La parola dell’anno 2024: per l’enciclopedia Treccani è “rispetto”
È stata scelta per la sua estrema attualità e rilevanza sociale. Ma non è l’unica: da demure a polarizzazione, scopriamo quali sono le parole del 2024.
È stata scelta per la sua estrema attualità e rilevanza sociale. Ma non è l’unica: da demure a polarizzazione, scopriamo quali sono le parole del 2024.
Natale è ormai alle porte. E come ogni fine anno, dicembre è il mese dei bilanci e delle riflessioni. Per il 2024, la Treccani ha scelto rispetto come parola dell’anno.
Nata in Germania nel 1971, la Wort des Jahres negli anni è diventata un appuntamento imperdibile. Nel 1990, grazie all’American Dialect Society, Allan Metcalf, professore d’inglese, ha avuto l’idea di scegliere una parola prendendo spunto dall’iniziativa della rivista TIME che annualmente elegge la Persona dell’Anno. Così, il 19 dicembre 1990 a Chicago, venne proclamata la prima parola: bushlips, un termine ironico sulla retorica politica del tempo. Da allora, è diventata una tradizione che ripresa in tutto il mondo.
Quest’anno, nell’ambito della campagna #leparolevalgono, volta a promuovere un uso corretto e consapevole della lingua, l’Istituto dell’Enciclopedia Italiana ha scelto rispetto come parola simbolo del 2024. Come spiegato da Valeria Della Valle e Giuseppe Patota, condirettori del Vocabolario Treccani:
“Questa parola dovrebbe essere posta al centro di ogni progetto pedagogico, fin dalla prima infanzia, e poi diffondersi nelle relazioni tra le persone, in famiglia e nel lavoro, nel rapporto con le istituzioni civili e religiose, con la politica e con le opinioni altrui, nelle relazioni internazionali. Il termine rispetto, continuazione del latino respectus, va oggi rivalutato e usato in tutte le sue sfumature, proprio perché la mancanza di rispetto è alla base della violenza esercitata quotidianamente nei confronti delle donne, delle minoranze, delle istituzioni, della natura e del mondo animale.”
Si tratta di un termine che assume ancora più rilevanza considerando il periodo storico in cui viviamo, dove le violenze e le guerre sono all’ordine del giorno. Per questo, Valle e Patota rimarcano anche che:
“È molto significativo che le espressioni della lingua italiana che contengono questa voce siano numerosissime: da avere rispetto per qualcuna, qualcuno o qualcosa a mancare di rispetto, da di tutto rispetto a col rispetto dovuto, via via fino alla formula “con tutto il rispetto”, purtroppo usata spesso impropriamente nella polemica politica come premessa di attacchi verbali aggressivi, offensivi e violenti, o all’espressione uomini di rispetto, tristemente nota per aver indicato gli affiliati alla mafia“.
Creator, delulu, demure, POV e slayare sono sono alcune delle parole che nel 2024 hanno fatto il loro ingresso nel mondo dei social. Inventate dalla GenZ, che sui social passa la maggior parte delle loro giornate, questi termini sono diventati parte della lingua italiana, diventando un vero e proprio simbolo di stile di vita. Quelli che vi ho elencato prima, per esempio, quest’anno sono entrati ufficialmente nell’enciclopedia Treccani.
Le nuove tecnologie di comunicazione ci chiamano a interpretare i fenomeni linguistici in tempo reale e in contesti sociali e culturali completamente nuovi, spiega Massimo Bray, Direttore Generale Treccani:
“TikTok, in questo senso, è un osservatorio privilegiato. È una piattaforma che valorizza molto la creatività delle persone, dando vita a forme di espressione e modalità di elaborazione e trasmissione dei contenuti che, spesso, rispecchiano cambiamenti sociali rilevanti, come l’esigenza di immediatezza e di interattività. Grazie al nostro account su TikTok abbiamo potuto osservare questi fenomeni in modo diretto, allargando ulteriormente il campo della ricerca linguistica Treccani e continuando a compiere la nostra missione di custodi e interpreti della lingua italiana.”
E all’estero? Anche in questo caso, i dizionari più famosi (dal Merriam-Webster all’Oxford Dictonary) hanno incluso nella loro raccolta nuove espressioni che riflettano i cambiamenti culturali e sociali caratteristici dell’epoca in cui viviamo. Per il 2024, Oxford ha scelto “brain rot” (“cervello marcio”), un termine che mette in luce il presunto deterioramento dello stato mentale o intellettuale di una persona, specificatamente come risultato di un consumo eccessivo di materiale, in particolare contenuti online, considerato superficiale o poco stimolante. Il termine è stato scelto da 37 mila persone che lo hanno selezionato tra altre 6 parole che secondo gli esperti linguisti hanno contribuito a plasmare l’anno appena trascorso.
Parlando del processo di selezione di quest’anno e del vincitore del 2024, Casper Grathwohl, presidente di Oxford Languages, ha affermato:
“È stato illuminante e profondamente commovente vedere gli amanti delle lingue di tutto il mondo partecipare e aiutarci a selezionare la parola di Oxford dell’anno 2024. Guardando indietro all’Oxford Word of the Year degli ultimi due decenni, si può vedere la crescente preoccupazione della società per come le nostre vite virtuali si stanno evolvendo, il modo in cui la cultura di Internet sta permeando così tanto di ciò che siamo e di ciò di cui parliamo. La parola vincitrice dell’anno scorso, “rizz”, è stato un esempio interessante di come il linguaggio sia sempre più formato, modellato e condiviso all’interno delle comunità online. “Brain rot” parla di uno dei pericoli percepiti della vita virtuale e di come stiamo usando il nostro tempo libero. Sembra un legittimo capitolo successivo nel dibattito culturale su umanità e tecnologia. Non sorprende che così tanti elettori abbiano abbracciato il termine, sostenendolo come nostra scelta quest’anno.”
Merriam-Webster invece ha scelto la parola “polarizzazione”, usata ampiamente in occasione delle elezioni americane che hanno diviso il Paese in due fazioni antagoniste. Dal latino polaris, che descrive i poli della Terra e la Stella Polare, polarizzazione e il verbo polarizzare risalgono agli inizi del 1800, quando vennero usati per la prima volta per descrivere le onde luminose. Il significato fisico di polarizzare, “far vibrare in uno schema definito”, ha portato poi al significato politico e culturale che contribuisce a definire il mondo di oggi.
In Spagna, invece, la Real Academia Española e l’Agenzia di stampa EFE hanno scelto la parola “Dana”, il nome dell’alluvione che ha distrutto Valencia lo scorso novembre, come parola dell’anno 2024.