Picasso è evidente non abbia mai accettato alcun ideale formale a priori. Tutto ciò che si vede, si disegna, si dipinge, raggiunge la forma assoluta quando il segno è al contempo linea, colore, volume e luce: scaturisce dall’osservazione e sperimentazione della realtà. L’arte era visione e comunicazione, uno straordinario sguardo inscindibilmente legato alla contemporaneità. Nel momento in cui l’arte si qualifica come alta attività intellettuale dovrà necessariamente distinguersi dalla cultura ufficiale come frutto di spontaneità creativa indipendente.

Ramon Casas, Ritratto di Pablo Picasso, 1900, olio su tela, Al. 69 × La. 44,5 cm, Museu Nacional d’Art de Catalunya, Barcellona, Spagna. Opera di pubblico dominio.
Ramon Casas i Carbó (Barcellona, Spagna, 4 Gennaio 1866 – Barcellona, Spagna, 29 Febbraio 1932)

Picasso contro la cultura delle accademie

Picasso si oppose e combatté la cultura delle accademie, prediletta dall’alta borghesia di Parigi, a favore della cultura non ufficiale che rispecchiava una situazione culturale caratterizzata ormai dal disgusto per la civiltà industriale e nella quale stava maturando la rivolta intellettuale che esploderà verso il 1910 con movimenti, come il Cubismo, che definirono inequivocabilmente la rottura e quella crisi culturale che lo porterà a dipingere nel 1907 Les demoiselles d’Avignon: il primo atto di una rivoluzione pittorica guidata dallo stesso Picasso, per il quale la pittura è esistenza e come tale sarà esposta a tutti i rischi a cui è esposta l’esistenza degli esseri viventi. Tutto è nella chiarezza della forma e questa risolve tutto perché, quando è giusta, è allo stesso tempo forma della realtà, della coscienza, della natura e della storia. Lontano dalla messa in scena di elementi di suggestione, sarà l’equilibrata esecuzione, la scelta cromatica e la descrizione dell’opera, che le attribuiranno un messaggio concreto di cambiamento.

Ricard Canals i Llambí, Pablo Picasso, 1904, Parigi, Francia. Immagine di pubblico dominio.
Ricard Canals i Llambí ( Barcellona, Spagna, 13 dicembre 1876, Barcellona, Spagna, 7 Febbraio 1931).

Fissità, rigidezza, apparente bellezza opprimono e, tuttavia, mettono sullo stesso piano dell’elemento trascendente – il segno spirituale che supera la realtà delle cose – l’elemento discendente che arriva a sedurre a tal punto da rendere impossibile la sua rimozione e l’oblio. Una pittura più elementare, solo apparentemente ingenua, che si è già liberata dalle considerazioni negative dell’essere un problema perché diversa e che, rimosse le convenzioni, presenterà persone e cose concrete: le realtà dell’artista stregone in grado di una smaliziata magia.

Picasso fu un eversivo che rivelò con la raffinatezza intellettuale del suo Disegno una bellezza ambigua ma dall’aspetto spaesato di donne e uomini in esilio, esseri viventi che la società escluse dal proprio

«ordine costituito (acrobati, arlecchini, girovaghi) perché non ne intende o ne teme la nobiltà nativa»;

la sua pittura è trasformismo stilistico in una situazione storica che lo vedrà protagonista di un vero e proprio movimento rivoluzionario di ricerca, per nuove strutture d’immagine. Il Cubismo fu un movimento intenzionalmente rivoluzionario, la prima ricerca analitica sulla struttura funzionale dell’opera d’arte.

Argentina. Revista Vea y Lea, Pablo Picasso, Gennaio 1962. Firma di Picasso. Immagini di pubblico dominio.

Pablo Picasso, la vita

Pablo Diego José Francisco de Paula Juan Nepomuceno Maria de los Remedios Cipriano de la Santísima Trinidad Ruiz Picasso nacque a Malaga in Spagna il 25 Ottobre 1881 e morì a Mougins in Francia l’8 Aprile 1973. Nell’Aprile del 1904 si recò per la quarta volta a Parigi e vi si stabilì definitivamente. Affittò una vecchia fabbrica nel quartiere di Montmartre, al civico 13, che nel 1889 fu adibita ad atelier per artisti. Il Bateau Lavoir, in place Émile-Goudeau, favorito dall’operosità di Picasso, fu frequentato assiduamente da numerosi artisti. Fu in questo stabile che rientrato da un viaggio in un villaggio spagnolo lungo i Pirenei, Gósol, nel 1907 dipinse Les demoiselles d’Avignon quell’opera che egli offrì in dono al Louvre nel 1929, ma che nel clima di sospetto e di esclusione di cui fu vittima, venne rifiutata.

Autore anonimo, Bateau Lavoir, 1910 circa, place Émile-Goudeau, Parigi. Immagine di pubblico dominio.

Eppure alla morte di Picasso la Francia ne accolse l’opera osannandola come facente parte della propria storia, ma non tutti saranno al corrente che all’artista fu rifiutata la naturalizzazione. Annie Cohen Solal, storica e saggista, nel ruolo un’investigatrice attenta e scrupolosa, stimolata dalle molte contraddizioni che percepisce emergere da una situazione mai approfondita, in Picasso. Una vita da straniero, tradotto in Italia da Manuela Bertone per la Collana Gli specchi di Marsilio Editori decide di affrontare una coraggiosa ricerca, mai prima d’ora intrapresa, percorrendo un terreno ancora inesplorato del mondo di Picasso.

