La persistenza dell’omotransfobia nel mondo
Il 17 maggio è la giornata mondiale contro l'omotransfobia. Il rapporto 2024 di ILGA e una petizione contro le terapie riparative.
Il 17 maggio è la giornata mondiale contro l'omotransfobia. Il rapporto 2024 di ILGA e una petizione contro le terapie riparative.
La Giornata Mondiale contro l’Omotransfobia si celebra il 17 maggio per sensibilizzare l’opinione pubblica sui diritti delle persone LGBTIQ+ e per combattere l’omofobia e la transfobia. Quest’anno, il tema Nessuno lasciato indietro: uguaglianza, libertà e giustizia per tutte e tutti richiama l’attenzione sull’urgenza di promuovere l’inclusione e il rispetto.
Ogni anno ILGA, l’associazione internazionale delle persone gay, lesbiche, bisessuali, trans e intersessuali, pubblica il tanto atteso rapporto, l’Annual Review, che, abbinato alle famose mappe, descrive lo stato dell’arte dell’odio nei confronti delle persone LGBT+.
Aumenta la percezione delle diseguaglianze sociali e economiche. Si evidenzia come i servizi principali non siano assicurati, inclusivi o adattati anche ai bisogni specifici delle persone LGBT+ che sono spesso svantaggiate in modo particolare in tempi di crisi. Si segnalano difficoltà per le persone trans e non binarie in Bielorussia, Bulgaria, Danimarca e Grecia, e una mancanza di consapevolezza e volontà politica per affrontare le disuguaglianze socio-economiche che colpiscono la comunità LGBT+.
Asilo. Le politiche per i richiedenti asilo stanno diventando sempre più restrittive. In Islanda, ad esempio, sono stati revocati i servizi essenziali ai richiedenti asilo. Nei Paesi Bassi, molti richiedenti asilo LGBTI si sentono insicuri e sono costretti a nascondere la propria identità. In Belgio, la crisi dell’accoglienza continua a colpire negativamente gli uomini LGBT. Nel Regno Unito, la nuova legge sull’Immigrazione Illegale prevede il trasferimento dei richiedenti asilo in Ruanda, un paese non sicuro per le persone LGBT+.
Linguaggio orientato dal pregiudizio. Si è registrato un aumento di discorsi anti-LGBT+ da parte di rappresentanti istituzionali in tutte le regioni osservate, spesso strumentalizzando la figura dei bambini e invocando falsamente preoccupazioni per la loro sicurezza. Il linguaggio transfobico è in aumento in diversi paesi, e si è intensificato in concomitanza di discussioni parlamentari e eventi LGBT+.
Violenza generata dal pregiudizio. Solo sei dei 54 paesi analizzati non hanno segnalato crimini d’odio nel 2023. Negli altri paesi, la violenza verbale e fisica ha colpito principalmente le persone trans. Gli eventi Pride sono stati bersagliati da attacchi in 16 paesi. Si sono registrati aumenti di violenza motivata da pregiudizi in diversi paesi europei.
Integrità fisica. Si è generato un forte movimento per supportare il divieto delle cosiddette terapie riparative; in Belgio, Cipro, Cipro, Islanda, Portogallo e Spagna sono state adottate legislazioni specifiche. Tuttavia, vi è una stallo nella diffusioni dei divieti di mutilazioni genitali per le persone intersex.
Asia Centrale La situazione in Asia Centrale è permeata dalla mancanza di protezione per le persone LGBT+ nella regione. In Kirghizistan, ad esempio, sono state introdotte leggi che mirano a limitare i diritti e le libertà delle persone LGBTI e degli attivisti.
