Nasce la partnership tra ReWorld e Iacovelli & Partners
Il patrimonio relazionale è il focus della nuova partnership tra ReWorld e Iacovelli & Partners: per un'impresa che sia da esempio per la società.
Il patrimonio relazionale è il focus della nuova partnership tra ReWorld e Iacovelli & Partners: per un'impresa che sia da esempio per la società.
“Una straordinaria occasione per costruire un nuovo concetto di connessione sentimentale con idee visionarie”: sono le parole di Leonardo Iacovelli, Presidente della Iacovelli and Partners, società di relazioni istituzionali che da anni offre le proprie competenze a servizio di quelle imprese che vogliono crescere tramite il patrimonio relazionale, quando ha inaugurato la collaborazione con ReWorld, startup innovativa a vocazione sociale, fondata da Eugenia Romanelli.
Un grande imprenditore illuminato del secolo scorso, Adriano Olivetti, diceva che “la fabbrica non può guardare solo all’indice dei profitti. Deve distribuire ricchezza, cultura, servizi, democrazia”. Queste parole risultano di estrema attualità in un momento storico come questo, contrassegnato da forti incertezze, precarietà, e un senso profondo di smarrimento che la pandemia prima, e la guerra alle porte d’Europa poi hanno instillato nelle persone, inermi di fronte agli stravolgimenti in corso.
È in queste parole che si deve ritrovare l’essenza di fare impresa, attività a servizio della collettività, che dovrebbe mettere la persona e i suoi bisogni al centro e non microcosmo autoreferenziale che nega o ignora (con pari responsabilità) il rispetto dei diritti, dell’ambiente e delle minoranze; un microcosmo che sia da esempio per la società, votata sempre più al consumo di prodotti al pari delle relazioni interpersonali, in cui ciò che si possiede diventa ciò che si è, fino all’estrema degenerazione dei social media in cui si è solo nella misura in cui si mostra di possedere.
Superata la logica del profitto, quindi, è fondamentale la riscoperta dell’azienda come baluardo della democrazia, di difesa dei valori, e del rispetto dei diritti, quali, ad esempio: il diritto a vivere in un mondo più pulito e green; il diritto di un giovane a costruirsi il proprio futuro; il diritto a non essere discriminato in base al colore della pelle o per il proprio orientamento sessuale; il diritto delle donne ad un trattamento salariale uguale a quello dei colleghi uomini.
Questa sfida è stata colta da Reworld, start up a vocazione sociale che vuole essere attrice e promotrice di questo cambiamento: le aziende devono diventare agenti di cambiamento e leader game-changer. Non basta però dichiararsi tali.
Il rischio di operazioni di facciata è sempre dietro l’angolo. Per questo motivo questa start up ha ideato la prima certificazione etica multiparametro italiana. Questa certificazione può rappresentare un passaggio fondamentale verso un modello di gestione aziendale della responsabilità sociale di impresa che tenga davvero conto di un insieme di valori e dei diritti espressi dal Manifesto della start up.
Lo scopo è, tra gli altri, quello di realizzare quel cambiamento di paradigma a cui stiamo assistendo da diversi anni per cui il processo dietro al prodotto dovrà rivestire un peso sempre maggiore nelle scelte di acquisto dei consumatori e dei fruitori di servizi.
Il prodotto diventa consapevolezza del processo. Si acquista un prodotto o un servizio solo se quel prodotto e quel servizio sono stati realizzati in base a determinate scelte etiche all’interno dell’azienda. Solo in questo modo un acquisto consapevole non sarà solo scelta personale del consumatore ma bene comune che le imprese devono contribuire a raggiungere.
È in questa ottica che va letta la collaborazione tra Reworld e la Iacovelli and Partners. Emergenze quali la lotta alla povertà materiale, culturale e contro ogni forma di discriminazione e pregiudizio devono diventare temi su cui ogni azienda si dovrà confrontare per crescere e le imprese si renderanno promotrici come agenti mobilitatori di coscienza. Siamo cittadini prima ancora che consumatori.
L’obiettivo della partnership è quindi rendere le imprese protagoniste nella costruzione della cultura del rispetto: rispetto per l’ambiente, per le persone, per chi sentiamo diverso da noi. Dentro e fuori l’azienda.
Di Corinnna Maci