La sostenibilità sociale, questa sconosciuta. Dici sostenibile e pensi alle risorse naturali, quasi mai anche alle risorse umane. L’agenda 2030 parla chiaro, eppure quanto a consapevolezza del tema – e naturalmente cultura, comportamenti e buone pratiche che da questa devono scaturire – siamo ancora molto indietro, addirittura di decenni, rispetto a ciò che riguarda l’asse ambientale.

Ed è per questo che è importante un’iniziativa come quella di cui ci parla oggi Eugenia Romanelli, CEO di ReWorld: la prima edizione della Social Sustainability Week, una settimana per pensare e progettare la promozione della felicità umana nei contesti aziendali.

Social Sustainability Week, la felicità
è un asset?

Ma la felicità è un asset? Sì, anzi è il più trasversale e strategico di tutti, spiega Eugenia Romanelli. Perché quando una persona è messa nelle condizioni ottimali per esprimere nel lavoro la sua capacità generativa, senza costrizioni, discriminazioni o barriere (di legge e “di fatto”, come giustamente volle evidenziare una delle nostre madri costituenti) molto probabilmente non sarà solo più sana, equilibrata e felice, ma produrrà anche più valore nel contesto sociale e lavorativo in cui è inserita. L’azienda, a sua volta, guadagnerà in capacità di attirare e mettere a frutto la varietà di talenti e competenze di cui le persone sono portatrici. La sostenibilità sociale è una logica vincente dal punto di vista economico oltre che etico.

L’invito a partecipare, organizzando un evento a tema nella settimana dal 2 all’8 dicembre 2024, è rivolto a tutte le imprese profit e non, ed è l’occasione giusta per lanciare progetti di innovazione organizzativa e posizionarsi su temi attuali e fortemente sentiti come smart work, work-life balance, parità retributiva, diversity & inclusion. La Settimana sarà un momento ad alto impatto comunicativo, che punta a dare la massima visibilità e capacità di trazione ai pionieri e a far fare uno scatto culturale a tutto il sistema Paese.

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