Educazione. Le tattiche intimidatorie per impedire l’educazione sessuale sono in aumento, con l’estrema destra e altri attori che strumentalizzano i bambini in argomentazioni anti-LGBTI, creando divisioni tra giovani e genitori. Molti i tentativi di limitare l’educazione sessuale in Lituania, Polonia e Slovacchia, mentre l’educazione è diventata un punto focale per la mobilitazione anti-LGBTI in paesi come Bielorussia, Ungheria, Lituania, Svezia, Turchia e Regno Unito. Tuttavia, si sono registrati progressi nell’inclusione dell’orientamento sessuale e dell’identità di genere nei programmi scolastici a Cipro, Danimarca, Germania, Grecia, Irlanda, Malta, Portogallo, Romania e Regno Unito.
Uguaglianza e non discriminazione. Si è assistito a un costante progresso nell’impegno istituzionale verso l’uguaglianza LGBTI+ e tentativi concreti per colmare le lacune legislative attraverso piani d’azione e politiche LGBT+ in Danimarca, Francia, Germania, Islanda, Malta, Montenegro, Paesi Bassi, Norvegia, Slovenia, Spagna, Ucraina, e in Scozia e Galles nel Regno Unito. In Russia, la situazione per le persone LGBT+, invece,sta peggiorando dal 2022, con un aumento dell’omofobia e della transfobia. Lo stesso sta accadendo in Turchia con una legislazione pianificata per vietare il matrimonio egualitario e le associazioni LGBT+. Nei Paesi Bassi i casi di discriminazione sono raddoppiati, mentre in Serbia la situazione delle persone LGBT+ è peggiorata dopo gli attacchi avvenuti in occasione dell’EuroPride del 2022.
Famiglia. Dopo anni di stallo o regressione nel riconoscimento delle partnership, quest’anno si è assistito a una nuova ventata di progresso. L’Estonia è diventata il primo paese baltico a introdurre il matrimonio egualitario, mentre in Svizzera si sono celebrati 749 matrimoni omosessuali e oltre 2.200 coppie hanno convertito la loro partnership in matrimonio dall’introduzione del matrimonio egualitario nel 2022. Ci sono stati sviluppi positivi per le famiglie arcobaleno in Germania, Irlanda, Liechtenstein, Lituania, Lussemburgo e Spagna. Un disegno di legge sulle partnership civili è stato avviato in Ucraina. Mentre le coppie dello stesso sesso stanno ottenendo più diritti, i figli delle famiglie LGBT+ sono meno tutelati. In Bulgaria, la Corte Suprema ha negato un certificato di nascita e la cittadinanza a un bambino nato da due madri, nonostante la sentenza favorevole della Corte di Giustizia Europea. In Italia si sono registrati gravi passi indietro con l’introduzione di un provvedimento volto a riconoscere solo i genitori biologici sui certificati di nascita, che ha portato a grandi dibattiti politici e sociali e a molti certificati di nascita revocati. Il governo italiano ha anche presentato un disegno di legge per estendere il divieto di maternità surrogata anche coloro che accedono alla pratica all’estero, riconoscendo la pratica come crimine per l’umanità. La Russia ha vietato alle persone trans di adottare o fare da affidatari.
Politica estera. Le azioni degli stati membri dell’Unione Europea per limitare i diritti delle persone LGBT+ hanno iniziato ad essere considerate dalla Commissione UE e dagli altri stati membri. 16 paesi hanno aderito ad un’azione del Parlamento Europeo nel processo di infrazione delle direttive UE da parte dell’Ungheria con la promulgazione della Legge sulla Protezione dell’Infanzia considerata come anti-LGBT+.
Libertà di assemblea. Nonostante gli attacchi segnalati in 16 paesi, il Pride continua ad essere fondamentale per il movimento, l’identità e l’autorappresentazione LGBT+, con sempre più Pride organizzati in tutta Europa. Attivisti turchi, membri della comunità e alleati hanno continuato a dimostrare grande resilienza cotinuando a partecipare ai Pride in tutto il paese, nonostante i divieti sistematici, gli attacchi violenti, le detenzioni di massa, l’ostruzione della polizia e il bersaglio dei partiti politici.
Salute. L’accesso alle cure sanitarie per le persone trans è un problema crescente, in particolare per i minori. Sono state segnalate barriere in 17 paesi europei. La Svizzera, invece, ha pubblicato raccomandazioni per la terapia per la riassegnazione di genere e ha introdotto un nuovo programma HIV che include per la prima volta le persone trans.
Alloggio. I crescenti costi della vita e una crisi abitativa generale stanno spesso impattando in modo sproporzionato sulle persone LGBT+, a causa della discriminazione e della loro conseguente situazione socio-economica spesso più fragile. La precarietà abitativa per le persone LGBT+, e in particolare per le persone trans, è segnalata in Albania, Azerbaigian, Bosnia ed Erzegovina e Georgia.
Riconoscimento del genere legale. Nonostante l’opinione pubblica negativa e un marcato aumento del discorso anti-trans in molti paesi, i governi stanno seguendo gli impegni, introducendo buoni standard di autodeterminazione nel riconoscimento del genere legale (LGR). L’Armenia ha semplificato il suo processo di cambio di nome; il Belgio ha reso possibile il cambio di nome o di identità di quante volte si vuole; la Finlandia ha adottato il LGR basato sull’autodeterminazione; il gabinetto tedesco ha presentato al parlamento il LGR basato sull’autodeterminazione; un nuovo disegno di legge presentato in Islanda consentirebbe di cambiare il cognome sulla base dell’autodeterminazione; e la Spagna ha adottato la sua legge LGBTI con un modello di autodeterminazione per il LGR.
Le mappe di ILGA World offrono una rappresentazione visiva dell’impatto delle leggi e delle politiche sulle persone LGBTIQ+ in tutto il mondo. Queste mappe interattive e costantemente aggiornate mostrano come più di 60 Stati membri dell’ONU continuino a criminalizzare i comportamenti sessuali consensuali tra persone dello stesso sesso.
Proprio in occasione della Giornata contro l’OmoBiTransfobia, il 17 maggio 2024 moltissime associazioni LGBT+ italiane, tra cui GayNet, Arcigay, Rete Lenford, Cammini di Speranza, AGEDO e Famiglie Arcobaleno, hanno pubblicato una petizione a supporto del disegno di legge contro le cosiddette terapie riparative ancora legali in Italia, nonostante siano state messe al bando da diverse associazioni e ordini legati al mondo della psicanalisi.
Le terapie sono, infatti, ancora oggi esercitate, sotto traccia e spesso in segreto e per volere dei genitori delle persone LGBT+, da professionisti in ambito sanitario, soggetti vicini all’estremismo religioso, consulenti che a vario titolo mettono in atto trattamenti subdoli e invasivi, supportati da una sempre più diffusa retorica della devianza nei confronti di qualsiasi diversità che mette in discussione le libertà individuali di ogni persona.
Queste pratiche provocano danni alla salute psicofisica delle persone e sono associate a un aumento del rischio di suicidio (Rapporto dell’Esperto indipendente delle Nazioni Unite del 2020). Tra i tentativi di conversione sono stati documentati: somministrazione di ormoni, ricorso alla masturbazione forzata, terapie del dolore, ipnosi, internamento in cliniche, campi e centri, pseudo consulenze psicologiche e religiose, esorcismi e persino elettroshock.
Le Nazioni Unite le hanno definite trattamenti disumani e degradanti, paragonabili alla tortura.
Alcuni paesi – come Canada, Ecuador, Nuova Zelanda, Malta, Germania, Francia, Grecia, Spagna e Cipro – hanno già approvato leggi che vietano queste pratiche, mentre in Italia non esiste una norma che le vieti tutelando la salute, il benessere e i diritti delle persone LGBT+.
Il Parlamento Europeo, l’Unione Europea e il Consiglio d’Europa si sono più volte espressi sulla necessità di vietare queste pratiche.
La Giornata Mondiale contro l’Omobitransfobia può essere un momento di riflessione utile a fare il punto sulle false percezioni di sicurezza che sono spesso rivendicate da chi bolla le battaglie delle persone LGBT+ come pretestuose e inutili in una società venduta come inclusiva ma che inclusiva evidentemente ancora non lo è.