"Intrecciamo storie di polvere e luce,
un arazzo di silenzio e meraviglia, mentre la realtà si frantuma in echi di rosa."
Di Francesca Fini feat. Midjourney (IA)
Salve a tutti, complimenti per l’articolo che esplora in modo così poetico l’intreccio tra arte digitale e percezione della realtà. La citazione “un arazzo di silenzio e meraviglia, mentre la realtà si frantuma in echi di rosa” mi ha particolarmente colpito e mi ha fatto riflettere su come la tecnologia stia ridefinendo non solo l’arte, ma anche campi molto pratici come la ricerca scientifica.
Proprio recentemente, leggendo una guida per modellatori molecolari su come le applicazioni web-based stiano rivoluzionando la ricerca computazionale (https://hbar-lab.com/molecular-modelers-guide-to-digital-frontier), ho notato un parallelismo con quanto descritto nel vostro articolo: entrambi parlano di un passaggio da strumenti complessi e “pesanti” a piattaforme leggere, accessibili e collaborative che democratizzano un settore, frantumando barriere proprio come gli “echi di rosa” frantumano la realtà.
Volevo chiedervi: secondo la vostra esperta, l’autrice Francesca Fini, questa rivoluzione digitale che sta rendendo l’arte più accessibile attraverso l’IA e strumenti come Midjourney, potrebbe seguire lo stesso percorso di quella descritta nella guida per la modellazione molecolare? In altre parole, pensate che l’accessibilità tecnologica possa, da un lato, democratizzare la creatività ma, dall’altro, rischi di standardizzarne i linguaggi? Grazie per un eventuale approfondimento!
Salve a tutti, complimenti per l’articolo che esplora in modo così poetico l’intreccio tra arte digitale e percezione della realtà. La citazione “un arazzo di silenzio e meraviglia, mentre la realtà si frantuma in echi di rosa” mi ha particolarmente colpito e mi ha fatto riflettere su come la tecnologia stia ridefinendo non solo l’arte, ma anche campi molto pratici come la ricerca scientifica.
Proprio recentemente, leggendo una guida per modellatori molecolari su come le applicazioni web-based stiano rivoluzionando la ricerca computazionale (https://hbar-lab.com/molecular-modelers-guide-to-digital-frontier), ho notato un parallelismo con quanto descritto nel vostro articolo: entrambi parlano di un passaggio da strumenti complessi e “pesanti” a piattaforme leggere, accessibili e collaborative che democratizzano un settore, frantumando barriere proprio come gli “echi di rosa” frantumano la realtà.
Volevo chiedervi: secondo la vostra esperta, l’autrice Francesca Fini, questa rivoluzione digitale che sta rendendo l’arte più accessibile attraverso l’IA e strumenti come Midjourney, potrebbe seguire lo stesso percorso di quella descritta nella guida per la modellazione molecolare? In altre parole, pensate che l’accessibilità tecnologica possa, da un lato, democratizzare la creatività ma, dall’altro, rischi di standardizzarne i linguaggi? Grazie per un eventuale approfondimento!