Romana Petri. Il genio di una ragazza molto particolare
Romana Petri in "La ragazza di Savannah" racconta la storia e la vita di una delle più eccentriche scrittrici statunitensi del secolo scorso, Flannery O’Connor.

Romana Petri in "La ragazza di Savannah" racconta la storia e la vita di una delle più eccentriche scrittrici statunitensi del secolo scorso, Flannery O’Connor.
Romana Petri è certamente la scrittrice italiana che più e meglio si è cimentata nella non facile arte della scrittura di romanzi che prendono spunto dalla biografia e dalla storia letteraria di illustri scrittori e scrittrici internazionali. La sua prolifica e fortunata carriera, infatti, può contare, tra i suoi quasi quaranta romanzi, molte opere di questo particolare genere letterario.
Eterogenee e diverse tra loro, tutte molto affascinanti, sia nella scelta selettiva che di volta in volta ne ha fatto l’autrice che nella resa finale dei singoli romanzi che ne hanno visto la pubblicazione. Alcuni di questi hanno avuto un successo molto rilevante come nel caso della ricostruzione della vita del giovane Jack London nel libro Il figlio del lupo, uscito nel 2020 (Mondadori) o anche per l’intera avventurosa vicenda romantica del mitico Antoine de Saint-Exupéry, autore del famosissimo romanzo Il piccolo Principe di cui Romana Petri ricostruisce, appassionata, le vicende in Rubare la notte (Mondadori).
Nel tempo, Petri ha vinto diversi premi letterari e ha scritto anche saggi e racconti, ma quello che dà conto in modo più evidente della versatilità della sua lingua e della sua scrittura è forse il fatto che traduce con facilità dal francese, dallo spagnolo e dal portoghese.
Questo è senz’altro uno dei motivi che ci garantiscono la lieta sorpresa nella lettura dei suoi romanzi che, tutti, non si limitano a raccontare le vicende dei personaggi oggetto delle storie ma, in qualche modo, le raccontano restituendoci il profumo della scrittura e degli ambienti che caratterizzarono gli stessi protagonisti, e le loro peculiarità emotive. Jack London,
Antoine de Saint-Exupéry e infine Flannery O’Connor sono in qualche modo ricostruiti nei libri di Romana Petri. Non è però un esercizio di stile o un modo per sorprendere i lettori, sembra piuttosto una postura naturale che si produce per via del forte legame che sempre si crea tra l’autore e il suo protagonista. Un fatto anche emotivo, perché chi può leggere questi libri si accorge che proprio di romanzi si tratta. Ben ancorati alla realtà delle cose e delle storie vere, ma pur sempre romanzi. Non vi si trova la fredda rigidità dell’esclusiva documentazione d’archivio ma piuttosto qualcosa di simile alla ricostruzione della viva memoria orale.
E’ il caso del recente La ragazza di Savannah (Mondadori) in cui si racconta la storia e la vita di una delle più eccentriche scrittrici statunitensi del secolo scorso, Flannery O’Connor.
Nata e crescita in una piccola città della Georgia, Mary Flann si distinse subito per essere una sorta di originalissima bambina prodigio che a soli sei anni aveva insegnato a un pollo a camminare all’indietro (!). Ma questo non dice nulla di quello che diventerà una delle più importanti scrittrici del Novecento pur avendo scritto solo due romanzi e poco più di trenta racconti. La sua storia infatti è segnata da due elementi fortissimi: il dolore per la perdita del padre, quando aveva solo quindici anni, a causa di una malattia che lei stesso erediterà e che la condurrà alla morte a soli trentanove anni; e da un rapporto fortemente appassionato e travagliato con la religione.
Di profondissima fede cattolica Flannery O’Connor visse in un contesto a prevalenza protestante. Studiò molti testi di teologia e, forte di una personalità dirompente, visse e praticò la sua religiosità in un modo molto peculiare.
La cosa ci è subito chiara da un efficacissimo incipit che Romana Petri ci propone a scanso di ogni ragionevole dubbio sulla materia che ci sta iniziando a raccontare: un corpo a corpo (immaginario?) tra la bambina e il suo angelo custode.
La fascinazione della scrittrice Romana Petri e la sua curiosità per la scrittrice Flannery O’Connor è molto concentrata sui suoi racconti e sui suoi due romanzi. La scelta dell’autrice ci accompagna nella meraviglia di vedere quei testi popolati da situazioni di emarginazione, da poveracci, galeotti e gente apparentemente senza la Grazia. In realtà proprio gli esseri umani che la sua religione la spinge a prediligere, ma che il pensiero benpensante la porta a scansare. Nelle pagine di Flannery O’Connor il male e il dolore sono presenze inevitabili che tutti sembrano non capire, ma che però fanno talmente parte della sua vita al punto da farle dire che non scrivere è molto peggio di scrivere.