Dove vanno a finire le maglie scambiate a fine gara? Che fine fanno i guantoni dei pugili dopo un incontro di boxe? E i palloni di quella finale da urlo? E la retina del canestro in quella mitica e indimenticabile promozione? Lo sport è fatto di passione, sudore, talento ma anche di oggetti, di strumenti, di cose diventate mito al pari dell’evento in cui sono state usate. Cose che spesso nessuno ricorda. Anzi, se non fosse per qualche appassionato e scupoloso collezionista, forse non sarebbero mai sopravvissute, perché ad essere consegnati alla storia e alla fama sono sempre e solo l’evento sportivo o lo sportivo che le ha usate.

Gli oggetti dello sport

Caschi per piloti di auto e moto, maglie di gioco, borracce, fasce da capitano, aste da salto, martelli e giavellotti da lancio, e ancora giacche, fasce per il sudore, e palle e palline di ogni sport. Spesso tutti autografati. Una collezione infinita di oggetti che hanno fatto la storia sportiva, nelle mani, indosso, ai piedi, insieme a atlet* di ogni nazionalità e epoca.

Dar lustro e ricordo a questi oggetti è la mission del libro Eroi silenziosi: storie di sport e di oggetti che hanno fatto leggenda di Fabio Giuseppe Poli (Minerva Edizioni, 2016, pagine 192, 14.00 euro), il primo libro al mondo che racconta le storie che hanno fatto grande lo sport, le imprese che hanno appassionato milioni di tifosi, viste da una prospettiva inedita: ovvero proprio da quella degli oggetti che hanno partecipato, in prima persona (come gli eroi che li hanno portati, calzati, usati), ai momenti che fanno l’epica dello sport.

Il casco di Ayrton Senna, nel giorno del suo tragico incidente. Il pallone del goal del secolo di Maradona ai Mondiali dell’86 contro l’Inghilterra. Gli anelli di Atene 2004, mentre Jury Chechi entrava nella leggenda. La pista di atletica di Seul ’88, dove Ben Johnson fece segnare l’incredibile record del mondo. La mitica asta con la quale l’ucraino Sergey Bubka rinnovò il suo record del mondo oltre 40 volte. “Suzie Q”: il temibile pugno destro dell’indistruttibile Rocky Marciano, nell’incontro che lo vide diventare campione del mondo dei pesi massimi contro Joe Walcott. I pedali della bici del “Pirata”, Marco Pantani, nell’epica tappa che lo portò a vincere, nello stesso anno, il Tour de France e il Giro d’Italia. E tante altre storie di sport divenute leggenda.

Sono proprio gli oggetti stavolta a raccontarsi e raccontare la loro storia dentro il momento. Proprio loro che rivivono quel momento in maniera inedita e del tutto umana, calando il lettore nella realtà, nella terminologia e nella dinamica unica di ogni sport.

L’autore

Fabio Giuseppe Poli (Bari, 1977) lavora da quasi vent’anni nel mondo dello sport. Oggi è Direttore Organizzativo dell’Associazione Italiana Calciatori. Ha sviluppato e coordina L’Università del Calcio, primo corso di laurea italiano in Scienze Motorie con indirizzo specifico, istituito dall’Università Telematica San Raffaele di Roma. Insegna presso la stessa università, Discipline Giuridiche ed Economiche e Calcio: regole, tecnica, sport e management. È consigliere delegato alla Qualità della Vita e Benessere del sindaco del comune di Bari.

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