Si può essere un modello di sostenibilità pur essendo una nota meta turistica? Se Minorca è stata dichiarata Riserva della Biosfera dall’Unesco, il merito è soltanto della convivenza virtuosa instauratasi fra gli abitanti dell’isola e la natura.  

L’isola si caratterizza per una natura rigogliosa che la rende un paradiso incontaminato, costituito da un parco naturale, cinque riserve naturali, una riserva marina e ben diciannove zone di ANEI (Aree Naturali di Speciale Interesse)

Quando si pensa alle isole Baleari la prima cosa che viene in mente sono le spiagge infinite e l’acqua cristallina. Minorca pur rispondendo a queste aspettative va ben oltre: il Parco Naturale di s’Albufera des Grau ne è la dimostrazione. La morfologia del suo paesaggio è un’avventura per lo sguardo che si perde tra dune, pinete e una laguna salina che lo rende un’attrattiva davvero unica.

Questo parco è una felice dimora per undicimila uccelli acquatici di specie diversa; fauna e flora costituiscono un eden di biodiversità di cui gli abitanti hanno massima cura e rispetto.

A proposito di biodiversità, la Riserva Marina del Nord ne è un esempio affascinante: obbligatorio abbandonare la frenesia da città per osservare il nuoto dei cormorani, dei pesci martello, e di tante altre specie di pesci che la abitano e che qui si riproducono. Se si pensa che la riserva è popolata da 628 specie di alghe, pesci e molluschi e da oltre 35 comunità biologiche , è facile immaginare quale sia la sua importanza per l’ecosistema.

Ma tornando alla domanda dalla quale siamo partiti, come può tutto questo supportare e sopportare la presenza di un importante turismo stagionale?

Sicuramente questo viene reso possibile grazie ad una cultura del rispetto della natura che fa parte dell’indole dei minorchini, ma anche da specifiche azioni finalizzate ad un efficace contrasto dei cambiamenti climatici che sia in grado di determinare un’inversione di tendenza in tempi ravvicinati.

Se si considera che le plastiche monouso, composte da sacchetti, recipienti alimentari, bastoncini, cannucce e bottiglie, rappresentano il 70% dei rifiuti marini del mondo, il quadro che ne deriva è sconfortante. È per questo che le Isole Baleari hanno presentato un progetto di legge per l’eliminazione degli articoli monouso in plastica, al fine di ridurre in maniera drastica l’inquinamento derivante da anni di incuria.  Questo progetto è sostenuto in modo convinto da albergatori, proprietari di ristoranti e di altre realtà che vivono di turismo (botteghe, negozi di souvenir, etc.), impegnate quotidianamente a ridurre l’uso degli oggetti di plastica con quelli in cartone riciclato ed in policarbonato riciclabile. Negli ultimi anni, inoltre, gli isolani hanno puntato sempre più sull’utilizzo dei prodotti locali realizzando così un consumo intelligente che permettono di diminuire sensibilmente, dove è possibile, le emissioni di CO2.

Un turismo sostenibile è possibile, ed il modello virtuoso di Minorca, ormai ben consolidato e che progredisce in efficacia di anno in anno dimostra, quindi, che è possibile realizzarlo.

Da diversi anni, nel periodo estivo, soggiorno nell’isola, e ho potuto notare che per il successo delle politiche amministrative adottate dal governo locale è fondamentale il contributo, in termini di comportamenti virtuosi, dei singoli abitanti dell’isola perché ogni vera rivoluzione, per essere tale, deve prima di tutto essere culturale. A questo proposito è utile citare l’indicazione del filoso Ralph Waldo Emerson: “Adotta il ritmo della natura: il suo segreto è la pazienza”, e non a caso Minorca si è guadagnata l’appellativo di “isola della calma”.

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