Ventuno secondi di musica techno lanciati sulla rete da un video che ritrae Berlino, non più di una settimana fa, a poche ore dai provvedimenti che il nostro Governo sta per vagliare con il prossimo DPCM in merito alla questione sicurezza, con riferimento ai locali, ristoranti e agli spazi ludici.
Il video è stato postato da Ex Dogana, organizzazione protagonista dell’intrattenimento capitolino che da anni riempie le notti romane e che oggi è impegnata, anche se in modo più saltuario, nella sperimentazione di eventi in grado di garantire il rispetto delle norme anticontagio. Tra gli ultimi appuntamenti della compagine infatti, compare Fluida – Disco Lockdown, serata che Ex Dogana ha proposto in streaming e dal vivo, con la costruzione di un’apposita bolla trasparente per garantire la distanza tra pubblico e DJ in console.
Nel video, che in breve colleziona commenti e condivisioni, si vede una folla in piazza con mascherine al seguito, ballare a ritmo di tech music, con tanto di drink alla mano. Una ripresa singolare che suscita sin da subito le critiche di alcuni followers, pronti a chiedere ad Ex Dogana quale sia la motivazione o il messaggio dietro la discutibile condivisione del video sul social. «Nessun messaggio», rispondono dalla pagina, «è solo cronaca», aggiungono.
«Un bel po’ di mesi fa a giudicare dalle maniche corte» – commenta un utente, che aggiunge – «Qui il governo ha appena proclamato il coprifuoco: tutto chiuso dalle 23.00 alle 6.00, vietati gli assembramenti superiori alle 5 persone. Neukölln ha un’incidenza di contagi superiore ai 95 punti. A Friedrichshain-Kreuzberg siamo sopra i 60 punti. Giusto per informazione dei forzati del sottocassa, che si lagnano delle restrizioni attuate in Italia», conclude il follower. E così, Berlino balla senza paura, ma – vien da dire – a scapito di chi? Una ripresa che rende conto di come i punti di vista sulla questione “mondo della notte” siano molteplici, soprattutto oltre il confine italiano.
Intanto il Paese è fermo. A nulla sono valsi i tentativi di molte organizzazioni italiane che hanno provato ad immaginare una forma di intrattenimento a prova di Covid. «Conviene star fermi. Abbiamo più possibilità di far comprendere ai proprietari che le difficoltà con gli affitti sono reali. Se dovessimo aprire per sole 50-100 persone sarebbe comunque una remissione ed un inganno, un pretesto per i titolari delle mura che potrebbero incalzare con le richieste. Siamo allo stremo, questa è la verità», afferma senza appello un organizzatore da noi raggiunto, che aggiunge «Non possiamo resistere ancora per molto. Speriamo che si arrivi presto ad una soluzione, ad un vaccino che ci liberi da questo incubo», conclude.
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