L’hotspot di Lampedusa scoppia: con gli ultimi arrivi del 12 luglio e alcuni trasferimenti, sono oltre 1.400 i migranti accolti in una struttura concepita per ospitarne al massimo poco meno di 400: fino a stamattina, 12 luglio, erano 2.226. In 530 sono stati trasferiti, in un’operazione della Prefettura di Agrigento d’intesa con il Viminale, con il traghetto di linea Galaxy per raggiungere Porto Empedocle. Altri 178, con un volo charter, andranno ad Olbia.

Un’ondata di sbarchi che non si ferma mai. Con il suo carico di morte e di dolore. Un ennesimo naufragio è avvenuto tra le coste tunisine e quelle maltesi, ed è solo uno tra i tanti che hanno costellato questi ultimi mesi, rendendo il mare Mediterraneo sempre di più un cimitero pieno di morti senza nome e senza lapide. I superstiti di quest’ultima tragedia del mare, 14, trasbordati da un peschereccio tunisino sulla nave della guardia Costiera Dattilo, raccontano di vittime, almeno 5, tra cui una donna e una bambina.

I naufraghi in fuga dalla Tunisia

Partiti dalla Tunisia, al largo della costa siciliana si sono ritrovati in acqua: l’imbarcazione di fortuna si sarebbe ribaltata. Tra le persone tratte in salvo un uomo della Sierra Leone, arrivato con moglie e il figlio, un nigeriano, anche lui partito con moglie e figlia che risultano tra i dispersi, una donna incinta della Sierra Leone arrivata con un connazionale, un’altra donna in stato di gravidanza dal Camerun, un uomo con 4 bambini.

Uno dei più terribili naufragi degli ultimi tempi è stato quello a largo di Pylos, in Grecia, il 14 Giugno in cui hanno perso la vita oltre 600 persone, con una dinamica ancora tutta da chiarire. Perché è questo l’altro grande problema delle migrazioni via mare, che vede persone disposte a tutto pur di raggiungere la promessa di una vita: quello di soccorsi portati avanti dalle ong ostacolati in tutti i modi, quello di coordinamenti che non esistono, quello di respingimenti mascherati.

L’11 luglio, sull’isola di Lampedusa, ci sono stati 25 sbarchi per un totale di 1.047 persone. Sui 4 barchini soccorsi nelle ultime ore ce ne erano 47 (2 donne), 44 (13 donne e 8 minori), 40 (13 donne) e 46 (3 donne): hanno dichiarato di provenire da Burkina Faso, Costa d’Avorio, Camerun, Eritrea, Guinea, Mali, Sierra Leone, Senegal e Sudan. Uomini e donne con i loro bambini che arrivano sulle nostre coste senza nient’altro che le loro vite.

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