Ho il piacere di portare alla vostra attenzione, e per la prima volta, la Collezione del Museo d’Arte Lercaro, diretto dal Prof. Giovanni Gardini, parte della Fondazione Cardinale Giacomo Lercaro di Bologna. Lo spazio espositivo della Collezione è ricco di innumerevoli opere di arte antica, moderna, contemporanea, nazionale ed internazionale, e propone senza sosta significativi approfondimenti con lavori di artiste/artisti contemporanei di grandissima attualità.

L’esposizione visibile negli spazi dedicati alle mostre temporanee, fino al 16 Novembre 2025, dal titolo Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena, è in collaborazione con l’Alma Mater StudiorumUniversità di Bologna, Dipartimento di Filologia Classica e Italianistica, Centro Studi RAM (Ricerche e Analisi Manoscritti) Archivio Arcivescovile di Bologna, nell’ambito del progetto PRIN 2022 PNRR REcycled meDieval DIplomatic fragmentS (REDDIS) (CUP J53D23017780001) finanziato dall’Unione Europea – NextGenerationEU a valere sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). La curatela è di Giovanni Gardini, Maddalena Modesti, Roberta Napoletano, Cristina Solidoro con la partecipazione di Antonello Ghezzi e Sara Vasini.

Fondazione Lercaro – Fotografia di Marco Parollo

La storia della Collezione

La Collezione del Museo d’Arte Lercaro nasce dall’unione delle opere acquistate personalmente dal Cardinale Giacomo Lercaro (Arcivescovo di Bologna dal 1952 al 1968) a quelle che nel tempo artisti, collezionisti e amanti dell’arte donarono all’alto prelato in segno di stima profonda. Le prime opere gli vennero portate in dono nel 1971 in occasione del suo 80° compleanno, da quattro autori della città: Aldo Borgonzoni, Pompilio Mandelli, Enzo Pasqualini, Ilario Rossi. Da questa acquisizione ebbe origine l’intenzione di rendere aperta a tutti la possibilità di vedere le opere donate nel tempo e allestite nelle sale di Villa San Giacomo, residenza del Cardinale sulle colline bolognesi. Negli anni che seguirono, le successive numerose donazioni resero necessario pensare ad una riorganizzazione espositiva con criteri museografici per permetterne la visione da parte di un pubblico più ampio.

Fondazione Lercaro – Fotografia di Marco Parollo

Da Villa San Giacomo alla sede attuale

Un primo intervento di riorganizzazione dello spazio espositivo fu fatto da Franco Solmi (Bologna, Reggio Emilia, Italia 10 Agosto 1928 – 9 Agosto 1989) Critico d’Arte e Direttore della Galleria Comunale d’Arte Moderna di Bologna dal 1975 al 1987. A quel lavoro seguì la successiva sistemazione dell’esposizione delle opere al pubblico sotto la direzione di Marilena Pasquali (Bologna, Reggio Emilia, Italia, 1949) Storica dell’Arte, Critica d’Arte contemporanea ed esperta di gestione museale in Italia, che nel 2003 curò anche il trasferimento delle opere nella sede attuale ristrutturata grazie al contributo della Fondazione Carisbo. Nel 2008 S. E. Mons. Ernesto Vecchi, Presidente della Fondazione Lercaro nominerà Direttore Artistico Andrea Dall’Asta SJ il quale rimodulerà l’allestimento come espressione di un dialogo attivo tra antico e contemporaneo.

Fondazione Lercaro – Fotografia di Marco Parollo

La Collezione Permanente

Tra le opere della Collezione Permanente sono presenti lavori di Giacomo Manzù, Arturo Martini, Francesco Messina, Vittorio Tavernari, Giovanni Boldini, Ettore Spalletti, Mimmo Paladino, Graziano Pompili, Giacomo Balla, Filippo de Pisis, Renato Guttuso, Antonio Mancini, Giorgio Morandi, Adolfo Wildt. Tra quelle più antiche si potrà ammirare un altorilievo raffigurante una Madonna del latte (fine del XV Sec.) che replica e riproduce il tondo in marmo della lunetta del Sepolcro Tartagni nella Basilica di San Domenico a Bologna. https://catalogo.beniculturali.it/detail/PhotographicHeritage/0800635803-57. Il monumento sepolcrale fu eseguito in marmo dallo scultore Francesco di Simone Ferrucci (Fiesole, Firenze, Toscana, Italia, 1437- Firenze, 1493) per il giurista imolese e dottore dello Studio bolognese Alessandro Tartagni, morto nel 1477. In esposizione anche arazzi di manifattura fiamminga del periodo tra la fine del XVI e l’inizio del XVII Secolo.

