“Maria”: un biopic che racconta la Callas oltre la Diva
Angelina Jolie veste i panni della divina Callas in "Maria" di Pablo Larraín raccontando gli ultimi giorni di vita del celebre soprano.
Angelina Jolie veste i panni della divina Callas in "Maria" di Pablo Larraín raccontando gli ultimi giorni di vita del celebre soprano.
Maria del regista cileno Pablo Larraín arriva nelle sale italiane dopo esser stato presentato alla Mostra del Cinema di Venezia e aver già raccolto un discreto hype tra critica e pubblico. Inevitabile con un biopic incentrato sulla vita di Maria Callas o, meglio, sull’ultima settimana dell’iconica Diva, scomparsa a Parigi nel settembre 1977.
Sarà proprio lei a raccontarsi in un allucinato film all’interno del film, alternando continui flashback e flashforward, riproponendo i momenti più patinati e svelando quelli più intimi. A venir fuori per la prima volta è la donna ancor più della voce. E se il ritmo narrativo alla lunga si fa troppo pesante è proprio per questo continuo giocare con piani differenti, eccedendo nella finzione proprio come la sacerdotessa del dramma travalicò i limiti nella vita.
Ad affiancare Angelina Jolie in una delle sue migliori interpretazioni anche gli italiani Pierfrancesco Favino e Alba Rohrwacher, rispettivamente Ferruccio e Bruna, maggiordomo e domestica di una Maria Callas ormai in declino che non si esibisce da più di quattro anni e che deve fare i conti con un’esistenza che sembra non aver più nulla di nuovo da offrire.
Tormentata dai ricordi del passato ma anche attratta inevitabilmente dallo smalto della gioventù, la nostra protagonista si muove a fatica tra realtà e immaginazione, perdendosi nelle sue illusioni e nei deliri di una mente che ha vissuto la più straordinaria ma anche faticosa tra le vite. Dove finisce Maria e inizia la Callas? Cos’è successo durante la guerra a quella giovane ragazzina di origini greche? Come si fa a trovare un senso al proprio brigare quotidiano fuori dalla musica e dall’opera? Senza più voce è come se non avesse più identità. Prima doppia, ora sconosciuta persino a se stessa.
Dopo Jackie e Spencer Pablo Larraín firma un altro dissacrante racconto a tinte fosche su una grande icona del Novecento. Oltre il mito, fuori dalla leggenda, tra le pieghe della donna che fu ma anche tra quelle della donna che mai riuscì a essere. Mai moglie di Onassis perché incontrollabile, mai madre di un figlio perché inamabile.
Lei che delle folli ambizioni materne era stata sia vittima che benefattrice rimase sempre incastrata in quel misero spazio tra l’ingombrante Callas che ogni giorno interpretava un personaggio diverso e la timida e introversa Maria che voleva solo salvarsi con il canto.