Ci risiamo. Un altro atto vandalico contro un’opera d’arte. Se l’ultima volta era toccato alla “Barcaccia“, ora la nuova vittima è la Venere degli Stracci, un’opera che fino a poco fa si trovava esposta a Napoli, esattamente a Piazza del Municipio. La Venere è stata bruciata; o meglio i suoi stracci sono stati bruciati ed il fuoco ha mangiato anche il resto dell’opera (stracci che avrebbero dovuto resistere al fuoco).

La Venere degli Stracci di Michelangelo Pistoletto era stata inaugurata lo scorso 28 giugno per dare il via al progetto “Napoli contemporanea”. Pistoletto la realizzò per la prima volta nel 1967 e da allora la scultura è stata il simbolo per eccellenza dell’Arte Povera. Della Venere esistono diverse versioni, ma quella di Napoli era di dimensioni più grandi rispetto alle altre, proprio per essere ammirata da una piazza. Ma la sua permanenza lì non è durata molto.

La Venere degli Stracci è stata bruciata e ciò che ora rimane nella piazza è solo il suo scheletro. Chissà come si sarà sentito il suo Michelangelo Pistoletto, il “papà” della Venere, quando gli hanno riferito la notizia. Stando alle ultime dichiarazioni, l’incendio alla statua potrebbe essere l’ennesima challenge lanciata sui social. Grazie alle telecamere presenti in zona si potrebbe trovare il colpevole.

Il significato della Venere degli Stracci incarnava perfettamente il luogo in cui si trovava, ovvero Napoli. L’opera unisce la bellezza e l’arte classica ai temi della povertà e della sostenibilità e della modernità. Antico e moderno. La Venere e gli stracci. Nessuno dei due ha senso senza l’altro. La Venere, grazie alla sua bellezza, riesce a dare nuova vita a dei semplici stracci, fino a farli diventare un’opera d’arte. Chissà se, come una fenice, la Venere riuscirà a rinascere dalle sue ceneri, a dimostrazione che nemmeno un incendio può fermare l’arte.

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