Care e cari Rewriters,
questo mese vi vorrei proporre un libro divertente, simpatico, che sembra fantastico (come genere intendo) e invece mi pare molto molto realistico… Si intitola Niente di straordinario, è di Fabrizio Silei, è edito da Il Castoro e potrebbe essere un libro senza parole se non fosse per le battute finali che svelano il mistero celato per l’intera narrazione.

Niente di straordinario è un albo che ha al centro un misterioso protagonista mascherato che si trova ad affrontare moltissime avventure eccezionali all’inseguimento di uno tipo strano.

Qualcuno insegue qualcuno

L’albo prende man mano un ritmo rocambolesco, noi seguiamo il protagonista senza ben capire cosa stia accadendo, è chiaro che sta inseguendo qualcuno, immaginiamo che debba compiere una missione, ma nulla viene esplicitato né dalle parole, che non ci sono proprio, né dalle immagini che restano abbastanza reticenti su questo aspetto.

Ad un certo punto, passata la metà, il nostro protagonista perde la maschera e si rivela una protagonista donna che continua la sua corsa, sembra che questa volta sia lei a scappare ed essere inseguita, sembra che le parti si siano invertite ma questo lo lascerei decifrare e dedurre e interpretare ad ogni lettore e lettrice, fino ad arrivare in una normale città e a salire su un normale autobus.

L’ultima doppia tavola finalmente ci svela chi sia la nostra protagonista ma questo svelamento non solo non ci spiega nulla di ciò che le è capitato ma apre il libro ad un gioco interpretativo ulteriore.

“Niente di straordinario”

La nostra protagonista torna a casa, saluta i suoi figli e il marito che l’aspetta cucinando e alla domanda di com’è andata a lavoro la risposta classicissima, come quella che danno tutti i figli che tornano a casa da scuola, è Niente di straordinario.

Ora qui, prima di lasciarvi invitandovi a leggere e divertirvi con questo libro, avanzo due possibili interpretazioni, le prime che mi vengano in mente. Può essere che questa mamma di mestiere faccia qualcosa tipo l’agente segreto e che quindi la sua giornata sia sempre rocambolesca e tenga celata la propria identità professionale anche a casa… Oppure può essere anche che tutto sia una grande metafora e che questa sia una mamma come tante, che fa un lavoro come tanti e che, come tantissime mamme abbia una quotidianità decisamente rocambolesca per tenere tutto insieme e che poi risolva il tutto con un niente di straordinario come i veri super eroi che non pensano di star compiendo nulla di eccezionale se non il proprio lavoro.

Io mi ritrovo abbastanza, devo dire, nella lettura metaforica dell’albo, ma se siete tra coloro che celano una seconda identità e fanno un mestiere che non può essere dichiarato immagino che vi ritroverete anche voi, in ogni caso vi auguro buona lettura!

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