Il trauma psicologico rappresenta una rottura, una ferita dell’anima che interrompe la continuità psichica. È uno stress di gravità estrema che minaccia l’integrità stessa della coscienza frammentando la coesione mentale in quanto difficilmente integrabile nel sistema psichico pregresso della persona.

Siamo di fronte all’impossibilità di dare un senso ed un significato a qualcosa che è estraneo all’esperienza di vita normale dell’individuo. Ne deriva un impatto negativo determinante la rottura del consueto modo di vivere e vedere il mondo. Per essere chiamato tale un trauma deve presentare situazioni di criticità che esulano le esperienze prevedibili e gestibili interrompendo la continuità normalmente avvertita da un soggetto. 

Come deprogrammare il vissuto di un trauma dalla mente lo ha scoperto ancora una volta una donna negli anni ’90: la psicologa clinica Francine Shapiro.

Durante gli anni del suo dottorato a San Diego passeggiando in un parco si rese conto che il movimento degli occhi da destra a sinistra alleviava in lei la valenza di emozioni negative legate a ricordi traumatici. Questa iniziale intuizione la portò a sperimentarne la validità sui pazienti. Ci si rese conto che il movimento oculare da destra a sinistra da un punto di vista neurologico agevolava lo scambio di informazioni tra i due emisferi. 

Da lì la messa a punto di una tecnica di avanguardia per la gestione dei traumi, l’EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing), validata nell’agosto del 2013 dall’OMS come trattamento efficace per la cura del trauma e dei disturbi ad esso correlati. 

Cosa accade dunque quando subiamo un trauma, sia esso un lutto, una violenza o quant’altro? 

Da un punto di vista figurativo possiamo immaginare il cervello che incapsula l’evento legandolo ad un insieme di emozioni e ricordi non completamente elaborati.  Il tutto rimane bloccato in una specie di nodo.

Tutte le volte che qualche emozione appartenente a quel nodo viene vissuta, l’esperienza traumatica viene riportata alla memoria con dei flashback intrusivi.
Ne emergono incubi notturni e situazioni ansiogene che limitano il normale svolgersi della vita psichica del soggetto per la messa in atto di processi di evitamento. È come se l’esperienza rimanesse bloccata in un emisfero. Il movimento oculare destra/sinistra riattiva una serie di associazioni libere che allentano la pregnanza di determinate emozioni. 

Utilizzato in origine per alleviare lo stress associato ai ricordi traumatici, ha ricevuto negli anni abbondanti supporti clinici coinvolgendo psicoterapeuti, ricercatori della salute mentale, neurofisiologi. Oggi è considerato il trattamento evidence-based per il Disturbo da Stress Post Traumatico, validato da più ricerche e pubblicazioni di qualunque altra psicoterapia nel campo del trauma. È approvato, tra gli altri, dall’American Psychological Association (1998-2002), dall’American Psychiatric Association (2004), dall’International Society for Traumatic Stress Studies (2010), dall’Organizzazione Mondiale della Sanità nel 2013 e dal nostro Ministero della salute nel 2003. Gli aspetti vincenti dell’EMDR sono la rapidità di intervento, l’efficacia e la possibilità di applicazione a persone di qualunque età, compresi i bambini. 

Cosa accade in una persona che viva un evento traumatico?

Il sistema innato di elaborazione – Adaptive Information Processing (AIP) – potrebbe arrestarsi e quindi l’esperienza del trauma rimanere irrisolta e congelata nella rete neurale, perché incapace di connettersi alle reti di memoria contenenti le informazioni adattative. Avviene cioè una iper-stimolazione dei neuroni dell’amigdala  e dell’ippocampo  che provoca una specie di cortocircuito che blocca e confina immagini, emozioni e sensazioni corporee che non possono essere trasferite nella neocorteccia per andarsi ad integrare con le memorie episodiche e semantiche presenti nel vissuto della persona.

Nella seduta di EMDR il terapeuta stimola i movimenti oculari destra/sinistra o effettua taping destro/sinistro sulle mani del soggetto mentre questi si focalizza mentalmente su una specifica memoria traumatica.

La stimolazione visiva o tattile alternata causa la comparsa di onde lente simili a quelle attivate durante il sonno, che veicolano l’informazione specifica verso la neocorteccia. Si forma quindi un nuovo network neuronale che annulla gli effetti del precedente permettendo l’integrazione adattativa degli aspetti emozionali dell’amigdala e di quelli episodici dell’ippocampo, contestualizzando ad un più alto livello cognitivo l’esperienza traumatica. A questo punto la persona sarà in grado di ricordare l’evento traumatico come parte della propria vita senza essere danneggiata dai sintomi e dalle emozioni opprimenti collegate a quella esperienza.

L’EMDR è stato utilizzato ultimamente su molti soggetti in trauma psichico grave come i terremotati del centro Italia, il crollo della scuola a San Giuliano di Puglia, le persone coinvolte nel crollo del ponte Morandi, i 51 studenti sequestrati nell’autobus e i tantissimi casi di violenza domestica e di stupri.

Ricerche su EMDR sono presenti in tutte le principali banche dati mediche e di psicologia a cui è possibile accede attraverso i principali motori di ricerca.

vedi EMDR prof. Sponzilli

la sperimentazione neurologica sull’EMDR

Per maggiori approfondimenti consiglio alcune letture:

Il cervello che cambia, di Marco Pagani e Sara Carletto, Mimesis Edizioni.

EMDR. Una terapia innovativa per il superamento dell’ansia, dello stress e dei disturbi di origine traumatica   Francine Shapiro – Margot Silk Forrest  1998 Astrolabio Editore

EMDR. Il manuale. Principi fondamentali, protocolli e procedure Francine Shapiro e M. Liotti 2019 – Cortina Editore

Lasciare il passato nel passato. Tecniche di auto-aiuto nell’EMDR di Francine Shapiro, B. Maccarrone, e al. 2013 Astrolabio Editore

EMDR: modello e applicazioni cliniche di Isabel Fernandez e Anna Rita Verardo 2019 Hogrefe editore

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