Francesco Ferrucci (bottega?) Madonna col Bambino fine XV secolo (?) gesso con tracce di cromia Ø 84 x 9 cm. Bologna, Raccolta Lercaro – https://www.fondazionelercaro.it/il-museo/

Il percorso espositivo è stato pensato come uno spazio di relazione tra i molteplici aspetti espressivi del linguaggio dell’arte: la rappresentazione naturalistica dei “ritratti” di Giovanni Boldini ed Eugenio Pellini, il segno innovativo e geniale delle cartoline futuriste di Giacomo Balla, o quello più misurato del suo allievo Emilio Ambron, l’essenzialità espressiva dell’opera di Giorgio Morandi e la concezione di un “sacro” profondamente connesso con la dimensione umana e concreta della vita, espressa dalla scultura di Giacomo Manzù.

Fondazione Lercaro – Fotografia di Marco Parollo

Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena

La mostra allestita fino al 16 Novembre 2025, negli spazi espositivi dedicati alle esposizioni temporanee, è intitolata Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena. Esplora una peculiare e forse inattesa forma di sopravvivenza del patrimonio di testi e di scritture prodotti a mano nel Medioevo e in Età Moderna: quella del riuso della pergamena di scarto. Libri e documenti non più letti o divenuti privi di valore, anziché essere gettati al macero vennero smembrati e ridotti in frammenti per essere riciclati con differenti modalità, ma soprattutto come materiale da legatoria.

Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamenahttps://www.fondazionelercaro.it/raccolta-lercaro/

Oggi quei materiali si dimostrano preziosi testimoni di ciò che un tempo furono i documenti autentici: pubblici, privati, amministrativi, codici vergati da mani pazienti e in alcuni casi decorati, letti e annotati prima di essere rimossi dagli scaffali e poi scartati. Per molti secoli documenti e libri manoscritti hanno costituito il principale veicolo di conservazione della memoria, di trasmissione del sapere e della cultura, prima di essere progressivamente dismessi e sostituiti dopo l’avvento della stampa.

Il senso del riuso della pergamena di scarto

Dall’Archivio Generale Arcivescovile è stato attinto un ricco campionario di ex-documenti ed ex-libri, databili dal IX al XVIII Secolo, non limitato all’ambito latino ma con testimonianze in lingua volgare, ebraica, greca e araba, funzionale ad attestare la pervasività e trasversalità delle modalità di reimpiego della pergamena. Stupirà poter rintracciare nei frammenti esposti tracce di veri e propri capolavori della nostra letteratura latina e medioevale accanto ad autorevoli resti di raffinati libri liturgici, musicali, testi universitari e persino statuti cittadini. L’esposizione propone inoltre un percorso inedito e originale tra relitti documentari le cui grinze di pergamena riciclata lasciano emergere microstorie, rimandano echi di avvenimenti, persone, beni e luoghi della storia della città di Bologna di cui non si rintraccia altra memoria.

Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamenahttps://www.fondazionelercaro.it/raccolta-lercaro/

Una riflessione su selezione e salvaguardia

Questa insolita ma straordinaria esposizione ci porta da un lato a riflettere sulle modalità di selezione e salvaguardia della nostra eredità relativa alla cultura scritta e sulla transitorietà e caducità dei testi e dei loro media, dall’altro a sollecitare chi guarda alla riscoperta di pratiche virtuose e modelli comportamentali eco-sostenibili che affondano le proprie radici nella nostra più antica tradizione culturale. Nel contesto espositivo un dialogo suggestivo è reso dalle opere di arte contemporanea di Antonello Ghezzi e Sara Vasini poste in relazione con le antiche sopravvivenze d’inchiostro e pergamena; uno spazio di confronto tra vecchi e nuovi linguaggi espressivi attorno ai temi della memoria, della cultura scritta e del riuso.

Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena https://www.fondazionelercaro.it/il-museo/

La mostra, che si sviluppa in quattro sale del Museo, si è avvalsa della consulenza e collaborazione di un importante comitato scientifico composto da Emma Abate, Giuseppe De Gregorio, Giovanni Gardini, Michele Impagnatiello, Elena Lolli, Simone Marchesani, Maddalena Modesti, Roberta Napoletano, don Riccardo Pane, Arianna Pastorini, Cristina Solidoro, Giacomo Vignodelli, Annafelicia Zuffrano. In ogni Sala sono presenti i Fogli di Sala per mezzo dei quali si potrà approfondire la visione attraverso informazioni maggiormente dettagliate e di fondamentale importanza per seguire più correttamente il percorso espositivo e comprendere meglio le opere esposte.

