Sette  storie per sette ritratti di donne. Un mosaico multicolore come è la vita della donna oggi, con le tante sue battaglie, le sfide, le conquiste, molte realizzate, altre per le quali ci si trova ancora a lottare.

E’ appena uscito al cinema, distribuito da Artex Film, Femminile singolare, progetto cinematografico che raccoglie 7 episodi dedicati alla donna, diretti da James Bort, Rafael Farina Issas, Kristian Gianfreda, More Raça, Matteo Pianezzi, Adriano Morelli, Elena Beatrice e Daniele Lince e interpretati da Monica Guerritore, Catherine Deneuve, Violante Placido, Agnese Claisse, Pierre Deladonchamps e Dorothée Gilbert, prima ballerina dell’Opéra di Parigi, qui al suo debutto cinematografico.

La scelta della data di uscita dell’11 maggio è stata pensata e voluta. Ricorre infatti in quella data l’anniversario della firma – nel 2011 – della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta alla violenza contro le donne, nota come Convenzione di Istanbul.

Un documento fondamentale che in questi anni ha impegnato gli stati firmatari a mettere in campo ogni misura possibile per combattere questa grande battaglia.

Le storie di Femminile singolare ci portano dentro l’universo femminile guardato con realismo ed empatia. E ci portano soprattutto dentro le tante lotte quotidiane che le donne si trovano ad affrontare.

Non solo la violenza, che comunque viene trattata con grande sensibilità in uno degli episodi che compongono il film, ma anche pesi sociali, economici e culturali. Ostacoli più sottili, che pesano però come macigni sulla possibilità di arrivare ad una vera parità.

L’episodio di apertura di Femminile singolare parla di un tema spinosissimo, ovvero quello del diritto alla maternità e alla carriera, la conciliazione, questa chimera che sembra impossibile ancora oggi raggiungere per una serie di fattori culturali e strutturali.

Un tema che il film affronta facendoci calare nella storia di una donna (interpretata da Dorothée Gilbert, che nella realtà è la prima ballerina dell’Opéra di Parigi) che lavora in un mondo particolarmente competitivo, quello della danza classica, in cui la ricerca della perfezione è il vero obiettivo di ogni prestazione, che sia un allenamento alla sbarra o una prima al Bolschoi.

Seguiamo il tormento di un’etoile che sta per fare il salto di carriera per il quale si è tanto sacrificata e tanto ha lavorato, quando scopre di essere incinta. L’ambiente che ha intorno tenta di spingerla fuori da quel mondo, e ci vorrà l’intervento di una donna (di potere), per sostenerla e spingerla a reclamare il diritto ad avere tutto, proprio come gli uomini: una famiglia, il successo, qualsiasi altra cosa una donna scelga di desiderare.

Femminile singolare è un grande affresco collettivo che ci porta a guardare in faccia anche molte altre realtà difficili del mondo femminile.

A iniziare dalla solitudine drammatica delle care giver, in cui entriamo attraverso una storia davvero dura raccontata dall’episodio in cui Violante Placido interpreta la madre single di un giovane con grave disabilità.

O ancora, il film ci porta ad esplorare contesti, non troppo lontani da noi, in cui le tradizioni patriarcali condizionano a tutt’oggi fortemente la vita delle donne e le loro relazioni.

Ma Femminile singolare, racconta anche la durezza della vita di una giovane prostituta, il tema della malattia e della scelta della cura, la complessità dei rapporti madre/figli.

Il film, in un’ora e mezza, che ci aiuta a mettere a fuoco la realtà di un universo femminile contemporaneo che è, appunto un universo, che va raccontato, come in quest’opera, attraverso prospettive non stereotipate, facendo lo sforzo di entrare in quella complessità di temi, vicende e battaglie, che ne costituisce la più vera essenza.

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