Estonia, Paese che unisce digitalizzazione e bellezze naturalistiche
L'Estonia è terra di boschi, laghi, fiumi e fiori blu: è un inno alla natura, ma è anche il primo Paese al mondo con un cyber-esercito.
L'Estonia è terra di boschi, laghi, fiumi e fiori blu: è un inno alla natura, ma è anche il primo Paese al mondo con un cyber-esercito.
L’Estonia è un Paese prevalentemente conosciuto per la sua capitale, Tallin, meta della maggior parte dei turisti che arrivano per mare e per terra. Ma l‘Estonia è molto di più: splendida natura, colori accesi e lunghi silenzi.
È una piccola Nazione, in Europa dal 2004, che conta circa un milione e trecentomila abitanti. Ha un territorio leggermente più esteso della Svizzera ma ha una densità di popolazione 7 volte inferiore. Gli abitanti sono concentrati nelle città principali ed è per questo che la natura è così predominante.
Il Paese è riuscito ad attrarre il capitale straniero, prevalentemente scandinavo e finlandese, che ne ha determinato lo sviluppo e la modernizzazione. Sono piacevolmente sorpresa nel constatare che l’Estonia ha una copertura wifi quasi totale e che il sistema “Skype” è stato creato qui.
Tutti i servizi sono collegati tramite Internet: scuole, librerie, biblioteche. Dal 2005 si può votare online e la popolazione invia telematicamente i modelli della tassazione. E’ il primo Paese al mondo ad avere un cyber-esercito per proteggere la sua struttura informatica.
La maggior parte delle persone lavora con contratti a tempo indeterminato e il tasso di disoccupazione femminile è inferiore a quello maschile. E’ membro dell’Eurozona dal 2011; è uno dei Paesi europei con il più basso debito pubblico.
In questo periodo, a causa della guerra in Ucraina, l’economia basata sul turismo, sta soffrendo molto. Tallin specialmente subisce la grande assenza del turismo russo e in tutto il Paese c’è una preoccupante inflazione.
I prezzi dei beni di prima necessità sono lievitati. Sono andata appositamente al Balti Jaam Market – il mercato centrale di Tallin – e ho verificato con mano: le mele costano in media 5 euro il chilo; il salmone fresco da 20 a 35 euro al kg; il caffè al bar costa 3 euro e 5 al ristorante.
Lo stipendio medio va dai 600 euro netti al mese ai 1000. Merevägi, una ragazza che fa la cameriera in un ristorante al centro di Tallin, mi conferma le difficoltà del momento: per pagare l’affitto è costretta ormai a fare due lavori. Anche per questo tutti si augurano che questa guerra finisca subito.
Arrivo in un assolato pomeriggio di aprile all’aeroporto di Tallin, molto accogliente e moderno. Sbrigo le pratiche burocratiche e il mio viaggio on the road ha inizio.
Il Paese è prevalentemente pianeggiante.
Più del 40% è coperto da boschi; è una terra ricca di laghi e di fiumi che ne vivacizzano il paesaggio.
Non ci sono autostrade ma solo statali: eppure i collegamenti sono ottimali. Solo in qualche punto ho trovato qualche strada di collegamento ancora non asfaltata. Se si ha tempo e si è abbastanza allenati si può girare in bicicletta, poiché ci sono delle piste ciclabili ovunque (anche se il meteo non sempre è adatto).
Il modo migliore per visitare l’Estonia rimane l’auto.
La prima tappa del mio viaggio è Haapsalu a circa 100 km dalla capitale. Il paesino è delizioso. Ha un lungomare che è stato ristrutturato a misura d’uomo: è interamente pedonale e gli abitanti possono sedersi su comode panchine e rimanere fino al calar della sera godendo dei romantici tramonti.
Al centro c’è un castello medioevale molto ben conservato. Happsalu è diventata un luogo di attrazione per i suoi fanghi e le acque termali; personaggi famosi erano soliti passare qui le loro vacanze come il grande musicista russo Pëtr Il’ič Čajkovskij. Un’altra attrazione è la vecchia stazione dove ci sono delle locomotive d’altri tempi che si possono visitare.
La mattina si parte alla volta di Virgu da dove partono i traghetti per l’isola di Saaharema, la più grande dell’Estonia.
Anche oggi il sole mi regala una giornata magnifica. I traghetti hanno una frequenza elevata e in venti minuti si arriva a destinazione. Rimango colpita dal colore dell’acqua del Mar Baltico: scuro e torbido. Noterò questo colore anche nei fiumi e nei laghi: la causa è la forte presenza di torba nel terreno. Confesso che l’acqua di quel colore non è molto attraente.
La mattina è fredda ma assolata, le strade semi deserte. Solo vicino ai fiumi gonfi di acqua, s’intravedono gruppetti di pescatori sulle rive, con tutta la loro attrezzatura, impegnati nella loro attività di pesca.
L’isola di Saaharema non mi delude. Fra le tante cose da vedere ho scelto Kali. E’ famosa per i suoi crateri (ormai pieni d’acqua) che sono rimasti dopo l’impatto di un meteorite con la terra circa 4000/7000 anni fa.
Si può visitare la graziosa capitale Kuressare, la sua bella spiaggia e il castello con tanto di fossato. Per un caffè delizioso consiglio il Bar Naba sulla piazza principale.
Dopo la visita alla piccola capitale dell’isola si può andare al Faro di Kiipsaarem ma per raggiungerlo bisogna camminare per circa 6 chilometri.
Percorro tutta la strada costiera a nord e di tanto in tanto sulla strada incontro dei cartelli che mi fanno sorridere per quanto sono distanti dalle nostre abitudini (attraversamento di alci o rane…).
Incontro bellissime e coloratissime fattorie, con persone che lavorano alacremente al loro orto. Percorrendo il perimetro dell’isola arrivo a Panga, una zona a tutela paesaggistica.
Rappresenta il punto più alto della parte costiera dell’Estonia.
I colori sono netti: una scogliera con spiagge sassose bianche e il mare in contrasto, scuro e torbido e il cielo di un blu perfetto.
Tornando verso l’imbarco dei traghetti s’incontrano i Mulini di Angla, testimonianza di un passato rurale.
Riprendo il traghetto e parto alla volta di Pärnu. È la località marittima estone per eccellenza e il suo aspetto moderno lo dimostra. Il lungomare e la sua bella spiaggia sono molto ben organizzati.
Tanti alberghi di lusso, ristoranti e locali. Capisco ora perché e Pärnu è considerata la Miami dell’Estonia. Se volete mangiare un cous cous eccellente consiglio il ristorante Blanco.
Trascorro la notte in città e riparto alla volta deI Parco di Soomaa per dedicare la giornata al trekking.
Ci sono molti sentieri di varie lunghezze da poter percorrere a piedi e anche diversi punti per entrare. Se non avete esigenze particolari fermatevi dove sentite più silenzio.
Il parco è famoso per la sua quinta stagione, fra marzo e aprile. In questo periodo i suoi boschi sono solitamente sommersi da metri d’acqua e l’unico modo per visitarlo è in canoa.
Ma la siccità anche qui si fa sentire e accedo camminando sui sentieri. Il bosco è fitto e si sentono solo i colpi regolari dei picchi che beccano furiosamente i tronchi e i richiami degli uccelli acquatici. Ogni tanto qualche laghetto balneabile: l’acqua è fredda e scura, in realtà non molto invitante.
Dopo aver percorso uno dei numerosi sentieri, parto alla volta di Tartu.
È una bella città, la seconda più grande dell’Estonia. Essendo un centro universitario ospita ragazzi di tutto il mondo. Il clima è allegro e festoso e l’atmosfera è serena. Si sente quell’energia che solo i ragazzi sanno trasmettere. Tanti si fermano lungo il fiume a prendere il sole e a chiacchierare. Si può cenare in centro. Raccomando RP9 Pub proprio davanti al municipio.
La mattina parto in direzione nord, verso il parco di Lahemaa.
Durante il viaggio rimango colpita dai numerosi nidi di cicogne appoggiati sui tetti delle deliziose case di legno color pastello. Si susseguono laghi e fiumi, boschi e prati fioriti: macchie di colore su un tappeto verde.
Arrivata al parco, scelgo due percorsi. Uno è brevissimo ed è il famoso Kopra rada (sentiero dei castori): si cammina fino ad arrivare al fiume dove si riconoscono vere e proprie barriere di tronchi, costruite dai castori.
Un altro piacevole sentiero è quello che si addentra nel bosco e finisce sul Baltico, vicino al villaggio di Altja. I percorsi sono tutti ben segnalati. La cosa che mi ha emozionata di più è il silenzio che regna in questi luoghi. Per chilometri non incontro nessuno.
Prima di arrivare a Tallin si possono vedere le Cascate di Jagala. Anche qui si nota che più di metà del letto del fiume che le forma, è purtroppo asciutto.
Arrivo a Tallin. Sono un po’ frastornata dalla confusione e dai cantieri aperti ovunque. C’è una reale difficoltà a parcheggiare l’auto. Nella piazza adiacente alla stazione ci sono delle zone adibite a parcheggio (a ore o per l’intera giornata). Con mia grande sorpresa si può pagare solo in monete e qui nessuno usa i contanti! Una vera criticità …
La città merita la fama che ha; è una vera bomboniera. Oltre a tutti monumenti illustrati in ogni guida turistica, consiglio di visitare la farmacia che si trova nella piazza del municipio, una delle più antiche in Europa e ancora operativa (risale al 1400).
Percorrendo la via Pikk si nota un po’ nascosta l’entrata in una delle prigioni del KGB, ora diventate un museo.
Molto caratteristico è Passaggio di Santa Caterina, tipicamente medievale.
Camminando per la città, vicino alla cattedrale si è attratti da una musica che viene da deliziosa panchina: ci regala continuamente tutte le sinfonie di Fryderyk Chopin.
Per dormire consiglio il Meriton Old Town Garden Hotel in centro, delizioso e accogliente. Per mangiare piatti estoni invece l’ideale è l’Old Estonia, nella piazza del municipio.
La città è piccola ma percorrendo le stesse strade più volte si nota sempre qualcosa di nuovo e di bello da ricordare.