Il vantaggio di essere arrivati al Terzo Tempo del tuo viaggio è che sei già passata per tutti i paesi abitati, al presente, dagli altri: i più giovani. Non i giovani o almeno non soltanto loro.

Quelli e quelle più giovani di te, cioè circa tutte e tutti, tranne Matusalemme e sua zia. Ventenni, trentenni, quarantenni, cinquantenni, bambini e bambine, neonati e neosessantenni. Continuo, per voi, riscrittori e riscrittrici dei copioni dell’esistenza e dei suoi misteri, il furto ai danni dei miei Quaderni.

Correva l’anno 1978, abitavo nel paese dei ventenni: “Mi sorride sulla porta e ha tutti i denti rivestiti di porcellana. Ha lenti a contatto e gradevoli occhi verdi così pesantemente schermati da sembrare strabici e assorti. Un abituccio a spalline troppo estivo scopre una pelle ben lavata. I capelli li ha arricciati col ferro sulla fronte e la fronte l’ha bassa e levigata. Profuma come il cassetto delle lenzuola, spia dentro casa mia rifiutando il caffè, spia la mia timidezza, quell’improvviso parlar gentile per non dare agli altri (quindi anche a lei) strumenti per stanarmi.

Dico: ‘soffro di sociopatia da gravidanza, riesco soltanto a pensare da sola’. Poi le impresto un libro e la spingo verso la porta. Ma intanto sorrido e sa Dio se avrei voglia di prenderla per mano, di poter condividere qualcosa di vero.

Impossibile:  i suoi sorrisi e i miei tessono una gabbia di fili incrociati, una rete infinita. Lei continua sul pianerottolo, a parlare con cura. Io continuo a parlare troppo, spiegando che non riesco a parlare. Prima di salire il primo gradino verso casa sua, mi confessa che esce la sera soltanto per vedere gente e qualche sera vorrebbe parlare con me. Non uscire. No. ma semplicemente scendere le scale di un piano. E tenermi compagnia mentre aspetto un figlio”.

Ero così, nei vent’anni, ogni incontro finiva spillato su una pagina di quaderno. Come una farfalla in un album (la ragazza coi denti di porcellana è poi diventata una famosa psicoanalista lacaniana, vive a Milano. Sua figlia, molto più giovane di mio figlio, del figlio che stavo aspettando quel giorno, scrive poesie e racconti. Piuttosto belli).

Per chi ama le fiabe, o ama leggerle a bambine e bambini dai 10 anni in su, sensibili al rapporto con ambiente e animali, consiglio Lo scrigno del tempo, dell’islandese Andri Snær Magnason, che parte proprio dal desiderio di un Re di fermare il tempo.

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