Non li uccidono. Non potranno. Maurizio Fugatti, presidente della Provincia Autonoma di Trento non ce l’ha fatta. Ci ha provato in tutti i modi, ma il 14 luglio 2023 la Terza sezione del Consiglio di Stato ha accolto l’appello cautelare e sospeso i provvedimenti di abbattimento degli orsi JJ4 e MJ5, impugnati dalle associazioni animaliste. Secondo i giudici

“il provvedimento che dispone l’abbattimento degli orsi appare sproporzionato e non coerente con le normative sovrannazionali e nazionali che impongono l’adeguata valutazione di misure intermedie; ferma restando la disposta captivazione a tutela della sicurezza pubblica, va sospeso l’ordine di abbattimento dell’animale”.

Fugatti ha subito commentato:

“È un’ordinanza che ci lascia perplessi, e che ci fa chiedere se valga di più la vita di un animale o quella di un essere umano”.

È una frase che sottolinea ancora una volta, se mai ce ne fosse bisogno, come il valore esistenziale di ogni singolo essere vivente sia qualcosa che non ha alcuna importanza. Tanto meno la hanno forme di vita in questo caso selvatiche in un mondo sempre più antropizzato e addomesticato.

Nel provvedimento del Consiglio di Stato si legge inoltre che

“Il quadro normativo sovranazionale impone che la misura dell’abbattimento degli orsi rappresenti l’extrema ratio e che possano essere autorizzate deroghe ai divieti di uccisione delle specie protette (come gli orsi) a condizione che non esista un’altra soluzione valida e nei soli limiti derivanti dai vincoli europei e internazionali”.

La decisione del Consiglio di Stato, affermano tirando un sospiro di sollievo Enpa, Leidaa e Oipa, che hanno presentato insieme uno dei ricorsi di associazioni animaliste trattati a Palazzo Spada, “dà fiducia e speranza a quanti si battono per la salvezza degli animali condannati a morte dalla Provincia autonoma di Trento. Siamo soddisfatti”.

“Benché la questione resti sub judice nel merito – osservano le tre organizzazioni – ne escono rafforzate, le ipotesi alternative all’abbattimento degli orsi, voluto con ossessiva tenacia, ma scarsi argomenti, dal presidente della Provincia Autonoma di Trento Maurizio Fugatti, che sulla pelle degli orsi sta costruendo tutta la sua campagna elettorale per il voto del prossimo ottobre. La decisione odierna, però, esclude che Fugatti possa arrivare all’appuntamento con le urne da soddisfatto killer di plantigradi. Per abbattere degli orsi, animali di specie protetta e patrimonio dello Stato, uno dei quali, peraltro, già prigioniero e quindi non più pericoloso, non basta la semplice volontà politica di abbattere, sorretta dal tornaconto elettorale”.

Uno stambecco in una foto di Felix Mittermeier by Pixabay

L’abbattimento degli orsi e il contenimento di tutta la fauna selvatica

Eppure quello che si profila all’orizzonte non è niente di bello: anzi, a chi abbia a cuore gli animali, ma dovrebbe esserlo per tutti, si tratta di un vero e proprio incubo. Il 13 giugno con un decreto del Ministero dell’Ambiente e del Ministero dell’Agricoltura, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 152 del 1°luglio, è stato varato il Piano nazionale straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica.

L’Italia si trasformerà in una vastissima prateria per i tanti cacciatori che la popolano che, con l’ennesima riprova della grande attenzione di questo governo per i diritti di tutti (e quindi, è ovvio, anche degli animali), hanno finalmente la possibilità di sparare a qualsiasi specie selvatica ritenuta invasiva e dannosa, ibridi compresi (di lupo e cioè i cani). E lo potranno fare ovunque e in qualunque momento, anche quando non è periodo di caccia. C’è solo da sperare di non essere scambiati per un cinghiale mentre si passeggia per i boschi alla ricerca di funghi.

Due piccoli di cinghiale in una foto di Magenbrot by Pixabay

Di più. Ispirata direttamente, come tutto il testo di questa legge, da Coldiretti che lamenta continuamente danni all’agricoltura a causa degli animali, si apre la possibilità per le Regioni del Paese (19) e le due province autonome di Trento e Bolzano, attraverso un articolo unico, di far partire la caccia agli animali ritenuti pericolosi.

