La Reunion : l’isola verde nell’Oceano Indiano
Isola di Reunion, simbolo di unità e tolleranza fra le culture. Un paradiso per gli occhi e il cuore tra sapori di caffè e vaniglia.
![](https://rewriters.it/wp-content/uploads/2024/09/Immagine20-1.jpg)
Isola di Reunion, simbolo di unità e tolleranza fra le culture. Un paradiso per gli occhi e il cuore tra sapori di caffè e vaniglia.
Ogni luogo racconta una storia e quella di Reunion, splendida e giovane isola nell’oceano indiano, è affascinante.
La Reunion è stata scoperta solo alla fine del ‘500, probabilmente da esploratori europei, malesi o arabi. Ma furono i francesi a stabilirsi a metà del ‘600. Ci confinarono degli ammutinati per far scontare loro la pena. Rimasero colpiti dalla bellezza e dalla fertilità di questa terra e decisero di dedicare risorse, per sviluppare la produzione di canna da zucchero e di caffè, ma anche di vaniglia e barbabietola. Per realizzare tutto ciò serviva molta mano d’opera e per questo schiavi di varie nazionalità furono deportati a Reunion.
Ne seguì un periodo di grande sviluppo che terminò a metà dell’ottocento : la concorrenza di Cuba e l’apertura del Canale di Suez ,che evitava il lungo viaggio per doppiare il Capo di Buona Speranza, significarono il crollo della fiorente economia di Reunion.
La notizia dell’abolizione della schiavitù alla fine dell’ottocento raggiunse l’isola. Fu un periodo piuttosto tragico e violento per la popolazione.
In cerca della libertà, gruppi di ribelli si organizzarono e fuggirono dalle piantagioni; si stabilirono sulle montagne per formare delle comunità, con dei capi eletti democraticamente. Purtroppo queste iniziative finirono soffocate nella violenza e i capi dei ribelli barbaramente uccisi da mercenari, assoldati dagli stessi proprietari terrieri. Non c’è nulla sull’isola che ricordi quel periodo buio: solo delle case coloniali non sempre ben conservate. Nulla neanche a memoria dei ribelli: solo alcune montagne sui Circoli portano il loro nome, come per esempio il Circolo di Mafate.
Oggi l’isola è fiorente. La popolazione è costituita per lo più dai discendenti degli schiavi, molti africani ( più del 40%), indù e creoli. Vivono pacificamente nel rispetto delle loro diversità di religioni e tradizioni, con armonia e tolleranza.
I risultati delle ultime elezioni sono stati eloquenti: il partito di estrema destra della Le Pen che nella Francia continentale ha riscosso molto successo, qui ha ottenuto appena il 3% dei voti.
Questo clima pacifico e sereno si apprezza durante la permanenza a Reunion. Nei fine settimana gruppi di amici e famiglie si recano sulle spiagge e, all’ombra degli alberi, fanno degli allegri picnic: mangiano, giocano e ascoltano musica fino a notte inoltrata. E’ stato molto bello partecipare a questa tradizione. Le persone sono molto ospitali.
La Reunion si è modernizzata molto negli ultimi anni grazie all’aiuto dei fondi europei ,che sono serviti per le infrastrutture. Sono state fatte delle grandi opere stradali, senza le quali la circolazione delle numerosissime auto, che si concentra soprattutto sul litorale intorno ai centri abitati, sarebbe stata impossibile (non esiste altro mezzo di trasporto). Nonostante le nuove strade, si verificano spesso degli ingorghi inverosimili .
Purtroppo l’alcolismo a Reunion è molto diffuso. La violenza sui minori è una vera piaga. Un articolo de Journal.re riporta i risultati agghiaccianti di un’ inchiesta da cui si evince che circa 2 o 3 bambini per classe sono vittime di violenza fisica, sessuale e morale e che l’80% delle persone detenute nelle prigioni per violenza, sono donne. L’amministrazione si impegna con campagne di sensibilizzazione per affrontare e contenere questo fenomeno incredibile e tragico. Ci sono anche tanti cartelloni pubblicitari per le strade che scoraggiano l’uso di alcool. Ma la strada verso un miglioramento di questi dati sarà lunga.
Il modo migliore per visitare Reunion è con l’auto. Si arriva la mattina presto all’aeroporto di St Denise. Non mi sono dedicata molto alle città ma questa è la più grande e ricca di storia.
La bellezza di Reunion infatti è la sua natura: le coste, le montagne, le cascate che sono ad ogni angolo… e la pioggia: una pioggia piacevole e a volte violenta, che subito dopo lascia spazio al sole, che riscalda, asciuga e fa brillare il verde delle piante ed apprezzare l’odore dei fiori.
E l’oceano con la sua impetuosità e le sue trasparenze. E le balene: giocose, festose, enormi.
La vegetazione è rigogliosa. Ci sono degli alberi bellissimi che si chiamano Vacoa che producono pigne pesantissime: se ne trovano tanti sulla costa sud e le loro radici intricate formano una rete fittissima, che tiene insieme la montagna.
Consiglio il percorso della Via della lava nel selvaggio sud, che si snoda ai piedi del Piton de la Fournaise. Si cammina prima nel bosco e poi sulla lava scesa dal vulcano negli anni, durante le varie eruzioni. A sinistra il vulcano e a destra l’oceano. Un emozionante viaggio in un paesaggio con colori unici.
Ho scalato il Piton de la Fournaise, fino al cratere. Emozionante. Il percorso è classificato difficile e lo è stato ancora di più per via delle condizioni atmosferiche. Ho camminato in mezzo alle nuvole: il percorso è segnato ad ogni passo per fortuna, perché spesso si può perdere l’orientamento.
Ho camminato nei boschi della regione delle Salazie, ricca di cascate e vegetazione lussureggiante. Raccomando di visitare Hell Bourg, un tipico paesino di montagna che profuma di pane appena sfornato. Lungo la strada si incontra una delle cascate più belle di Reunion , Il velo della sposa ,incastonata fra le alte e verdi montagne. In questa stagione non c’è molta acqua ma sono comunque spettacolari. Arrivati al paese si può fare un breve escursione fino a Le tre cascate. Nella stagione calda si può fare il bagno nel laghetto sottostante.
Altra zona splendida è quella intorno a Cilaos, sotto il Piton des Neiges, la vetta più alta di Reunion con i suoi 3.070 m di altitudine. Per scalarla ci vogliono 2 giorni!
C’è un percorso ad anello che si snoda sotto la grande montagna e passa per numerose cascate: Bras Rouge, Belle cascade, Bassin Alfred. Spettacolari. Lo raccomando vivamente. E’ stato piacevole camminare e sentire il vento fresco arrivare dal fiume, allevia la fatica.
Durante la permanenza sull’isola si può trascorrere del tempo sulle spiagge lungo la costa ovest: le onde lunghe e maestose dell’oceano si infrangono sulla barriera corallina. Dietro le onde le balene hanno regalato spettacoli che mi rimarranno per tutta la vita fra i più bei ricordi.
In queste acque si può fare il bagno solo in alcuni punti segnalati, in altri, nonostante la costa sia bella e l’oceano invitante, c’è il divieto di balneazione per via segli squali.
Per vedere le balene si possono prendere delle barche turistiche al porto di St Gilles les Bains, un grazioso villaggio sul mare, ma anche dalla spiaggia si possono vedere dei gruppi giocosi. Sedere ed aspettare è un piacere .
Il turismo a Reunion è abbastanza importante per l’economia. Più che altro esiste un turismo familiare: in molti passano le vacanze nell’isola di origine ma abitano nella Francia continentale. Gli abitanti stabili a Reunion sono circa 850 mila, quasi tutti concentrati sulla costa.
Il viaggio è molto impegnativo ma sicuramente non lascia delusi.
Durante il periodo invernale molte attività turistiche sono chiuse, compresi i ristoranti e spesso, soprattutto nelle zone di montagna, ci si deve organizzare acquistando cibo al supermercato. Ho benedetto i formaggi francesi.
Voglio segnalare però un ristorante che mi è piaciuto molto a Plain de Cafres, Le sens ciel.
La vita è piuttosto cara, tutto viene importato a Reunion: buonissima la frutta locale (banane, papaia, mango, meloni). Sono molti i prodotti a base di vaniglia: il suo odore dolce ci accompagna per tutto il viaggio.