Ci sono volte in cui si sta… e basta. E altre in cui ci si muove. Invece di pensare al passato, ai dolori passati, mi va di dire di oggi. Oggi è un giorno migliore. Ho capito un sacco di cose, ho capito soprattutto quello che mi piace e quello che noCi sono volte in cui si sta, e basta. E altre in cui ci si muove, si grida, si fa festa, festa dei sensi e dell’intelligenza, ci si dimentica degli specchi, nel senso proprio che esistano specchi, e si gode.

Ci sono stati giorni in cui ci si acciambellava sulla sofferenza, tonti ad aspettare il sonno che non veniva mai, estremo rifugio in cui dimenticarsi di sé, atteso e al contempo temuto, perché nel sonno si perde il controllo, durante il sonno ti può assalire chiunque, e poi rischi di sognare, e i sogni dolgono. 

Nei sogni vai lontano, io teorica della fuga avevo questo modo cattivo di allontanarmi, questa piccola morte. Ora non più. Ora faccio. Niente più teoria, ma pratica: scivere, leggere. Dipingere, cantare, recitare, fare figli. Beh, uno, almeno. E il fare è la mia cura. Ho sempre avuto, più forte di tutti gli altri, violento, potente e ineluttabile, l’istinto di vita. Questo mi ha salvata, dai lutti, dal dolore, dai giudizi e dalla malattia, mi ha salvata. 

Ce la si può fare. Se ci sono riuscita io, si può. Volevo dirvi questo. E’ una buona notizia. Comunque: Alda Merini, Ballate non pagate. Giulio Einaudi Editore.   

(Foto di copertina presa da qui).

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