“Parthenope” di Sorrentino: è la Napoli che sfugge e incanta
Arriva nelle sale “Parthenope”, l’attesissimo nuovo film di Paolo Sorrentino, regista Premio Oscar con “La grande bellezza” nel 2014.

Arriva nelle sale “Parthenope”, l’attesissimo nuovo film di Paolo Sorrentino, regista Premio Oscar con “La grande bellezza” nel 2014.
Finalmente al cinema Parthenope, pellicola presentata a maggio al Festival di Cannes e ultima fatica del regista partenopeo Paolo Sorrentino. Di Napoli ha il mito e il fascino, a partire da quel nome che, proprio come una sirena, attira nella sua rete non solo chi di buon cinema si intende, ma anche chi è semplicemente alla ricerca di un buon film, uno di quelli che abbia realmente qualcosa da raccontare, uno di quelli che faccia uscire dalla sala con l’animo turbato.
Perché per chi è della città Parthenope solletica con tanti ricordi e per chi, invece, di Napoli abbia un’idea minima o parziale questa storia suggerisce tutto il resto, tutto quel che della vita ancora non si conosce.
“Lo vedi il futuro laggiù? È più grande di te e di me”.
Dal 1950 al 2023 seguiamo le caleidoscopiche vicende di Parthenope – interpretata in un primo momento da Celeste Dalla Porta e successivamente da Stefania Sandrelli. Sfrontata e dalla risposta sempre pronta, la ragazza dalla bellezza sfolgorante attira sguardi e promesse, sicura di poter avere tutto e che nella vita tutto le sia dovuto. Peccato, però, che le cose vadano sempre diversamente. Un grave lutto sconvolge la sua famiglia e, di colpo, la spensieratezza e l’infanzia sono solo un ricordo. L’estate è finita e Capri è ormai lontana. È tempo di crescere, anche se Parthenope si sente persa, anche se la luce nei suoi occhi sembra essersi spenta.
Così incontra vari personaggi che, a torto o a ragione, le parlano di quel futuro che, ora, le sembra così indefinito. Entrano in scena Greta Cool e Flora Malva (delle magistrali Luisa Ranieri e Isabella Ferrari) per farle odorare la carriera d’attrice, infine Silvio Orlando nei panni del professor Marotta per avviarla al più appagante lavoro d’insegnante. Nel mezzo Peppe Lanzetta che impersona un diabolico vescovo di Napoli, mentre Gary Oldman un insospettabile John Cheever. Da loro attraversata, a sua volta Parthenope li attraversa, li incontra e li scontra. Sempre in cerca di una verità che non esiste e di un modo per essere felice. O, forse, è semplicemente impossibile essere felici nel posto più bello del mondo. Bisogna evadere e fuggire via, prima che il peso del passato diventi così ingombrante da impedire il moto sempiterno della vita.
“Tu ami troppo o troppo poco? È tutta qui la differenza”.
Decimo film del regista partenopeo, Parthenope per via dello sfondo napoletano richiama direttamente È stata la mano di Dio, la pellicola precedente di Paolo Sorrentino in cui il ritorno alla sua città natale ha portato sullo schermo episodi della sua infanzia. Di taglio decisamente meno personale le due parti in cui è diviso Loro, destinato a ripercorrere le vicende personali e politiche di Silvio Berlusconi.
Andando a ritroso nei lavori artistici del regista, impossibile non pensare anche a Youth e This Must Be the Place per il taglio più internazionale o a La grande bellezza con cui Sorrentino ha vinto il Premio Oscar nel 2014 come miglior film in lingua straniera. E, per concludere questa panoramica, è assolutamente il caso di tirare in ballo la collaborazione con Toni Servillo e le sue mitiche interpretazioni con Il divo, L’uomo in più e, ovviamente, Le conseguenze dell’amore. Insomma, c’è da vedere e, soprattutto, da prendere posizione. Perché si sa, Sorrentino o si ama o si odia. Le mezze misure non sono concesse.