Il 2 agosto l’umanità è già arrivata a consumare tutte le risorse generate dal pianeta per l’intero anno. A renderlo noto è il centro di ricerche Global Footprint Network (Gfn) che annualmente individua la data del cosiddetto Earth Overshoot Day, la giornata in cui il Pianeta va in riserva e inizia a estrarre risorse naturali ‘a debito’, cioè la data in cui la domanda dell’umanità di risorse e servizi ecologici in un dato anno supera ciò che la terra può rigenerare in quello stesso anno.

Gli sperperi delle risorse comuni

Un po’ come chi arriva al 15 del mese senza più soldi, continuando ciononostante ad acquistare, spendere, sperperare risorse. Finendo poi, magari, tra le braccia accoglienti e mortali di qualche strozzino pronto a rendere la vita impossibile, con i suoi tassi di interesse al di là di qualsiasi possibilità. Peccato che la Terra non abbia la stessa crudeltà. Continua a spremersi per farci arrivare a fine mese ma lo stiamo vedendo: non ce la fa più. I cambiamenti climatici in atto e le loro nefaste conseguenze ne sono un esempio. Sono lo strozzino degli sperperatori seriali insensati e forsennati: gli abitanti umani della Terra.

L’Earth Overshoot Day e le risorse (Mysticsartdesign by Pixabay)

Earth Overshoot Day: niente più risorse

Quest’anno la fatidica ricorrenza è stata individuata qualche giorno dopo rispetto al 2022, quando l’Earth Overshoot Day cadde il 28 luglio. Il posticipo tuttavia è una ben magra consolazione perché le analisi di Gnf, rigorosamente basate sul calcolo dell’impronta di carbonio (parametro che permette di quantificare gli impatti emissivi e monitorare l’efficienza ambientale) confermano ancora una volta che l’umanità è in piena crisi ecologica perché sta consumando molte più risorse di quelle che il Pianeta è in grado di rigenerare ogni anno.

Per le risorse dovremmo avere un altro Pianeta

Secondo gli esperti del clima, insomma, il 2023 conferma il dato che per stare in equilibrio non ci basta più il nostro Pianeta, ma ne dovremmo idealmente disporre di un altro, più piccolo, di ‘scorta’ per risorse che non abbiamo più. Manteniamo questo deficit esaurendo gli stock di risorse ecologiche e accumulando rifiuti, principalmente anidride carbonica nell’atmosfera.

Il Global Footprint Network

L’Earth Overshoot Day è ospitato e calcolato dal Global Footprint Network, un’organizzazione di ricerca internazionale che fornisce ai responsabili delle decisioni una serie di strumenti per aiutare l’economia umana a operare entro i limiti ecologici della terra.

L’Earth Overshoot Day e le risorse (Geralt by Pixabay)

Il calcolo del consumo di risorse dal 1961

Per ogni edizione i risultati, comprese le date annuali dell’Earth Overshoot Day, vengono ricalcolati fino al 1961, garantendo così la coerenza nel tempo e nello spazio, nei vari Paesi. Negli ultimi 5 anni la tendenza si è appiattita.

“Quanto di questo sia guidato dal rallentamento economico o da sforzi deliberati di decarbonizzazione è difficile da discernere. Tuttavia, la riduzione dell’Overshoot è troppo lenta”, segnala il Global Footprint Network.

Per raggiungere l’obiettivo dell’Ipcc di ridurre le emissioni di carbonio del 43% in tutto il mondo entro il 2030 rispetto al 2010,

“sarebbe necessario spostare l’Earth Overshoot Day indietro di 19 giorni all’anno per i prossimi sette anni”.

L’Earth Overshoot Day e le risorse (Artie_Navarre by Pixaday)

Cosa fare per non finire del tutto le risorse

Semplici cambiamenti potrebbero spostare indietro l’Earth Overshoot Day in modo significativo: l’aumento delle fonti globali di elettricità a basse emissioni di carbonio dal 39% al 75% lo sposterebbe di 26 giorni, dimezzando lo spreco alimentare si guadagnerebbero 13 giorni, piantare alberi fra altre colture, anche agricole, farebbe guadagnare 2,1 giorni in più.

L’Earth Overshoot Day e le risorse (81349 by Pixabay)

Earth Overshoot day e i sintomi del superamento delle capacità della Terra

Il persistente superamento delle capacità della terra di ricostituire le risorse che consumiamo

“porta a sintomi sempre più evidenti, tra cui insolite ondate di calore, incendi boschivi, siccità e inondazioni, con il rischio di compromettere la produzione alimentare”,

avverte il Ceo di Global Footprint Network, Steven Tebbe. “Ciò sottolinea l’interesse per le città, i Paesi e le entità commerciali di promuovere la sicurezza delle proprie risorse se vogliono prosperare. Anche il mondo ne trarrebbe beneficio”, aggiunge Tebbe.

Per sapere se è possibile fare qualcosa, clicca qui.

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