Nasce in Italia la settimana della sostenibilità sociale, la www.socialsustainabilityweek.it. Sette giorni, dal 2 all’8 dicembre 2024 e poi ogni anno, di eventi dedicati al fattore S, social, quell’area dimenticata della sostenibilità, oggi ancora percepita prevalentemente come ambientale. Già il sito, realizzato dall’artista digitale Francesca Fini, racconta molto.

Sergio Caucino

La sostenibilità sociale è invece nodale: non solo in nome dell’equità e delle pari opportunità, ma anche perchè rappresenta il capitale umano necessario per lo sviluppo economico e ambientale ed è un elemento compensativo per le criticità e le carenze in questi settori – afferma uno dei fondatori della SSW, Sergio Caucino, EFPA ESG Advisor certified. La sostenibilità sociale promuove quella cultura della cura che non è rivolta solamente alla natura ma anche alle relazioni economiche e professionali, oltre che umane”.

Paola Aragno

Social Sustainability Week, il progetto

I cinque soci della SSW sono convinti e hanno messo in piedi un progetto che punta a far diventare l’Italia il faro dell’Europa sulla sostenibilità sociale:

E’ la sostenibilità sociale che stimola il progresso economico e ambientale e agisce come meccanismo causale di cambiamento – spiega Paola Aragno, docente di Metriche della Comunicazione in LUMSA. E’ l’agente principale per progettare e realizzare lo sviluppo integrato di comunità e di territorio, essenziale per la realizzazione dei diritti umani e per il ruolo attivo nel successo deontologico delle imprese”.

Enrico Pozzi

Per società sostenibile si intende una società che crea le opportunità e le risorse per favorire la felicità dei suoi membri, senza compromettere quella delle generazioni future. Una straordinaria sfida etica e una responsabilità collettiva nei confronti dell’umanità e dell’ambiente:

La sostenibilità sociale parla al genere umano ma ne riferisce al singolo individuo – aggiunge lo psicoanalista Enrico Pozzi e costruisce quindi la base fondante per preservare e rendere migliore sia il pianeta che il suo governo. Come i nostri desideri non è un concetto statico ma un processo dinamico e dialettico, che richiede il confronto e il dialogo, che non può essere imposta unicamente dall’alto, ma deve essere costruita dal basso, attraverso la partecipazione e la deliberazione democratica. Non può essere assunto neutro e oggettivo, ma un concetto normativo e soggettivo, che riflette le visioni, i valori e gli interessi dei soggetti coinvolti”.

Eugenia Romanelli

Come aderire

Da oggi, quindi, qualunque organizzazione, profit e non profit, che volesse aderire alla settimana della sostenibilità sociale, può candidare una sua iniziativa, progetto e evento e fare rete ogni anno con le e i leader visionari capaci di fare innovazione sociale.

Un progetto ambizioso, che già contiene iniziative tra le più avanguardiste dello Stivale: il ReWriters fest., diretto da Eugenia Romanelli, giornalista, scrittrice e innovatrice culturale, primo festival d’Europa dedicato interamente alla sostenibilità sociale, il tavolo istituzionale di Eikon Strategic Consulting Società Benefit e Adnkronos per presentare la nuova ricerca Giovani e sostenibilità sociale: le nuove sfide del mercato del lavoro, e il ReWorld Prize, unico premio europeo sulla sostenibilità sociale, con la sua giuria di eccellenza.

Cristina Cenci

Insieme a Eugenia Romanelli e all’antropologa Cristina Cenci, rispettivamente CEO e Presidente dell’impresa sociale ReWorld, i soci della SSW sono anche coloro che hanno messo a terra, in collaborazione con Sapienza Università di Roma, l’S-Assessment, il primo strumento scientifico europeo in grado di assegnare alle organizzazioni un indice di impatto in termini di sostenibilità sociale:

Uno strumento utilissimo – assicura Tiziana Catarci, direttrice del DIAG Sapienza Università di Roma che ha appena pubblicato lo studio su Cornell University – soprattutto in vista delle prossime 6700 aziende che dal gennaio 2025 dovranno rendicontare quattro indicatori sociali nel bilancio di sostenibilità”.

Se la spinta al cambiamento è stata storicamente ecologica mentre la riflessione sul governo della finanza è stata la naturale reazione di fronte all’evidenza di pratiche scorrette e potenzialmente distruttive, la questione sociale invece è stata confinata per lungo tempo nei corridoi di autorevoli ma algide istituzioni sovranazionali, considerata quasi un esercizio teorico e di scarsa presa sull’opinione pubblica:

Arrivare ad un vero concetto di Universal Ownership in cui le scelte sono orientate a rispettare gli interessi della collettività richiederà una profonda trasformazione culturale – sostiene Cristina Cenci. Ma mescolare l’economia e l’ecologia con l’eudemonia non è forse la ricetta per la ricerca della felicità?”.

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