Quando si entra in Housing Giulia, un complesso fortemente voluto dall’Opera Barolo di tremila metri quadrati composto da 48 appartamenti, si rimane subito colpiti dagli spazi che esprimono il valore della relazione, del senso della bellezza. L’immenso wall painting dal titolo Rhythm & Form dell’artista britannico David Tremlett, realizzato in collaborazione con Ferruccio Dotta e gli studenti dell’Accademia Albertina, dà subito il benvenuto agli ospiti abbracciando le parti comuni e accompagnandoli lungo tutti i corridoi di accesso alle singole abitazioni.

Un altro intervento artistico permanente è quello eseguito dal fiorentino Massimo Barzagli che, nell’ambito del suo progetto internazionale Save our flower, ha fatto fiorire otto appartamenti durante sei mesi di residenza, riproducendo nelle stanze un giardino che accompagna la ri-fioritura delle persone. Sempre negli appartamenti e in alcune aree comuni sono presenti anche lavori di artisti irregolari, provenienti dall’archivio Mai visti e parte della collezione dell’Opera Barolo che, nel 2015, ha costituito il Polo delle arti relazionali e irregolari per valorizzare le discipline di confine, fuori dal sistema per scelta o per esclusione sociale.

Su uno dei terrazzi, poi, svettano i volti umani realizzati in rete metallica di Pueblo, una delle prime opere di Edoardo Tresoldi. Non mancano nemmeno gli interventi artistici temporanei, come i parabordi dipinti da Alessandro Bulgini, per circa un anno installati in collaborazione con gli stessi inquilini sulle finestre delle loro unità abitative, evocando così l’idea di protezione, solidarietà, eguaglianza e abbattimento delle distanze, tutti valori che Housing Giulia fa propri quotidianamente. Per saperne di più abbiamo intervistato una delle anime di Housing Giulia, Guido Geninatti, presidente di Co-Abitare, associazione che favorire la formazione di comunità intergenerazionali di coabitazione sostenibile.

Condividi: