Il profumo. Tutto è partito dal profumo che solo la carta stampata può regalare. E quanto più anziano era il compagno che stringevo tra le mani tanto più intensa era la fragranza che riallacciava le mie sensazioni ai giorni primaverili delle prime letture.

Da sempre la mia è una primavera di lettura e allora come potevo non innamorarmi dell’idea di Margherita Schirmacher che, con il suo camper Chausson, attraversa l’Italia e la sua letteratura, immergendosi come quel me bambino nei suoi profumi?

È partito da Roma verso Il Salone Internazionale del Libro di Torino il camper di Ticket to Read! La tappa finale del viaggio di Margherita Schirmacher (qui il suo profilo Instagram) sarà l’area esterna sul piazzale dell’Oval, dove si terrà per tutta la durata del salone un ciclo di interviste sul tema Attraverso lo Specchio, alternate a selezioni musicali.

Come nasce l’idea del viaggio in camper

Un viaggio in direzione Salone del Libro, portandoci nella confort zone di molti autori, una chiave di lettura atipica, come nasce l’idea?
Andiamo indietro nel tempo. Da 14 anni curo presentazioni di libri e intervisto autrici e autori. Poi sono successe due cose. La prima: ho scoperto il mondo della radio e ho iniziato a condurre in diretta rendendomi così conto che c’era un’altra forma, un altro ritmo per entrare nel vivo delle opere insieme a un autore rispetto ai canonici incontri. 
La seconda: durante il lockdown ho scoperto che potevo registrare puntate radiofoniche o podcast da ovunque – nella fattispecie da un camper col quale scappare da casa mia alla riapertura. È stato semplice come risolvere un’equazione: ho immaginato e creato uno studio di registrazione su quattro ruote che andasse a casa degli autori per raccogliere interviste inedite e che poi si fermasse al Salone Internazionale del Libro di Torino diventando uno spazio eventi dove si sarebbero alternati libri e musica.

Perché proprio il Salone del Libro (mi domando da sola)? È la più grande kermesse culturale italiana, un immenso spazio fisico e concettuale dove sono cresciuta prima come standista e via via con altri ruoli, che per me rappresenta il punto di arrivo e inizio del nuovo anno. Una sorta di capodanno (o in Sudamerica direbbero carnevale – anche più rispondente se guardiamo al numero di giorni che dura!). 

Il topos del viaggio è da sempre uno dei grandi rifugi della letteratura, cosa rappresenta per te, quanto deve Margherita Schirmacher al suo essere on the road nella cultura italiana?
Potremmo andare a scomodare l’allegorico viaggio di Dante, l’immaginifico Salgari, Marco Polo, i viaggi degli stilnovisti verso le amate, Pasolini negli anni ’50, Tiziano Terzani. 
Invece niente di tutto ciò. Il mio on the road prende le mosse da uno strano trittico.
Il personaggio del giornalista in erba William Miller che si ritrova a girare l’America nel film Almost Famous, Ryszard Kapuscinski che si mette “In viaggio con Erodoto” nel libro di Feltrinelli, Lucio Battisti che canta La collina dei ciliegi. 

Il viaggio secondo Margherita Schirmacher

Il viaggio è per me un grande e necessario ritiro solitario dove gli spiragli verso l’altro si disserrano unicamente nell’incontro davanti al microfono o dandosi reciproco aiuto tra viaggiatori. 
La scocca del camper, con le sue leve, spine, cerniere, viti e sportelli è per me una struttura dall’alto valore spirituale. Posso scegliere chi far entrare, da chi scappare, verso chi andare. Limiti e aperture all’altro che nella quotidianità cittadina spesso si confondono. 
Le mete e gli ospiti prediletti, vuoi per affinità di pensiero, vuoi per deformazione professionale, sono diventati autrici e autori. Non a caso il primo motore immobile del viaggio è stata Mariangela Gualtieri, la prima autrice che ho intervistato in camper, parcheggiata a Cesena. Non a caso uno dei suoi versi recita “Siamo nel viaggio sempre”. Dopo di lei negli anni ci sono stati Fabio Stassi, Zerocalcare, Andrea Gobetti, Sara Segantin, Enrico Brizzi, Licia Troisi, Niccolò Fabi, Giovanni Truppi, Sara Furlanetto, Guido Catalano, Mario Desiati, Francesco D’Isa, Francesca Matteoni. Per loro ho percorso molti chilometri e con loro posso dire di aver viaggiato… sempre con meta finale il Salone del Libro!

Quale è la prossima tappa? Un viaggio che racconti anche più lingue nell’eterocromia del panorama europeo? Nel caso prenoto un posto per la mansione Poetica.
Vorrei valicare le Alpi, sono alla ricerca dell’ispirazione per un viaggio fuori dall’Italia che sia sulle tracce di un libro o di un autore ma non ho ancora trovato il mio “Erodoto”, per citare la vocazione di Kapuscinski. Sei certamente il benvenuto per la mansione Poetica! 

Ticket to Read è un atto d’amore; e come un atto d’amore va solo accettato senza la razionalità del quotidiano a limitarci, perdersi nel viaggio e riscoprirci umani. Ripetilo con me: Sono ancora innamorato del nostro viaggio, sono ancora innamorato della scrittura, sono senza dubbio su quel camper con la nostra amica e la sua rinnovata maieutica socratica, sono un figlio del mio tempo alla ricerca dell’Istante.

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