Il giardino delle meduse, un testo ricco di illustrazioni e preziosi dettagli che spiega le meduse attraverso un approccio coinvolgente e accattivante, adatto anche ai più piccoli.

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