E’ estate. Leggo il saggio di Giusy Mantione Essere Umano e Ambiente: la storia di una relazione tra natura e cultura, parte di un libro che davvero vi consiglio “Il Corpo della Terra: La relazione negata (ed. Castelvecchi). Cita un testo di Aldo Leopold che recita così:

Noi abusiamo della terra perché la consideriamo una merce che ci appartiene. E’ solo quando vediamo la terra come una comunità a cui appartenere che iniziamo a trattarla con amore e rispetto”.

Mi fermo e mi affaccio alla finestra. Vivo sotto il cupolone. Una grande fortuna in una città come Roma che può essere bellissima con il suo estesissimo e magnifico centro storico e con le sue ineguagliabili aree verdi che tutto il mondo ci invidia; ma che può anche essere brutta, invivibile e sporca come le più trascurate e povere città del mondo. Il quartiere delle Fornaci in realtà, nonostante la sua vicinanza al Vaticano è per conformazione e storia un’isola serena e popolare, nato come dice il nome come quartiere alloggio per gli operai delle cave di argilla e delle fornaci per la fabbricazione di mattoni, e stretto tra le mura vaticane e i contrafforti del Gianicolo da una parte e delle colline aurelie dall’altra, cosicché ha resistito fino ad oggi con una sua identità e resilienza di fronte all’avanzata del turismo.

Negli ultimi anni la crisi dei rifiuti a Roma ha fatto andare spesso foto del mio quartiere, il borgo delle Fornaci, su tutti i media, perché è effettivamente spettacolare fare una foto al cupolone così ravvicinata e con in primo piano cumuli di rifiuti, eserciti di topi e quant’altro. Il quartiere delle Fornaci però resiste, anche e perché ha questa forte anima popolare, che ogni 25 aprile si ritrova a via della Cava Aurelia a ricordare i partigiani e civili di qui che hanno combattuto e vinto il fascismo. E resiste anche nel non cedere al degrado che scoraggerebbe anche la persona più decisa. Era tempo che notavo come di tanto in tanto qualcuna o qualcuno sistemava un’aiuola o spazzava la piazzetta. Anche io a un certo punto, anni fa, avevo convinto il mio vicino Claudio a comprare delle scope e per qualche settimana avevamo spazzato sotto casa… ma era finita là. Poi dopo tanto pensare “devo tornare a farlo, devo tornare a farlo” ecco che incontro quei qualcuno che lo stavano facendo, là nella piazzetta sottocasa. Mi fermo, li ringrazio e poi chiedo come si incontrano; mi inseriscono in una chat (una delle pochissime sensate di cui faccio parte) e da lì inizio a conoscere queste meravigliose persone che senza troppi proclami, senza necessità di ritorni o di visibilità, ognuna come e quando può, si danno appuntamento, piantano alberi e piante in aiuole abbandonate, puliscono da rifiuti la piazza e vari angoli del quartiere, fanno collette per comprare materiale, riaprono e bonificano un parchetto abbandonato e così via. Sullo stile, ma senza riferimento, a movimenti come il Green Guerrilla nato a New York per creare un giardinaggio comunitario come atto radicale di lotta contro l’ingiustizia alimentare e ambientale. Per approfondire il tema consiglio il libro Guerrilla gardening: manuale di giardinaggio e resistenza contro il degrado urbano, di Michele Trasi, Andrea Zabiello, edizioni Kowalski.

La persona che senza investitura né presunzione è un po’ l’anima del gruppo è Fabio Atturi, che vi presento in questa breve intervista, una delle tantissime persone che reggono in piedi il nostro paese e che non fanno però notizia. Oggi invece la ribalta è per tutte le persone come lui che con il loro esempio sono capaci di ispirare e coinvolgere tante persone nella cura del proprio ambiente.

