Erano le 6 di mattina di un venerdì dello scorso luglio quando il fiato di 422 lavoratori di una fabbrica di semiassi di Campi Bisenzio si è fermato. Si è fermato con l’arrivo di una lettera che annunciava la chiusura. Non perché non avessero più semiassi da vendere. Non perché nessuno glieli volesse più comperare. Il fondo d’investimento che determinava i loro destini aveva deciso, in perfetta solitudine, di volere e poter fare altro. Ma le lavoratrici e lavoratori della Gkn hanno riscritto, lottando e comunicando, una storia già vista in tanti altri stabilimenti e siti produttivi in Italia e nel mondo.

L’abbiamo già raccontata qui la loro scommessa: #insorgiamo. Un hashtag, una pratica, una filosofia di vita. “Abbiamo visto una comunità insorgere, solidarizzare, autorganizzarsi – racconta il Collettivo dei lavoratori nel messaggio per il nuovo anno condiviso con i propri sostenitori – abbiamo visto gli studenti in fabbrica e picchetti operai di fronte alle scuole con gli studenti. Abbiamo visto una testuggine indefinita, eppure compatta, attraversare i viali di Firenze e dietro ancora un mare di solidarietà chiuso solo da un cartello: Firenze città ribelle e mai doma.

Questo messaggio sfidante, ereditato dalle giornate della Resistenza al fascismo nel capoluogo toscano, e poi mesi e mesi di occupazione, manifestazioni, trattative, iniziative culturali, veglie e progettazione di un piano industriale dal basso, con le associazioni, i centri di ricerca, gli studiosi, la comunità, le tante persone che si sono strette a protezione dei capannoni di Campi Bisenzio, che sono salite sui pullman all’alba per manifestare a Roma, contro i #G20 e per lo sciopero generale, hanno consentito al Collettivo e ai solidali di raggiungere un traguardo che a fine estate sembrava impossibile: arrivare al 2022 con un compratore, nuovi progetti, i licenziamenti sconfitti, un nuovo corso della fabbrica da poter scrivere insieme.

Per questo successo, e per come lo hanno ottenuto, sono stati nominati Toscani dell’anno: “noi giriamo idealmente questo premio a tutte le lavoratrici e i lavoratori di questo nostro territorio e idealmente di tutto il resto del mondo – hanno risposto alla notizia della proclamazione dalla loro pagina FbAvete gridato tante volte nei cortei ‘siamo tutti Gkn’. E lo siamo perchè nessuno si salva da solo; non c’è posto di lavoro salvo in un paese che non è salvo, hanno ribadito. Per questo, la carovana solidale che si è stretta intorno alla fabbrica sospesa non ha nessuna intenzione di smobilitare: “questa solidarietà non è ‘nostra’ – hanno spiegato ancora dal Collettivo – deve strabordare al servizio di tutti. Per questo, se possiamo, questo premio lo giriamo subito ai lavoratori del Cartonificio di Sesto, dell’Ortofrutticola del Mugello e via, via, fino alla Caterpillar di Jesi, passando da Air Italy e Alitalia, per arrivare fino alla Bosch di Bari”.

Il Collettivo ex Gkn, in effetti, si è subito rimesso in marcia e ha raggiunto in settimana la Fabbrica dei marroni di Marradi, dove un altro fondo di investimento chiude un altro stabilimento perfettamente in salute buttando in strada 80 dipendenti.

“Siamo andati a portare la nostra solidarietà incondizionata, non a insegnare qualcosa né a indicare alcuna via”, hanno chiarito subito dal Collettivo al termine dell’incontro con le lavoratrici in picchetto. “La fabbrica di marroni era ed è in attivo, nonostante il Covid – hanno raccontato insieme i lavoratori colpiti e la delegazione solidale – per l’ennesima volta chiude una fabbrica in attivo” che, oltre tutto, “contiene l’intero ciclo produttivo: è in grado di partire dalla materia prima e finire con il prodotto pronto per gli scaffali”. I marroni, tipicità del territorio, possono essere lavorati in filiera corta con una piena integrazione tra sviluppo agricolo, ambientale, storico del territorio e produzione.

“Il territorio è disponibile a insorgere e ad abbracciare la fabbrica. La fabbrica appartiene a Marradi e a tutto il Mugello – constatano dal presidio – come si vede, paese che fai, fondo finanziario che trovi. In un simile contesto, la sconfitta non può essere nemmeno contemplata. Si perde sempre tranne quella volta che a Marradi…”. Insomma, anche per il 2022, non prendete troppi impegni, perché insieme #insorgiamo.

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