Il 18 Giugno 1901 Picasso fu denunciato come anarchico alla questura di Parigi due settimane prima della sua prima mostra parigina e il 1° Dicembre 1914 quasi settecento dipinti, disegni e altre opere del periodo cubista furono sequestrati dal governo francese per un periodo di quasi dieci anni.

Perché? Quale fu il vero motivo?

E quale la motivazione della quasi totale assenza dei suoi dipinti nelle collezioni pubbliche di Francia fino al 1947?

Infine quale spiegazione dare al fatto che Picasso non divenne mai cittadino francese?

La ricerca, lo studio e l’analisi dell’opera di un artista inarrestabile e di grande talento, fino a ieri, aveva trascurato la situazione del Picasso straniero in Francia. E’ questa la prospettiva che costituisce l’argomento sviluppato nel libro di Annie Cohen-Solal che, tra strati di documenti sepolti, all’interno di archivi mai utilizzati, dentro scatole e buste mai aperte prima, leggendo testi redatti a mano con le più diverse grafie, ha finalmente fatto luce su un caso d’artista molto più complesso di quanto si potesse immaginare. Una vera e propria nuova indagine sull’incredibile Picasso e il suo procedere da abile stratega in una Francia lacerata dalle sue stesse tensioni.

Nel 2021 con Un étranger nommé Picasso, edito da Fayard, Annie Cohen-Solal vinse il prestigioso premio Femina essai 2021.

E’ il 1900 quando Picasso giunse per la prima volta a Parigi da Barcellona. Annie Cohen-Solal immergerà chi legge a percorrere i vicoli affascinanti di una Montmartre che nessuno potrà mai rivedere per assistere alla crescita di un uomo che possiede un talento strategico nel doppio ruolo di artista e uomo d’affari, competente e capace di muoversi con naturalezza e grande astuzia tra collezionisti e mercanti d’arte. Probabilmente è questa sua abilità disinvolta a far percepire il Cubismo come pericoloso per l’integrità morale del paese: scoppiò la guerra del bene contro il male, della tradizione contro la modernità, della Francia della gente per bene contro i pericolosissimi stranieri.

Il racconto di Annie Cohen-Solal arriva al presente con alcuni nuovi interrogativi:

«Lo scandalo che vede il più grande artista del Novecento marchiato e schedato perché straniero non rimanda forse agli attuali rigurgiti di ordinaria xenofobia?

Non rammenta l’ostilità dilagante di fronte alla crisi migratoria che stiamo attraversando?».

Ph. E. A. Annie Cohen-Solal, 21 Giugno 2024, Convegno Internazionale, Metamorfosi: mito antico, pratica contemporanea. Museo MaCa di San Sebastiano, Mantova.

Annie Cohen-Solal

Nata ad Algeri, vive tra Parigi, Milano e Cortona. Storica, saggista e curatrice di mostre, è distinguished professor all’Università Bocconi di Milano. Dopo aver conseguito il dottorato di ricerca alla Sorbona, ha insegnato nelle università di Berlino, Gerusalemme, New York e Parigi, ed è stata consigliera culturale dell’ambasciata francese negli Stati Uniti. Tra i suoi vari libri spiccano le biografie di Jean-Paul Sartre, Leo Castelli e Mark Rothko, edite in tutto il mondo. In Italia sono apparsi: Sartre (1986), Americani per sempre. I pittori di un mondo nuovo (2006) e Leo & C. Storia di Leo Castelli (2010). Picasso. Una vita da straniero ha vinto il Premio Femina essai 2021.

A Palazzo Te di Mantova, dal 5 settembre 2024 al 6 gennaio 2025: Picasso a Palazzo Te. Poesia e Salvezza, a cura di Annie Cohen-Solal. Una mostra prodotta dalla Fondazione Palazzo Te con la collaborazione del Museo Nazionale Picasso di Parigi e della famiglia dell’artista, che presenta al pubblico circa 50 opere del Maestro simbolo del Novecento, tra cui alcuni dipinti per la prima volta esposti in Italia.

La mostra, si presenta come la produzione principale del programma culturale 2024 dedicato al tema della Metamorfosi, e in particolare al rapporto tra Giulio Romano e il poema di Ovidio che ha ispirato la costruzione di Palazzo Te dal 1525 al 1535.

Annie Cohen-Solal sarà presente giovedì 5 Settembre a Festivaletteratura con l’evento intitolato: Picasso esule.

Con piacere desidero segnalare che in Italia nella Libreria Bocca di Milano è ancora possibile trovare una pubblicazione preziosa su Pablo Picasso in ottimo stato di conservazione.

Pablo Picasso 1895 – 1972
33 volumi
Prima Edizione Paris: Cahiers D’Art, 1957 – 1978
Autore: Christian Zervos
Anno: 1942 – 1978
ISBN: Z97a11111874
Pagine: 7000
Illustrazioni: 20000 in bianco e nero
Casa Editrice: Cahiers d’art

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