Fa ridere quando lo leggi e fa ridere quando ci ripensi, tipo che tu sei a lavoro, alla prese con una riunione noiosissima su Zoom o in fila alla Posta per pagare la Tari e cominci a ridere. Ma se nel primo caso puoi oscurare il video e avere il tempo di ricomporti, alla Posta no e tutti quelli attorno a te cominciano a guardarti con sospetto e se ci sono dei bambini, i genitori se li tirano indietro e pensano subito a un pazzo con evidenti disturbi mentali, invece stai ridendo perché ti sono tornati in mente alcuni passi del libro che hai appena finito di leggere, nello specifico, Calypso di David Sedaris, uscito per Mondadori nel 2018

Non è solamente un libro che fa ridere e basta, anzi, di riflessioni serie in Calypso ce ne sono tante e anche una grande dose di tristezza e di malinconia, ma l’ironia di David Sedaris, il suo essere cinico e dissacrante, rende la lettura estremamente avvincente.

Ventuno storie che scorrono veloci, unite tra di loro da alcuni elementi comuni e nei quali David Sedaris, parlando della sua famiglia, dei suoi viaggi, della sua casa nel Sussex, affronta gli argomenti più svariati che partono dalle dinamiche familiari e finiscono per parlare di Trump, dei diritti dei gay, delle tartarughe azzannatrici, dello shopping compulsivo, della vecchiaia e del suicidio.

Il racconto sul Fitbit, il podometro da polso che lo porterà a fare più di sessantamila passi al giorno, in una assurda competizione con se stesso e i suoi limiti, è un compendio magistrale di ironia, spregiudicatezza e capacità narrativa fuori dal comune. Sedaris cammina e raccoglie rifiuti munito di un bastone ad uncino, batte passo per passo i dintorni di Rackham nel West Sussex. «Abbiamo visto David ad Arundel, stava raccogliendo uno scoiattolo morto con quelle pinze – dicevano i vicini a Hugh – L’abbiamo visto poco fuori Steyning, spingeva una ruota di macchina lungo la statale.» Sul ciglio della strada David trova di tutto e pulisce con tale zelo che l’amministrazione comunale decide perfino di intitolargli un camion della spazzatura. «Avevo pensato di portarmi il pene che avevo trovato a casa e spedirlo a una delle mie sorelle per Natale, ma sapevo che, con la fortuna che mi ritrovo, non appena l’avessi messo nello zainetto sarei stato travolto da una macchina. I paramedici dell’ambulanza mi avrebbero grattato via dall’asfalto e più tardi, in ospedale, frugando nello zaino ne avrebbero inventariato il contenuto: quattro sacchi della spazzatura, salviette umidificate, due torce elettriche e un pene indossabile.»

Attraverso descrizioni schiette e al limite del disarmante, David Sedaris ha la capacità innata di sfiorare e di soffermarsi su stati d’animo e sensazioni comuni a tutti, evocando quel tipo di intimità che solo la famiglia può offrire. Tra battute taglienti e prese di posizione dissacranti viene fuori l’amore sconfinato per il suo compagno Hugh, il rapporto complicato con il padre repubblicano per il quale Trump è la cosa migliore che sia successa negli USA da anni, la morte della madre che teneva tutti insieme e il suicidio della sorella Tiffany con la quale non parlava da quattro anni. La famiglia è il filo conduttore del libro, una famiglia imperfetta come tante altre, ma che prova a fare del proprio meglio per amarsi.

A un certo punto David decide di acquistare una casa al mare ad Emerald Isle, in North Carolina, lo fa per radunare tutta la famiglia durante le vacanze: «da piccolo mi dicevo che un giorno la casa al mare l’avrei comprata io, e sarebbe stata a disposizione di tutti, a patto che rispettassero le mie regole draconiane e non smettessero mai di ringraziarmi.» 

Insomma, Calypso è un libro estremamente coinvolgente per il modo che ha il suo autore di vedere le cose e per la naturalezza con cui mette su carta i pensieri e racconta storie e aneddoti surreali, ma sempre da un punto di vista acuto e capace di scuotere i lettori.Una lettura da spiaggia per chi detesta la spiaggiaera scritto sulla fascetta dell’edizione americana. E nessuna frase fu più azzeccata.

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