Pensando al tema portante di Rewriters e a cosa voglia dire riscrivere l’immaginario in una rubrica di salute e benessere al naturale, non posso non parlare dei gemmoderivati o più propriamente, meristemoterapici. Il loro insieme costituisce la meristemoterapia, disciplina terapeutica d’avanguardia nel cosmo delle terapie olistiche ma anche della medicina in generale. Quella di questa settimana, sarà una presentazione, che negli articoli successivi, troverà il suo approfondimento.

I meristemoterapici, estratti vegetali embrionali, sono la parte più nobile della fitoterapia, e la meristemoterapia pur appartenendo al mondo della fitoterapia, differisce da questa sostanzialmente,  prima di tutto perché utilizza parti vive e vegete della pianta (in fitoterapia in genere, anche se non sempre, si usa la pianta adulta essiccata) e soprattutto perché, a differenza di questa, utilizza i meristemi, cellule embrionali della pianta, cellule definite in botanica totipotenti e pluripotenti, le uniche in grado di dare origine e sviluppo alla pianta perché contenenti le informazioni necessarie per la successiva differenziazione della stessa, in apparati funzionalmente e morfologicamente differenti quali foglie, fiori, corteccia e rami.

In questo senso i meristemoderivati racchiudono in essi tutta l’energia vitale della pianta, in suo potenziale di rinascita, il patrimonio genetico e così anche la memoria di tutte le trasformazioni subite al fine di adattarsi e sopravvivere arrivando fino ai nostri giorni. Ed è proprio questa indiscussa capacità di adattamento delle piante ad essere un aspetto fondamentale da tenere in considerazione, ben più straordinario della capacità di adattamento del mondo animale, della quale siamo maggiormente consapevoli solo perché più evidente (pensate al collo della giraffa). Non dimentichiamo che le piante esistono da molto prima di noi, che hanno resistito nel tempo e nello spazio, nonostante la loro apparente immobilità, pensate al Ginkgo biloba, pianta antichissima le cui origini risalgono a 250 milioni di anni fa, tra le 32 specie sopravvissute alla bomba atomica su Hiroshima e, tuttora vivente! Tutto questo grazie alla loro lenta e silente capacita di adattamento!

Quello che impressiona, è la capacita di organizzarsi fino a mutare radicalmente la loro organizzazione strutturale e molecolare, nel’adattarsi ai cambiamenti climatici tipici delle stagioni o alle condizioni del suolo, ma sicuramente, l’aspetto più affascinante è rappresentato da ciò di cui sono capaci in primavera, quando su rami inermi e apparentemente privi di vita, assistiamo alla rinascita, con l’arrivo di gemme e fiori. Tutto ciò, grazie a queste cellule straordinarie che sono le cellule meristematiche. Mentre infatti negli organismi animali, la crescita si interrompe quasi completamente raggiunta la maturità e la totipotenza rimane peculiarità solo della cellula riproduttiva, nei vegetali i meristemi non sono circoscritti ma distribuiti in più parti della pianta come, gemme, semi, tessuti cambiali, radichette e la capacità di crescita permane per tutta la loro vita, continuando ad operare così il miracolo della mitosi.

Per renderci conto di questo basta pensare ai polloni, che ci sarà sicuramente capitato di vedere, ovvero quei rami originati da gemme a seguito di una recisione e che si sviluppano direttamente sul tronco, anche, incredibilmente, nel caso in cui l’albero sia stato abbattuto, a testimonianza della straordinaria capacità di rinnovamento e rinascita, tipica solo del mondo vegetale.

Proprio dal’acuta osservazione delle foreste e dei suoi fenomeni, il padre della meristemoterapia, Pol Henry, intuisce le potenzialità terapeutiche contenute nelle gemme vegetali di alberi ed arbusti e comincia negli anni ’50 a studiarne e sperimentarne gli effetti.

Prima di lui si trovano nozioni precise sul’uso terapeutico di gemme sia nella raccolta delle pratiche mediche Ayurvediche, sia in alcuni scritti di Medicina tradizionale cinese risalenti al  2800 a.C, così come in occidente, a testimoniare l’uso di gemme a scopi terapeutici, troviamo Galeno nel 130 d.C. con il suo balsamo vulnerario (cicatrizzante) Acopon, ottenuto dalla macerazione di gemme e germogli di Pioppo in olio di oliva e poi ancora nel medioevo, Hildegard von Bingen mistica e poetessa che consigliava l’uso di gemme di Betulla, Carpino, Castagno, Frassino, Melo, Ribes nero e Tiglio per curare diversi morbi , fino ad arrivare a Paracelso medico alchimista svizzero rinascimentale.

Tuttavia è a Pol Henry, medico e biologo belga nato agli inizi del novecento, che va attribuita la paternità della meristemoterapia come metodo, sue sono infatti le ricerche che hanno dato vita ad una meristemoterapia scientifica.

Ricercatore geniale, rigoroso ed instancabile, scorge un incredibile parallelismo tra la fitosociologia, ovvero l’evoluzione delle foreste, organizzazione di comunità vegetali diverse, e l’evoluzione dinamica delle proteine plasmatiche dei mammiferi, essere umano compreso. Tale rivoluzionaria sperimentazione, basandosi su esami di laboratorio come l’elettroforesi, ha stabilito in maniera precisa quali gemmoterapici, modificano le alterazioni delle proteine umane, con l’individuazione della terapia appropriata, capace di indurre nel siero proteico, un equilibrio biologico.

Tutta la ricerca di Pol Henry, è stata successivamente approfondita dagli studi del prof. George Netien e Max Tetau, quest’ultimo, fautore del diffondersi dell’utilizzo dei gemmoderivati in Francia, nel 1965 riuscì a far approvare i meristemoderivati dalla Farmacopea Francese. Oggi soprattutto per quanto riguarda l’Italia, il merito della diffusione e dell’utilizzo di questa terapia di frontiera, va allo stimatissimo dr. Fernando Piterà di Clima, medico e ricercatore, caposcuola e studioso principale di questa materia a livello internazionale che con sapienza e genio fuori dal comune, da più di 30 anni porta avanti la sua ricerca nel’ambito della meristemoterapia, ricerca che, oltre ad aver indagato profondamente l’opera di Pol Henry, l’ha ampliata, individuando gemme mai utilizzate prima e nuovi campi di utilizzo.

Nel prossimo articolo vi parlerò in maniera più dettagliata di questa meravigliosa metodica terapeutica, utile sia in patologia acuta che cronica, di questi rimedi contenenti la quintessenza della pianta, dell’importanza di rispettare determinati criteri di lavorazione ed estrazione di una materia prima così delicata, per garantirne qualità ed efficacia del prodotto finito e, di quelli che sono i rimedi cardine, di cui nessun terapeuta che segua un approccio sistemico olistico può fare a meno, quasi si trattasse di piccoli elisir di lunga vita!

Per approfondimenti:

L’ uomo, la fitoterapia, la gemmoterapia

Function of plant shoot meristems

Compendio di gemmoterapia clinica. Meristemoterapia

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