Negli Stati Uniti, dopo la sentenza della Corte Suprema, 7 stati hanno già privato le donne del diritto all’aborto, mentre altri 14 stati si preparano a privarle di un diritto che nel 2022 dovrebbe essere scontato.

Tutti gli stati che si preparano all’abbandono sono a guida repubblicana e già in passato avevano imposto severe restrizioni riguardanti l’interruzione della gravidanza. In totale negli Usa sono 26 gli stati che potrebbero sospendere il diritto all’aborto.

 In Kentucky, Louisiana e South Dakota l’entrata in vigore della sospensione del diritto all’aborto ha seguito immediatamente l’emissione della sentenza da parte della Corte Suprema, mentre in Arkansas, Missouri e Oklahoma si sono aspettate solo poche ore per rendere realtà la disumana proibizione. In Alabama, dopo la sentenza è stato riportato in vigore un divieto precedentemente abolito, mentre in North Dakota e Utah per sospensione del diritto all’aborto si aspetta il via libera delle autorità statali che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni. In Mississippi e Wyoming bisognerà attendere di più: in Mississippi si sospenderà il diritto all’interruzione di gravidanza 10 giorni dopo che il procuratore generale avrà dichiarato la legge costituzionale, mentre in Wyoming si aspetteranno cinque giorni a partire dalla certificazione del rovesciamento della sentenza Roe da parte del procuratore. In Idaho, Tennessee e Texas ci vorranno 30 giorni, tuttavia le cliniche di quest’ultimo stato hanno già interrotto le pratiche di interruzione della gravidanza, anticipando i tempi e abbandonando le donne a sé stesse. Intanto non si fermano le intense proteste e manifestazioni davanti alla sede della Corte Suprema a Washington. Denver, Atlanta, Chicago e Philadelphia sono solo alcune delle città in cui si stanno svolgendo le dimostrazioni. Ma anche ad Austin, in Texas, dove già sono in vigore severe restrizioni all’aborto che verranno sostituite a breve da un’abolizione completa. Al momento tutte le proteste non stanno sfociando in episodi di violenza anche laddove – come nella capitale americana – accanto a coloro che criticano aspramente la sentenza, sono scesi in piazza coloro che la festeggiano, vedendola come una conquista per il diritto alla vita.

Leggere una notizia del genere nel 2022 ci riporta indietro di secoli, dimostrandoci come l’America, vista come il faro della modernità e della civiltà occidentale, si dimostri spesso un paese maschilista e arretrato, con uno sguardo che non pare sempre proiettato verso il futuro e verso i fondamentali diritti umani. Sul diritto all’aborto suggerisco l’articolo di Loredana Bertè pubblicato all’interno della rivista Rewriters (https://rewriters.it/aborto-il-corpo-e-mio-e-lo-gestisco-io-a-costo-di-riprendere-le-botte/

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