Se non ti porto non parto, Basta scuse, Inseparabili in vacanza, Amore (in)finito, Come stiAMO bene insieme. Sono solo alcuni degli slogan creativi che amministrazioni pubbliche di ogni genere, da Ministeri a Polizia di Stato, da aziende pubbliche multiservizi a Comuni, hanno utilizzato questa estate per sensibilizzare l’opinione pubblica contro l’abbandono degli animali.

Lo hanno fatto, come di consueto ormai, sulla strada delle vacanze, chi più chi meno lo si fa da più di trent’anni a mia memoria. Sulla scia di quanto le associazioni animaliste hanno sempre fatto e non solo d’estate. Una volta si diceva, si pensava

“beh non accettano il cane in albergo, il gatto non lo fanno entrare nel campeggio”.

Ma tanto per fortuna è cambiato, riguardo all’ingresso degli animali in strutture e mezzi di trasporto. E quella scusa non regge più davvero. Allora perché c’è chi continua ad abbandonare il quattrozampe che (forse) tanto amorevolmente ha con lui/lei convissuto per mesi, per anni?

Stime di decine di migliaia di abbandoni di animali

Nella mancanza di rilevazioni nazionali sull’effettiva riuscita o meno di queste campagne d’informazione, l’abbandono di cani, gatti, e non solo, rimane però una costante. Le stime sono di decine di migliaia, si avete letto bene, di animali abbandonati ogni anno.

Ma non sarà perché lo Stato con tutte le sue articolazioni, nulla dicono e fanno riguardo al problema-base di questa incivile abitudine, cioè il considerare anche questi quattrozampe degli oggetti, tanto da poterli far riprodurre senza alcuna limitazione, tanto da permetterne la vendita come fazzoletti di carta usa e getta, tanto da continuare a considerare anche quelli adottai da un canile come beni di lusso applicando un’IVA esagerata su prestazioni veterinarie e scatolette di cibo?

La lettura di Piccole persone di Annamaria Ortese così come quella di L’abbandono di Diana Letizia, potrebbe aiutare politici e amministratori a raggiungere la radice del problema. E prendere poi le decisioni, migliori. Non solo affiggere un manifesto.

Abbandonare animali è un reato

Poco si ricorda poi, colpevolmente, che l’abbandono di qualsiasi animale è punito con l’arresto fino a un anno o con l’ammenda da 1000 a 10000 euro. Si tratta quindi di un reato. Per il quale c’è bisogno di una norma più efficace. Ma da cinque mesi la Commissione Giustizia della Camera dei Deputati, ha deciso di abbandonare, è il caso di dirlo, le proposte di legge fino a marzo scorso all’ordine del giorno

“perché la Lega ha presentato centinaia di emendamenti contrari per favorire cacciatori e allevatori”.

Eppure tante, quasi tutte, le forze politiche, avevano inserito questo obiettivo nei loro programmi delle elezioni politiche di due anni fa. E un Ministro, Salvini (Lega) aveva puntato per settimane i riflettori dei suoi social su questo punto.

Ma la riforma del Codice della Strada con l’aumento di un terzo delle pene e la sospensione della patente di guida fino a un anno e l’applicazione delle pene previste per omicidio stradale o lesioni personali gravi o gravissime se dall’abbandono deriva un incidente, mortale o meno (fino a 7 anni di reclusione) è a metà del percorso e in queste due ultime estati di nuovo Governo Meloni, il reato è quindi rimasto lo stesso fissato nel 2004 (con all’epoca la Lega contraria).

Qualcosa, in questo caldissimo agosto, non torna…

Condividi: