Ripartiamo da qui. Se a fine aprile, in primavera, era ovvio che fosse difficile capire, in anticipo, quale sarebbe stato il sound dell’estate italiana, oggi il 9 agosto, mentre scrivo, a 1 giorno dal mio onomastico, sono ancora in alto mare. Ci sono tante tendenze sonore, nessuna però definitiva.

Non è una mare di musicaccia, intendiamoci. Qualcosa di bello c’è. Ad esempio, la house, nell’estate ’23, quella melodica da canticchiare è diventata la nuova commerciale, il nuovo pop.

Se Radio Deejay propone Nanana di Peggy Gou come tormentone e se Mercy di The Blessed Madonna è un altro brano suonato notte e dì, non è mica così male. Certo, sono pezzi molto leggeri, quasi evanescenti… ma è questo il periodo. Sostanza non ne vogliamo.

Vogliamo ballare. Trovo sia poi (dannatamente) divertente che Peggy Gou e The Blessed Madonna, così diverse come brand (super pop & disimpegnata la prima, così musicale & impegnata la seconda), facciano alla fine la stessa musica.

E’ che siamo messi così: il linguaggio della house è ormai lo stesso del pop. E non è così male. Perché la house da sempre è musica impura, che mette insieme cose diverse. E ricordiamoci come nacque la house, ovvero nei bassifondi dei club gay americani.
Voto per Peggy & TBM (The Blessed Madonna, ex The Black Madonna): 7+, sono chic e non impegnano.

I mash up: roba precotta

E diciamolo pure, a voce alta, ogni genere di house è senz’altro meglio dei mash up (spesso stonati) che tutti o quasi i dj italiani propongono nelle loro serate, incapaci di avere un pensiero musicale almeno un po’ originale. Ma che sono i mash up, potrebbe chiedersi un lettore che conosce poco la musica da club? Mica tutti lo sanno.

E allora lo spieghiamo: sono un miscuglio che mette insieme due successi musicali diversi, così almeno chi ascolta in pista ne riconosce almeno uno e alza le mani solo perché riconosce la canzone… Tra proporre un mash up e realizzare un vero successo musicale c’è la stessa differenza che c’è tra cucinarsi i Quattro Salti in padella Findus e prepararsi un buon piatto da soli.

Il paragone, geniale o quasi, non è mio, ma del mio amico Riccardo Sada, giornalista e scrittore da sempre attivo in ambito dance & dintorni.
Voto per i Mash up: zero assoluto. Voto per Riccardo? 10/10, ovvio.

Sono quindi in calo, visto che predominano la house melodica e i mash up, trap e reggaeton? Neppure per idea. Se, forse, in discoteca i party format che propongono questo genere musicale sono in leggero e fisiologico calo (e non è detto sia così), ogni locale propone la sua serata hip hop / trap / reggaeton e fa lo stesso incasso di quando propone i top dj del panorama italiano e/o internazionale.

Certo, nell’oceano della trap italiana c’è, spesso, da piangere o da sognare di diventare sordi, ma c’è anche qualche perla. Tra queste, ecco il campano Geolier, che ho avuto la fortuna di ascoltare live al Ferrara Summer Festival (una gran bella manifestazione).

Il suo concerto dell’estate ’23 è ancora un po’ scarno (zero visual, il manager sul palco fermo a non fare niente, etc), ma il palco se lo prende. E vedere a Ferrara migliaia di persone a rappare in napoletano mi ha messo di buonumore.

Geolier tra poco fa gli stadi da solo. Vediamo se ci azzecco. La sua Chiagne è un furto musicale a Gli Angeli di Vasco Rossi, ma è un pezzo completamente diverso, con una melodia diversa, con un testo splendido.
Voto per G. 9/10. Voto per la scena trap italiana: 4.5/10 (e sono generoso).

Chiudo con un paio di realtà musicali italiani in forte crescita in questa estate ’23, in ambito musica dance, house italiana, in particolare. UMM, la label simbolo della house italiana nel mondo, sta tornando grazie all’energia di Gianfranco Bortolotti, il creatore di Media Records, questa volta con l’aiuto di Gianluca Motta.

Tra le nuove uscite della label ecco Ritmo Fatal di Gaty Lopez, storico dj del Pacha di Ibiza. E’ una club track che non dà scampo. In breve tempo di risultati positivi ne sono già arrivati un bel po’.
Voto per la storia di UMM 10, per il suo futuro: 7+ (che essere scaramantici porta bene).

Last but not least… Acetone

Sono decisamente confortanti, soprattutto su Beatport, anche i risultati di Acetone, label funky italiana house creata da Maurizio Nari e Jens Lissat e gestita con Steve Tosi.

Cinque artisti italiani (oltre a Nari e Tosi, ci sono pure Giorgio V., Sandro Puddu e Max Magnani), tutti insieme a produrre tracce che non danno respiro.

Ascoltare Double Trouble Vol.3 di Nari e non muovere almeno la testa a tempo, ad esempio, è impossibile.
Voto per Acetone: 8. Anche la simpatia del nome, che si legge sia in italiano sia in inglese.

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