Ciao Fabio, so che non sei né portavoce né leader di un gruppo, ma naturalmente sei il punto di riferimento di questa meravigliosa iniziativa collettiva che sta migliorando di tanto l’ambiente del nostro quartiere delle Fornaci e sei un amante delle piante. Ci vuoi raccontare come e con chi è nata questa idea e come ha preso corpo?
Ciao Guido, innanzitutto volevo ringraziarti per lo spazio che mi dedichi per parlare del nostro quartiere delle Fornaci. La volontà di bonificare pulire e piantare dei fiori e delle piante nel nostro quartiere è nata subito dopo il Lockdown del 2020 (devo dire che altri prima di me ci avevano provato già nel 2015).
Il Lockdown ci ha dato la possibilità unica di capire che la Terra, le nostre città, i nostri quartieri vanno curati e rispettati, noi abbiamo la fortuna di vivere nel Bel Paese, per citare Dante, e forse abbiamo il dovere di curarlo e rispettarlo ognuno come può.
Mia moglie e altre persone, una su tutte Massimo Placidi, mi hanno affiancato nell’idea di dare decoro alla nostra zona purtroppo lungamente abbandonata dall’Amministrazione Comunale e poi da lì è stato un contagio di adesioni.

Come hanno risposto le persone del borgo delle Fornaci? E i giovani?
Le persone hanno risposto in un modo che mi ha lasciato positivamente colpito. Tutti si sono resi disponibili in termini di energia e in termini economici. Tanti si fermavano quando ci vedevano all’opera e chiedevano come potevano rendersi utili: donne, uomini, famiglie e qualche ragazzo. Devo dire, ho trovato solidarietà e rispetto da parte di molta gente che non avevo mai visto e conosciuto. Voglio dire, insomma, che questa iniziativa è stata un collante per la comunità di quartiere. I giovani forse sono la nota meno positiva. Non abbiamo (ancora) avuto molte adesioni. Al contrario bambini e ragazzi di età tra i 6 e i 16 anni si sono dimostrati molto entusiasti nel fare qualcosa per il quartiere.

Cosa pensi si possa fare di più?
Tutto è migliorabile; io però auspico un’adesione sempre più alta delle persone, che sono la vera risorsa di tutte le iniziative di volontariato che mirano al decoro della città.

Che tipo di rapporto c’è stato o vorresti con le amministrazioni locali?
Caro Guido questa è una domanda piena di “erbacce e spine” per rimanere nel campo. Dovrei rispondere dicendo che le autorità competenti sono state presenti? Non voglio polemizzare con nessuno, ma non abbiamo avuto nessun aiuto, anzi alcuni ci hanno ostacolato dicendo che non possiamo toccare ciò che è un bene comunale anche se abbondonato, oltraggiato e deturpato. Questa è la follia della mia città, Roma, dove c’è uno smisurato patrimonio di verde, ma purtroppo troppo spesso abbandonato all’incuria.  A Roma se provi a migliorare un’aiuola o a tagliare erbacce dai marciapiedi puoi incappare nel rischio di prenderti una multa amministrativa.
Tornando alla domanda precedente, questa è un campo in cui si potrebbe fare di più: migliorare il rapporto tra cittadino e Amministrazione.

Quanto pensi sia importante imparare ad avere cura del proprio ambiente a partire dalla realtà immediata del proprio quartiere?
Curare le proprie aree, avere spazi e ambienti sani, belli, armoniosi credo ci renda la giornata più piacevole. Un conto è passeggiare in un quartiere lasciato all’incuria, dove erbacce, aiuole spoglie, parchi sporchi e abbandonati sono la cornice della nostra vita quotidiana. Sarebbe più naturale e piacevole vivere in ambienti accoglienti e belli. Qualcuno diceva che la bellezza salverà il mondo.

Concludiamo: Come incoraggeresti i giovani che sono giustamente preoccupati per il loro futuro, su cui vedono incombere grandi minacce come il cambiamento climatico, a partecipare ancora più attivamente nelle attività di quartiere?
Noi meno giovani dobbiamo essere il loro faro, la loro fonte di ispirazione. Siamo noi adulti che dobbiamo dare il buon esempio. I giovani se indirizzati nel giusto sentiero sono utilissimi a tutte le iniziative; la loro energia è contagiosa ed esplosiva. Forse loro più di noi hanno una sensibilità nella cura e salvaguardia dell’ambiente, ma spesso sono scoraggiati dalla poca partecipazione istituzionale. Se fossi il Sindaco della mia città, farei una proposta ai giovani affinché si adoperino nella pulizia e nel decoro del proprio quartiere e  li incentiverei con dei bonus così detti “Bonus decoro” con cui potrebbero accedere a teatri, cinema o palestre a fruizione gratuita o quasi.

Chi è interessato a partecipare all’iniziativa del borgo delle Fornaci a Roma può contattare gli organizzatori a questo indirizzo email.

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