OP visionary decoration è il nuovo progetto di Eloisa Gobbo, a cura di Cristina Gilda Artese, prodotto e promosso da arsprima Associazione Culturale per le Arti Contemporanee di Milano. L’esposizione, creata per il Fuori Salone 2025, sarà visibile fino al 3 Maggio. Una installazione progettata e coordinata per valorizzare le grandi qualità architettoniche del palazzo sede della mostra, in Via San Maurilio al civico 14, nel cuore del quartiere delle Cinque Vie.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – https://gildacontemporaryart.it/

Il palazzo e il quartiere Cinque Vie a Milano

L’immobile, che appartenne anche alla nobile famiglia milanese dei Borromeo, è ubicato nel quartiere più antico della città, zona di edifici costruiti sulle fondamenta delle vecchie cantine romane, ricostruiti in epoca medievale e successivamente rinascimentale. Il quartiere esiste sin dai tempi dell’Impero Romano, ed è costituito da stradine che si incrociano dando origine alla forma di una stella in un’area urbana ricca di monumenti, tra resti imperiali, palazzi, musei e chiese. L’inizio dei lavori di edificazione, commissionati da una famiglia patrizia, risale alla fine del XV Secolo; un’informazione dedotta dagli stemmi gentilizi scolpiti nelle targhe dei capitelli del cortile. Le parti più consistenti della costruzione furono concluse nei primi decenni del XVI Sec.

Credits: lamarydiaries.weebly.com – Le cinque vie

L’impianto strutturale

«Per un andito a volte lunettate si accede al vasto cortile, con portico lungo il lato d’ingresso, oggi ridotto a sole tre arcate, residuo dell’originale più esteso, di cui rimangono in parte visibili le colonnine annegate nei muri. Gli archi appoggiano sulle colonne a mezzo di pulvini. Colonne e lesene portano capitelli di tipo bramantesco, scudati di fine lavorazione. A destra dell’ingresso corpo di fabbrica ad un solo piano, con tre arcate finte a contorno di bugne, terrazzo superiore con balaustri di tipo secentesco. Presenta all’interno un fastoso scalone settecentesco con balaustra di pietra, lesene e pilastri ionici, portali con incorniciatura di stucco.»

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Una produzione di Arte, Design e Artigianato

OP visionary decoration è allestito nella sala più ampia della sede di arsprima. Al centro dello spazio un tavolo rotondo si presenta apparecchiato sontuosamente con le caratteristiche ceramiche di E. Gobbo, dalle forme evocative attinte da strutture biologiche in combinazione con elementi figurativi ed astratti, ispirati alla flora e alla fauna sia terrestre che marina. Superfici dal fondo Bianco, esclusivamente decorate in Nero, con quel tratto distintivo che caratterizza l’intera produzione e si colloca tra l’arte, il design e l’artigianato. Una ricerca fatta di forme e segni depositati sulle superfici con un linguaggio visivo che le consenta di legare la propria vita all’opera, veicolo dell’espressione di contenuti personali e di attualità sociale.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

Honoré de Balzac, nato Honoré Balzac (Tours, Francia, 20 Maggio, 1799 – Parigi, Francia, 18 Agosto 1850) scrisse la prefazione del Trattato Gastronomico: La Fisiologia del Gusto o Meditazioni della Gastronomia Trascendente; opera teorica, storica e di attualità, dedicata ai Gastronomi parigini, di un Professore, membro di diverse società letterarie e erudite, pubblicato nel 1825 dal gastronomo francese Jean Anthelme Brillat Savarin (Belley, Francia, 1° Aprile 1775 – Parigi, Francia, 2 Febbraio, 1826).

Anonimo, Jean Anthelme Brillat Savarin, Ritratto 1848. Immagine di pubblico dominio. Jean Anthelme Brillat Savarin
(Belley, Francia, 1° Aprile 1775 – Parigi, Francia, 2 Febbraio, 1826).

Dalla prefazione di Honoré de Balzac:

«Considerando il piacere della mensa sotto ogni punto di vista, ho argomentato per tempo che su questo proposito si potesse fare qualche cosa di meglio dei libri di cucina, e che c’era molto da dire su funzioni così importanti, così continue e di così diretta azione sulla salute, sul benessere e eziandio sugli affari.»

Physiologie du Goût, by French gastronome Jean Anthelme Brillat-Savarin – with a portrait of the author. 1848 Edition.
Immagine di pubblico dominio.
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La prima versione italiana del volume, con note di Mario Foresi, uscì a Firenze per Adriano Salani Editore nel 1914: https://archive.org/details/savarin-la-fisiologia-del-gusto/mode/2up – Tra gli aforismi uno dei più famosi:

«Dimmi quel che mangi, ti dirò chi sei.»