Ma quali sono questi “animali
ritenuti pericolosi”?

I cinghiali, ovvio, e anche, dice il testo, le “specie esotiche invasive”. Per non parlare degli orsi, che però sono specie protetta. Ma con discrezionalità. Tutto lasciato in mano alle Regioni che potranno decidere, con atti amministrativi, quali specie abbattere e in quale periodo dell’anno: ve la immaginate la provincia di Trento?

Con la priorità di fare fuori, di contenere come scrive l’estensore, “femmine e giovani esemplari”. Questi animali, però, quando sono sottoposti a un tale tipo di stress si riproducono ancora di più. Basterebbe parlare con gli esperti e non con Coldiretti per saperto.

Un orso in una foto da Pexels by Pixabay

Via libera a tutte le armi

Tra gli animali considerati pericolosi, naturalmente sempre per l’agricoltura, alcuni uccelli che potranno essere cacciati con i falchi. E poi via libera a tutto, o quasi (mancano i kalashnikov e le bombe a grappolo, ma niente paura le stiamo usando in altri punti del pianeta): reti, gabbie, trappole, richiami vivi, animali impagliati, esche alimentari, fucili laser, armi di precisione di “ogni tipo di calibro”, con ottiche termiche, l’arco, le cerbottane.

Lo potranno fare i cacciatori, of course, ma anche gli operatori pubblici, i veterinari, aziende che saranno aperte o convertite proprio per questo tipo di caccia e anche i proprietari dei terreni, previo corso dell’Ispra (che, per inciso, con la nuova composizione voluta dal governo, ovvero nessun rappresentante di associazioni animaliste e tre cacciatori, è stata definitivamente messa a tacere).

Si apre una stagione orribile: persino le aree protette non sono state risparmiate da questo scempio chiamato legge. Cervi, stambecchi, cinghiali, volpi, e poi le “forme ibride presenti in natura”, e tra queste gli “ibridi cane lupo”, che poi sono cani meticci (attenzione al proprio cane, quindi). Nessuno è risparmiato.

Neanche i lupi, specie protetta. Ma il decreto dice che

“i dati forniti da Ispra nel 2022 attestano un miglioramento dello stato di conservazione dell’animale che permetterebbe di superare il divieto totale di deroghe alla sua rimozione contenuto nel piano d’azione del 2002”.

 E allora spariamogli.

abbattimento orsi
Un cerbiatto in una foto di WildPixar by Pixabay

Ma la vera ciliegina arriva al comma 3.1.13 del decreto. Qui finalmente appare chiaro il perché di una legge così terribile, in barba a qualunque legislazione fino ad oggi approvata e anche alle lotte per l’ambiente che si stanno portando avanti: immaginate infatti cosa si lasceranno dietro un’orda di cacciatori armati di tutto punto nelle aree protette? Quel comma si intitola: “Creazione di una filiera delle carni”.

Ed ecco svelato il trucco: si avvierà una commercializzazione su vasta scala di carne degli animali selvatici, una filiera che nutrirà dai cacciatori agli industriali che potranno lavorare la carne e immetterla in commercio.

Mentre i cacciatori non solo potranno soddisfare la loro sete di sangue, ma anche guadagnarci. Attenzione però a comprarla: potrebbe essere contaminata dal piombo dei fucili. Non tanto salutare: ma il governo ha pensato anche a questo “suggerendo”, e quindi ciao, di utilizzare proiettili atossici.

C’è da giurarci che i poveri orsi del Trentino da oggi in poi non avranno vita facile: già negli ultimi mesi ne sono stati trovati morti diversi esemplari. E anche se tutti si sono sempre affrettati a giustificare queste morti come il frutto di lotte tra maschi, resta sempre il dubbio. Le associazioni animaliste, Oipa in testa, continueranno però a vigilare affinché orsi e lupi, che sono entrambi specie protetta, restino tali. Ma, con i cacciatori che entrano ed escono come e dove vogliono, quanti incidenti ci saranno?

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