Ad esempio nella Prima Sala (Indicato al Punto 7 del Foglio di Sala) è visibile il grande foglio di pergamena del XII Secolo, scelto come immagine rappresentativa di Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena, che raffigura un drago alato nell’atto di stringere tra le fauci una preda. [IMMAGINE IN EVIDENZA]

Sala 1 – Fenomenologia dell’inutile

7. Il vangelo di Matteo e un drago alato

AABo, Archivio consorziale del clero urbano, II C4, 22. 313 x 486 mm, pergamena, XII sec. Il grande foglio di pergamena, che riveste un registro del Consorzio di Porta Ravennate in uso nel 1548, apparteneva a un lezionario del XII secolo, cioè un libro contenente le letture della messa, ordinate secondo il calendario liturgico. In quello che oggi è l’interno della copertina, nella parte finale del registro, si vede una capitale zoomorfa realizzata a tempera, con pigmento rosso, giallo, blu, verde e celeste: essa rappresenta un drago alato nell’atto di stringere tra le fauci una preda. La grande e meravigliosa F così raffigurata principia il passo del Vangelo di Matteo, riferito qui dalla versione della Vulgata, nel quale Gesù annuncia il tradimento che sta per ricevere e dove si narrano alcuni episodi precedenti il suo arresto. Nel lembo di pergamena ripiegato per farne una coperta si vedono, inoltre, alcuni segni di “virgolette” normalmente utilizzati nei manoscritti liturgici medievali per mettere in evidenza alcuni passaggi testuali che dovevano essere letti o cantati: i segni di attenzione si riferiscono a parte del testo che si trova nell’altro lato del foglio.

Post – Scriptum. Sopravvivenze di inchiostro e pergamena https://www.fondazionelercaro.it/il-museo/

Le sale:

Sala 1 – Fenomenologia dell’inutile

Sala 2 – Tra memoria e oblio

Sala 3 – Eco – Grafie

Sala 4 – Quello che conta

Questo studio e approfondimento è di grandissimo interesse in un momento in cui tutt* dovremmo valutare quali possano essere i migliori metodi per salvaguardare la scrittura e preservare i testi scritti, soprattutto dopo la ri-scoperta che nella nostra antica tradizione culturale fossero già stat* presenti donne e uomini che avessero compreso perfettamente l’importanza di un processo di trasformazione sostenibile. Queste persone del passato hanno vissuto un cambiamento che l* ha portat* a creare nella civiltà a loro contemporanea delle condizioni favorevoli a prospettive di rafforzamento delle sinergie che potessero rispondere adeguatamente alle sfide sociali e ambientali del proprio tempo e sostenere uno sviluppo eco-sostenibile.

Ritengo inoltre, che questa splendida esposizione porti trasversalmente ad una riflessione sul mai sopito piacere di leggere sul libro stampato non usufruendo delle nuove tecnologie, con l’impegno di una promozione della lettura come caposaldo del patrimonio della coscienza collettiva. Tutt* dovremmo sentirci impegnati a diffondere l’importanza del ruolo della lettura sulla carta e del libro stampato sulla carta: la meravigliosa carta! La tattilità di un libro è piacevole, vi è maggior facilità nel memorizzare un testo stampato su carta rispetto al testo “liquido” che scorre, poiché la doppia pagina aperta e stabile viene automaticamente scansionata dal nostro cervello, e la nostra memoria è confortata dal fatto che una pagina di carta girata continui ad esistere come oggetto. La visione della pagina sullo schermo invece, risulta un oggetto per sua natura effimero: una volta passata è come se non esistesse più.

APERTURE: 

La mostra è visitabile a ingresso libero fino al 16 Novembre 2025.

ORARI:

Martedì e Mercoledì 15.00-19.00;

Giovedì, Venerdì, Sabato e Domenica 10.00 – 13.00 / 15.00 – 19.00. 

Per maggiori informazioni scrivere a: 

segreteria@raccoltalercaro.it

maddalena.modesti3@unibo.it

FONDAZIONE MUSEO D’ARTE CARDINALE GIACOMO LERCARO ETS
Via Riva di Reno, 57, Bologna

segreteria@raccoltalercaro.it

www.raccoltalercaro.it

La pubblicazione delle immagini fotografiche di questo articolo scritto per la testata giornalistica digitale ReWriters, è stata autorizzata dal Prof. Giovanni Gardini Direttore del Museo d’Arte Lercaro.

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