Immagine di pubblico dominio – https://gallica.bnf.fr/ark:/12148/bpt6k15261857

La Residenza a Keramikkuenstlerhaus in Germania

Parte delle ceramiche di OP visionary decoration sono state create dall’artista nel 2024, durante una residenza in Germania nell’ambito del Programma Internazionale Ceramic Artist Exchange – Tandem, in collaborazione con l’istituzione Keramikkuenstlerhaus in Fürsthof. In una piccola via del centro storico di Neumünster nello Schleswig-Holstein, l’edificio in mattoni a tre piani, costruito intorno al 1900, è oggi una casa per artisti.

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La Residenza Keramikkuenstlerhaus, unica nel suo genere, dal 1987 assegna borse di studio a borsisti, provenienti dalla Germania e dall’esterno della Repubblica Federale, per residenze o soggiorni di lavoro, in esclusiva per laureati o ad artisti d’eccellenza nell’ambito della lavorazione della ceramica artistica. Le opere presentate in quel contesto da E. Gobbo, alla Casa degli Artisti della Ceramica, hanno offerto ai visitatori l’opportunità di un’immersione profonda nella potenza dei colori e la possibilità di osservare i risultati ottenuti dalla sperimentazione di antiche tecniche di lavorazione diffuse nel Nord dell’Europa, come ad esempio la glassatura cristallina. www.instagram.com/karineguillermin/www.instagram.com/eloisa.gobbo/

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La Residenza a Montelupo Fiorentino in Italia

Le altre opere in ceramica, che completano il progetto OP visionary decoration, sono state eseguite durante una precedente Residenza Artistica in Toscana a Montelupo Fiorentino, in provincia di Firenze. Nel 2022, E. Gobbo ha potuto approfondire la conoscenza dei materiali, delle tecniche di lavorazione e degli ornamenti dei manufatti antichi, conservati nel luogo in cui ha inizio la cosiddetta Strada della ceramica: https://www.stradaceramica.it/; un percorso che attraversa un vasto territorio alle porte di Firenze partendo proprio da Montelupo Fiorentino, importante centro di produzione della maiolica per la città Toscana, dal 1400 al 1530, e di lavorazione e commercio della ceramica. A Montelupo Fiorentino, inoltre, ha sede il Museo della Ceramica: https://museomontelupo.it/, dove sono raccolte le testimonianze della produzione ceramica del luogo. Dal XIII Secolo fu uno dei più importanti centri di fabbrica non solo d’Italia, ma dell’intero bacino del Mediterraneo.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

Gli arazzi contemporanei

Alle pareti dello spazio espositivo si contrappone, al più delicato contrasto cromatico delle opere disposte sulla tavola, il cromatismo più acceso delle tessiture degli arazzi contemporanei, che rendono inevitabile il coinvolgimento dello sguardo sulle superfici verticali. La definizione di Arazzo, in Italia, deriva dal nome della località francese di Arras celebre per la lavorazione dei tessuti. Nel XV Secolo i mercanti italiani viaggiatori nel Nord Europa, definirono inizialmente tutti i tessuti decorati con immagini e figure “panno di razzo” e poi arazzi. Fin dai tempi degli antichi romani fu fiorente la lavorazione della lana e grazie ai duchi di Borgogna, fiorì la produzione degli arazzi pregiati. Dal 1477 Arras si distinse anche per una rinomata produzione di porcellane.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

La ricerca pittorica, applicata all’opera tessuta, affascina come un tempo collegando il gesto antico della forma d’arte tessile: l’arazzo realizzato a mano su un telaio, alla stessa destinazione ma non funzione, poiché nell’antichità si univa la piacevolezza della decorazione del tessuto, all’importanza dell’isolamento termico. Le misure sono ampie e le superfici costellate da temi e figure ricorrenti nell’esecuzione dei lavori che, anche in questo caso, collaborano ad una maestria posta tra l’artigianato e la rappresentazione artistica. I disegni si fissano in uno spazio di seduzione, luogo ad esaltazione della libertà di un lavoro in cui è forte il potere dell’immagine.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

Immagini per un lavoro della mente

Gli ampi segni e disegni dettagliati degli arazzi o quelli più minuti utilizzati nelle opere eseguite con altri materiali, sono frutto di visioni ed immaginazioni rese con maggior rigore nell’utilizzo del Bianco e Nero o con l’esplosione dell’inesauribile forza del colore. E’ l’estensione di un mondo composto da simboli accostati a molti altri che, assemblandosi tra spazi e linee, genera messaggi interrotti intenzionalmente nella struttura complice di un racconto di relazioni e dinamiche. L’intento è di offrire ispirazioni funzionali ad attivare il lavoro della mente, attraverso messaggi non dimostrati ma mostrati, non inflitti ma posti sulle superfici dense di una concatenata simbologia che attivi convenienti rituali di pensiero.

Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

Ceramiche e arazzi, in questo caso, ma anche dipinti, tappeti, sculture, recuperano elementi essenziali e permanenti della realtà. I colori, i non colori, i segni, le parole, si consegnano a chi guarda per attivare il pensiero, nutrirlo a favore di un cambiamento, un’evoluzione, l’idea di una risoluzione che possa essere attinta da questa energia strutturale e cromatica stimolo di rinascita. Lo studio e l’attenta osservazione delle opere create dalle mani di donne o uomini del mondo, dimostra che alcuni oggetti, e le relative decorazioni, possano nascere in risposta a momenti particolari della vita. Motivi puramente ornamentali o simboli provenienti da Occidente ed Oriente, tracciano il percorso di un pensiero che attraversa l’essenza della natura umana e animale collegando l’antico e il contemporaneo.

Ph credits Marco Clerici – Eloisa Gobbo – Ceramica – Arazzo – https://gildacontemporaryart.it/

Le opere di E. Gobbo sono creazioni contemporanee sottratte al tempo contro ogni egocentrismo, stimolo a riconnettere la memoria alla sua parte perduta ed emarginando quella gravata da ferite o schermata da difese, funzionali a far emergere la zona più rispettosa verso l’altr* in un’avventura individuale di narrazione elaborata dallo studio degli antichi maestr* di ogni disciplina. L’arte di Eloisa Gobbo, frutto di studio, comprensione, assimilazione, è la restituzione di un personale stile e linguaggio che l’ha resa ispiratrice per ogni coscienza che accetti di abbandonarsi ad una lettura ubbidiente all’inevitabile connessione della fantasia con i rimandi simbolici alla storia e alla struttura del simbolo. Una dimensione dell’arte in uno spazio d’indagine che è oggetto di riflessione sul movimento del pensiero, del corpo, sulle regole di gioco della vita e sull’indispensabile necessità di leggerezza.

Fotografia Michela Gobbi – Eloisa Gobbo

Chi è Eloisa Gobbo

Eloisa Gobbo si è diplomata in Pittura all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano, vive e lavora a Padova. Nel corso degli anni, utilizzando media diversi, dalla pittura alla scultura all’installazione, ha sviluppato una propria personale ricerca artistica, che mira a rivalutare la decorazione come forma espressiva di contenuti personali e sociali. I suoi lavori si riconoscono per l’uso di colori brillanti e per l’accostamento di motivi esornativi provenienti da contesti disparati e dalla tradizione decorativa orientale ed occidentale, che creano sulla superficie l’illusione di uno spazio inafferrabile, composto da una molteplicità di piani, che insieme contribuiscono a creare l’effetto di un grande e gioioso universo.  
Nel 2022 ha ricevuto il premio di residenza artistica di Montelupo Fiorentino dalla Biennale di Manises – Valencia, in Spagna, e nel 2021 il suo lavoro ha vinto il secondo premio del MIDEC, Museo Internazionale della Ceramica di Laveno. Nel 2009 il suo lavoro è stato selezionato per il prestigioso Premio Fabbri.  
Ha tenuto numerose mostre personali e collettive in Italia e all’estero, tra le sue mostre pubbliche più importanti vanno segnalate: Museo della Ceramica di Manises (2022), Midec, Museo della ceramica di Laveno (2021); Bozar, Palazzo delle Belle Arti di Bruxelles (2019), Museo d’Arte Contemporanea di Hubei, Cina (2015), Pinacoteca Civica di Palazzo Volpi, Como (2012); Palazzo Reale, Milano (2007). E’ stata un’artista in residenza presso il Centro Sperimentale Ceramico di Montelupo Fiorentino, lo Sculpture Space di Utica New York, il Blue Mountain Center di New YorK, presso l’Anderson Center in Minnesota e il Vermont Studio Center in Vermont, USA. Ha vinto alcuni concorsi per la realizzazione di opere d’arte pubbliche, come quello per il Museo Palafitticolo di Fiavé a Trento e per la scuola materna di Ravina a Trento.  

Che cos’è arsprima 

asprima è un’associazione culturale per la promozione delle arti contemporanee fondata a Lecco nel 2007 ma operativa a livello sia nazionale sia internazionale. Il suo nome nasce dalla contrazione di due termini: Primavera dell’Arte. Secondo i fondatori l’arte – specie in Italia – va completamente svecchiata e innovata. Deve fiorire una nuova primavera che favorisca, tra l’altro, l’accesso di giovani artisti al mercato. Questa è una delle primarie attività di arsprima. Ma c’è anche un impegno costante a sensibilizzare il pubblico, persino quello inesperto a comprendere ed apprezzare l’arte. Per questo sono realizzate iniziative apposite, aperte a tutti. arsprima è anche registrata come casa editrice. Pubblica infatti la rivista monografica di anomalie contemporanee OR NOT, cataloghi e libri. Aria nuova nell’Arte. Nuova linfa, nuove idee, questa è arsprima.

La pubblicazione delle immagini fotografiche inserite in questo articolo scritto per la testata giornalistica digitale ReWriters, è stata autorizzata da Eloisa Gobbo.

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