Negli ultimi mesi ci sono state numerose incursioni della vulva, o di parte di essa, in luoghi pubblici. In ordine di tempo l’ultima é stata una clitoride gonfiabile alta circa 5 metri eretta (mai termine fu più adeguato) proprio di fronte alla Torre Eiffel poco più di una settimana fa, l’8 marzo in occasione della giornata internazionale dei diritti delle donne.  

Lo sconsiderato gesto, che potete ammirare qui, è stato promosso e realizzato da Julia Petri, francese, artista, attivista, femminista pop (definizione di cui spiega il significato e le caratteristiche nel suo sito) e ideatrice del progetto Gang du clito.  Un sito, una casa editrice, iniziative pubbliche di vario genere attraverso le quali Julia vuole portare la clitoride e di conseguenza il piacere femminile al centro del dibattito pubblico sulla sessualità, sfidando a viso aperto il suo maggior competitor (non a caso la clitoride gonfiabile é stata eretta davanti al simbolo fallico per eccellenza esistente in Francia).

Vuole informare Julia, vuole parlare a tutte, donne, ragazze, bambine perché possano vivere il piacere in libertà, senza tabù e sensi di colpa. Vuole anche sensibilizzare il mondo scientifico: la clitoride viene studiata poco, sia nel funzionamento che nelle patologie, ciò che esula dalla necessità riproduttiva e riguarda il genere femminile sembra essere ancora poco interessante per la ricerca. E’ anche per questo che il piacere femminile é ancora avvolto da un alone di mistero, e le informazioni su come funziona il piacere femminile sono ancora vaghe, se non contrastanti (si pensi a tutte le mitologie e le leggende sullo squirting). Chiaramente la mancanza di studi in questo ambito crea delle lacune anche nella conoscenza delle patologie vulvari, alcune come, ad esempio, la vulvodinia sono ancora pressoché sconosciute agli specialisti del settore..

Sempre l’8 marzo è uscito in Italia il documentario belga  Il mio nome è clitoride di Lisa Billuart Monet e Daphné Leblond. Dalla prima uscita del documentario sono stati necessari 2 anni perchè questa clitoride facesse capolino anche da noi. In 80’ minuti alcune giovani donne si raccontano, parlano di sessualità, e soprattutto di clitoride, con ironia e leggerezza. Il desiderio di tutte é chiaramente quello di riportare l’attenzione sul piacere femminile, educare alla sessualità senza pregiudizi per viverla in libertà, potete godervelo interamente qui.

Non posso non citare un’altra straordinaria incursione della vulva sulla scena pubblica nei primi mesi del nuovo anno, siamo in Brasile, nel Pernambuco, precisamente a Santa Terezina, a circa 130 km da Recife, all’interno del parco Usina de Arte è stata installata una enorme vulva in vetroresina, un’opera intitolata Diva dell’artista brasiliana Juliana Notari. Diva è straordinaria non solo per la sua grandezza e bellezza, ma anche per la complessità che la sua autrice vuole rappresentare, è un’opera politica che sfida il patriarcato e narra le ferite praticate sul  corpo delle donne, ma è anche una sfida  all’architettura, che non valorizza le forme femminili, mentre celebra le forme falliche (torri, obelischi e chi più ne ha più ne metta) come simboli di trionfo e di coraggio. 

Questi sono solo alcuni frammenti che compongono la rivoluzione culturale e politica in corso: le donne possono parlare della propria sessualità, in tutte le forme e i modi che ritengono opportuni, possono sbattere in faccia al mondo il loro piacere sessuale, possono renderlo un’opera d’arte con qualsiasi mezzo, è così che si dà al piacere sessuale femminile lo spazio che merita, è così che ai corpi delle donne viene riconosciuta la dignità di essere come sono, è anche così che si fa la rivoluzione!

Condividi: