Sarà capitato anche a voi, durante la prima infanzia, di provare brividi di piacere al solo sfregamento della vulva contro una superficie. Avrete accolto con sorpresa e con piacere l’esperienza, e, come è naturale che sia, avrete cercato di riproporla, probabilmente esplorando le numerose possibilità offerte dal meraviglioso territorio posizionato in mezzo alle vostre gambe. Avrete sperimentato e intuito che quegli stimoli avevano il grandioso effetto di rendervi soddisfatte, di sciogliere qualsiasi tensione o forma di stress, di procurarvi una sensazione di benessere pari a quella sperimentata durante e dopo l’allattamento.

Poi, con buona probabilità, mentre vi procuravate piacere, puro e senza malizia, avete incontrato lo sguardo di un adulto… 

Se vi è andata bene, l’adulto in questione vi ha semplicemente suggerito di non giocare a quel gioco in pubblico, ma di riservarlo ai vostri momenti di intimità. Se invece vi è andata male ( come alla maggioranza della popolazione femminile mondiale), quello sguardo adulto si è trasformato in occhio censore e punitivo, intimandovi di cessare immediatamente con quell’attività vergognosa, indegna, indecorosa, malsana, contronatura, pericolosa per la salute, etc. ( a voi la scelta dell’aggettivo utilizzato dal vostro adulto di riferimento). 

Mia madre, ad esempio, avevo circa cinque anni, si mise a strillare: Ho capito cosa fai! Non si fa! Non lo devi fare più!

Ognuna sa quali effetti abbia avuto sulla propria vita sessuale la proibizione di masturbarsi. Io non l’ho presa troppo sul serio, e, fondamentalmente non ho mai smesso, sono solo diventata più riservata.

Il mio lavoro però, mi porta ad incontrare molte donne che considerano l’autoerotismo una pratica da sfigate, il sostituto triste di un rapporto sessuale con un’altra persona. Un’attività da adolescenti, che accompagna le prime scoperte sessuali (e non sempre per tutte),  ma che da adulte lascia un sapore di incompiutezza e di malinconia, le rare volte  che accade si fa in mancanza di meglio. Il risultato più evidente del tabù della masturbazione è la grande quantità di donne che non conoscono il loro corpo, e non sanno di cosa hanno bisogno per godere

La cattiva fama della masturbazione si sviluppa all’inizio del 1700, con la pubblicazione di un opuscolo dal titolo singolare ed esplicativo: Onania: ovvero l’odioso peccato dell’autopolluzione e tutte le spaventose conseguenze per entrambi i sessi, con consigli spirituali e materiali per coloro che si sono già rovinati con questa pratica abominevole e opportuni avvertimenti ai giovani della nazione di ambo i sessi. Tale pubblicazione viene attribuita al dottor John Marten (che sembra avesse il solo interesse di creare un problema per vendere la cura: le sue tinture medicinali) ma viene ripresa e sviluppata dalla scienza medica e assecondata, più in là, dalla nascente psicologia, condannata dalla giurisprudenza, bandita dalla pedagogia. Michael Foucault, in un trattato avvincente e complesso (Storia della sessualità 1 – La volontà di sapere) ci racconta come e perché una serie di pratiche che prima del 1700 erano considerate naturali e incentivate diventano dei tabù e arrivano ai giorni nostri in quella forma. 

La masturbazione femminile è uno di questi. La sua demonizzazione è essenzialmente una costruzione sociale e culturale che ha il potere di fermare le nostre mani e bloccare le nostre fantasie.

A testimoniare l’esistenza di un lungo periodo nella storia dell’umanità in cui la masturbazione femminile era considerata naturale abbiamo diverse testimonianze: un dildo in argilla (risalente a 28000 anni fa), la descrizione dei masturbatori utilizzati dalla regina Cleopatra (tubi di zucca essiccata riempiti di api vive per  dare l’effetto vibrante), e documenti sull’utilizzo degli olisboi (falli in cuoio risalenti all’antica Grecia).

Oggi sappiamo anche che non c’è alcuna evidenza scientifica che dimostri pericolosità della masturbazione. Anzi! 

Masturbarsi fa bene, perchè il piacere attiva la produzione di ormoni che aumentano considerevolmente il benessere psicofisico di ogni essere umano! 

La masturbazione è il principale modo che abbiamo per conoscere il nostro corpo e sapere cosa ci piace. Ci lascia la più ampia libertà di sperimentare modi, tempi, giochi, contesti, fantasie. L’essere sole con noi stesse ci libera dalla mediazione con i desideri dell’altro/ altra, dal pensiero di far piacere anche ad un altro/altra, ci permette di concentrarci su di noi, su cosa desideriamo, cosa ci eccita, cosa ci soddisfa, e di mantenere un dialogo aperto con i nostri desideri e i nostri piaceri, che si modificano e si trasformano insieme a noi, durante tutto l’arco della nostra vita.

La masturbazione è potenza, intensità, piacere, consapevolezza, libertà, emancipazione, il tutto gratuito e sempre a portata di mano. 

L’autoerotismo praticato con costanza ci rende più belle, più rilassate e positive verso il mondo,  ci fa ammalare di meno, aiuta a ridurre la percezione del dolore, fa dormire meglio, aumenta la creatività e la motivazione. 

Sono gli effetti positivi dell’orgasmo, ma per avere un orgasmo non è necessario essere in due. 

Gli ingredienti di base sono le fantasie, le mani e la clitoride. Bastano per cominciare il viaggio. Lasciate scorrere le dita, con l’intensità che preferite, percorrete centimetri di pelle, individuate le terminazioni nervose (la sola clitoride ne ha 8000, ma c’è un corpo intero a disposizione!), fatevi guidare dalla curiosità, concedetevi di cambiare zone e tipi di stimolazioni, permettetevi di esplorare e di sperimentare. Ascoltatevi e ascoltate, seguite l’immaginazione, lasciate spazio a tutto ciò che la fantasia vi suggerisce, senza paura, senza remore, va tutto bene.

La ricetta base può essere arricchita con sextoy (vibratori, massaggiatori, suzionatori, ce n’è per tutti i gusti), video, letteratura, arte, musica, un ambiente confortevole e sensuale, cibo afrodisiaco, olii profumati, lubrificanti, seta, pizzi, petali…a ciascuna il suo. 

E se dovesse spuntare un divieto subito in tenera età, sappiate che non siete sole. Molte altre donne hanno combattuto e combattono tabù e divieti per mettere al primo posto il proprio piacere. Osservate il tabù e accompagnatelo gentilmente fuori dalla vostra esperienza, non serve a niente, se non a sostenere un dispositivo culturale, non serve a voi, se non per sottrarvi delle esperienze piacevoli.
Pensate a Cleopatra e alle sue api, alle donne greche che usavano gli olisboi,  a Charlotte di Sex and the city (S.1 ep. 9) con il suo Rabbit, oppure a Ola e Lily di Sex Education che si masturbano una accanto all’altra e arrivano insieme all’orgasmo (s. 2 ep 8).

Forti di esperienze millenarie, di dati scientifici, di una spinta al godimento che è propria di tutti gli esseri viventi, si possono accompagnare all’uscita i tabù e le censure, e aprire all’esperienza autoerotica.

Buon divertimento!

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