”Tua madre lo diceva, non andare su youPorn”, canta Calcutta nella canzone Gaetano. Se i giornalini, partendo dal mitico postalmarket fino ad arrivare a quelli vietati ai minori di 18 anni, sono stati l’unico manuale di educazione sessuale per tante generazioni, oggi sono stati senza dubbio sostituiti dal pullulare dei siti porno su internet. Il problema però continua a restare lo stesso: l’educazione sessuale a scuola rimane un tabù.

Negli ultimi quarant’anni ci sono stati 16 progetti di legge e oltre 300 atti parlamentari tra interpellanze, interrogazioni e risoluzioni: eppure ad oggi l’Italia non ha una legge sull’educazione sessuale. Se negli anni ’70 si parlava di sesso in modo esplicito, agli inizi del nuovo millennio si è cominciato a parlare di educazione affettiva, passando per quella sentimentale, per arrivare ad un generico programma di educazione al rispetto.

Sullo spinoso argomento  i dati parlano chiaramente: si legge nel rapporto Policies for Sexuality Education in the European Union (2013), pubblicato dal Dipartimento Direzione generale per le politiche interne del Parlamento Ue, che

«gli esperti hanno affermato in numerosi studi e rapporti che un’educazione sessuale insufficiente porta a un aumento del tasso di gravidanze in età adolescenziale e a una maggiore quantità di persone che soffrono di AIDS e malattie sessualmente trasmissibili».

Per questo motivo “l’educazione sessuale dei giovani deve essere considerata come uno strumento appropriato per prevenire questi effetti negativi“.

Il rapporto disegna anche una mappa di come gli Stati europei si orientano rispetto all’insegnamento dell’educazione sessuale: “nella maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea questa materia è obbligatoria (in Germania dal 1968, in Danimarca, Finlandia e Austria dal 1970, in Francia dal 1998)”. Fanno eccezione 7 paesi sui 24 analizzati: Bulgaria, Cipro, Lituania, Polonia, Romania, Regno Unito e Italia. 

Affidiamoci allora ancora una volta all’arte e ai suoi linguaggi, recentemente ha avuto molto successo Sex Education una serie televisiva inglese prodotta da Netflix che, attraverso le vicende di un gruppo di adolescenti che frequentano la stessa scuola, affronta in modo molto delicato e senza tabù le tematiche importanti della sessualità facendo parlare direttamente i ragazzi. E forse anche in Italia, con un progetto molto più complesso e articolato avremo la nostra Sex Education grazie a due registi, Giulio Basadonne e Anna Pollio, un professore universitario, Paolo Mottana e otto ragazzi, Enrica, Claudio, Matteo, Isa, Feel, Lorenzo, Matilde e Pip che sono stati selezionati attraverso una chiamata pubblica sui social per prendere parte al documentario Making of Love. Dal loro incontro e dall’entusiasmo e la creatività degli otto interpreti sono nati anche:

 – un libro, Making of love: parliamo di sesso, che propone una nuova grammatica dell’educazione sessuale, 

– alcuni laboratori, Learning of love, per coltivare insieme il rispetto e la scoperta dell’altro,

– una fiction su l’arte di amare, Edonè la sindrome di Eva, scritto dagli otto ragazzi e da Michele Vaccari che racconta le varie sfumature della sessualità a partire dal proprio corpo e i propri sentimenti – ecco il trailer:

L’idea di Giulio Basadonne, Anna Pollio e Paolo Mottana era quella di affrontare tutti gli argomenti di cui si ha più diffi­coltà a parlare: masturbazione, omosessualità, sex toys, poliamore, coppia, identità di genere, consenso, BDSM, voyerismo/esibizionismo. Perché il sesso non sia visto solo come quello prestazionale dei porno, ma fatto di sapori, odori, libertà, spirito, pratiche… persino arte. Lucio, Anna e Paolo hanno lavorato per quasi un anno alla scrittura del film senza trovare un plot che li convincesse totalmente. Fino a quando si sono chiesti “e se fossero i ragazzi stessi a scriverlo e a girarlo? Non sarebbe più interessante e funzionale farsi da parte ed essere solo mentori lasciando a loro il ruolo di principali creativi?”
Detto, fatto. Il film, insieme al documentario e al libro, secondo le parole dei protagonisti, getta le basi per la terza rivoluzione sessuale e intanto cerca di partire dal basso attraverso un crowfunding e la speranza di aprire un dibattito nella scuola pubblica italiana… ce la farà? Senza dubbio il bisogno c’è!

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