Il porno, come ha affermato Sasha Grey, fa parte della cultura pop, anzi, direi che è l’oggetto pop per eccellenza. La pornosofia (letteralmente “saggezza del porno”) mixa filosofia (Heidegger, Derrida, Butler, Lévinas, Deleuze) e porno (o meglio pop porno: Sasha Grey, Rocco Siffredi, Jenna Jameson): “Una volta messo da parte il tormentone concettuale della donna oggetto tanto caro alle femministe anti-porno – diceva Simone Ragazzoni autore del libro Pornosofia nel 2010 – è possibile mostrare come la real-fiction del pop porno visuale metta in scena la decostruzione del soggetto personale lasciando emergere il corpo carnale”. E’proprio il filosofo Lévinas, d’altra parte, a dire che l’esperienza erotica lascia emergere l’ultra-materialità della carne e che in essa non ci sono né persone né cose: “E’ di questa carne che ci abita – e di cui facciamo esperienza nell’eros – che si occupa il pop porno. Quando si parla di donne o anche di uomini ridotti a oggetti, non si coglie la specificità di una forma di fiction che, incorporando il reale dell’atto sessuale, lascia emergere il corpo carnale, quello che Francis Bacon rappresentava nei suoi quadri”.

E, a proposito di quadri, Pornhub, il sito per adulti più cliccato al mondo, ha lanciato un progetto interessante, Classic Nudes, col claim Perché il porno potrebbe non essere considerato arte, ma alcune opere d’arte possono sicuramente essere considerate porno. Si tratta di una audio-guida ai capolavori dei più grandi musei internazionali che vanta la voce di Asa Akira, attrice e regista porno, prima perfomer di etnia asiatica a vincere il premio AVN alla miglior attrice. L’ironia è la cifra: si invitano gli utenti ad andare alla scoperta dei musei, con la volontà di sostenerli (qui senza ironia) dopo oltre un anno di chiusure e limitazioni imposte dalla pandemia. Hanno aderito il Musée d’Orsay e Louvre di Parigi, il MET di New York, Il Prado di Madrid, La National Gallery di Londra e gli Uffizi di Firenze.

Testimonial di Classic Nudes è Cicciolina, pornostar italo-ungherese che per il video promozionale posa con una tutina aderente color carne impersonando la Venere di Botticelli

Ovvio che sensualità e erotismo esistano da sempre, ben prima della nascita della ricchissima industria pornografica, e che col porno poco c’entrino, basti pensare alla Venere di Urbino di Tiziano, o a Il bagno turco di Ingres, La Maja desnuda di Goya, l’Origine du Monde di Courbet (tutti presenti per altro nella guida di Classic Nudes): eppure, se assumiamo la prospettiva della pornosofia e del soft pop porno, un nesso c’è. Tanto che in questo progetto si incontrano appunto pornografia, arte e cultura, come fossero espressioni di un’unico sentire, una weltanshauung post moderna sul desiderio inteso come costrutto estetico e carnale.

Il punto è mantenere uno sguardo laico, non moralista, sul corpo carnale, ossia “un corpo che sotto la pressione della carne che lo abita, e che emerge nell’atto sessuale, perde la propria organizzazione e si trasforma in corpo disorganizzato fatto di organi fluidi che si sostituiscono l’uno all’altro” (Ragazzoni). Questa messa in scena del corpo carnale non può essere fruita con distacco, ma produce a sua volta una visione incarnata. La real-fiction del pop porno genera nel corpo dello spettatore l’esperienza che mette in scena.

La visione pornosofica ci dice che oggi non può esistere democrazia senza il diritto alla pornografia. Lo scrittore Salman Rushdie scriveva: “Un paese libero e civilizzato dovrebbe essere giudicato dalla disponibilità a accettare il porno”. Non solo. Oltre che pop, il porno contemporaneo è anche soggetto d’arte o arte esso stesso. Perché ci sono registi straordinari di porno che possono di fatto essere considerati performer d’arte visuale (così come le foto di sesso esplicito tra Cicciolina e Jeff Koons), ma anche perché molti artisti hanno tratto ispirazione dal porno, a cominciare dal grande Federico Solmi (di cui la ReWriters Web Art Gallery ha in vendita un lavoro su Rocco Siffredi: vedi qui) che ha realizzato questa straordinaria installazione, fino ad alcuni video di Lady Gaga, per non parlare dell’uscita recentissima dell’ultimo video dei Måneskin:

Siamo in pieno soft porno, esattamente come lo è il progetto Classic Nudes, dove c’è anche la sezione Another Perspective, in cui sono riunite le più interessanti opere di arte erotica non occidentale, o le rivisitazioni di opere pittoriche a cura della coppia amatoriale Mysweetapple, che ne ha trasformato le scene in video-pillole hard (vietate ai minorenni).

C’è un tesoro di arte erotica in tutto il mondo – che ritrae nudi, orge, e altro ancora – non disponibile su Pornhub. Questa arte pre-Internet è custodita nei musei, ora finalmente riaperti con l’allentamento delle restrizioni – spiega la Pornhub Brand Ambassador Asa Akira – quando le persone si recheranno al Louvre o al MET, possono semplicemente aprire Classic Nudes, e io sarò la loro guida. È ora di abbandonare quelle noiose audioguide e godersi ogni singola pennellata di questi capolavori erotici assieme a me”.

Vi lascio con un pezzo che adoro e conosco a memoria:

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