Il libro di Len Howard Star. Una cinciallegra di genio, fresco di stampa per la serie Animalia della casa editrice Adelphi (2023), riunisce in un unico volume due saggi pubblicati rispettivamente nel 1952 e nel 1956. I settant’anni che ci separano da queste pubblicazioni non si sentono proprio, dimostrando come l’aneddotica a tema animali rappresenti un
evergreen.

L’ambientazione è l’East Sussex e precisamente l’atmosfera bucolica di un cottage circondato da un grande giardino dove l’autrice si trasferisce nel 1938. Le finestre aperte diventano soglie osmotiche tra la casa e il mondo magico del giardino: biancospini, susini e sambuchi diventano un’irresistibile attrattiva per un gran numero di specie di uccelli che vi trovano riparo, fonti di cibo e possibilità di nidificazione.

L’aneddotica nelle descrizioni delle relazioni in tema animali

Questo consente all’autrice di entrare in stretto rapporto con i suoi vicini alati costruendo relazioni sempre più coinvolgenti. La tendenza aneddotica delle descrizioni in tema animali della Howard, nonché la sua predilezione per l’atteggiamento relazionale, le causeranno il rifiuto della comunità scientifica.

Sarà solo il biologo ed evoluzionista Julian Huxley a riconoscere la portata innovativa degli studi di Len Howard, il cui lavoro osservativo e di minuziosa descrizione ornitologica manifesta caratteristiche pionieristiche. Ma si sa, per molto tempo lo studio degli animali, per poter rientrare nel canone scientifico, doveva rispettare quei criteri di controllo e di riproducibilità degli assunti che solo l’ambiente laboratoristico poteva assicurare. I concetti di validità interna della ricerca, riferita al controllo di tutte le variabili, e di validità esterna, vale a dire di adeguato campionamento, hanno sempre costituito un’ipoteca sull’aneddotica.

I racconti biografici, le storie di animali

Eppure, i racconti biografici incentrati sul vissuto nel rapporto con gli animali hanno avuto dei precedenti illustri. Non si può non ricordare il best seller di Konrad Lorenz L’anello di re Salomone (1949) che ha rappresentato per tanti giovani il primo approccio con l’etologia. In questo libro lo studioso austriaco ci racconta della sua vita a Seewiesen nell’Alta Baviera, circondato da un gran numero di specie che convivevano con lui, consentendogli un’osservazione ravvicinata dei loro abiti comportamentali.

Come tutti i resoconti biografici, il libro di Lorenz abbonda di aneddoti e riporta il suo rapporto personale con gli animali, nell’aspirazione, che è un po’ di noi tutti, trovare un modo per comunicare con loro, da cui il titolo del libro. In effetti, una leggenda raccontava che re Salomone possedesse un anello che gli dava il potere di parlare con gli animali. L’infanzia dello studioso trascorsa ad Altenberg, sulle rive del Danubio, è stata una sorta di educazione sentimentale volta a coltivare il suo intenso interesse per le altre specie.

Scriverà in quel libro, che potremmo definire il suo testamento spirituale, Vorrei diventare un’oca (1973):

Sono cresciuto nella grande casa, e nell’ancora più grande giardino, dei miei genitori ad Altenberg. Nei confronti del mio indiscriminato amore per gli animali, essi furono assai tolleranti”.

Sì, perché tutte le biografie che raccontano episodi di vita vissuta accanto agli animali hanno una cosa in comune: l’effetto comico e passionale di aneddoti turbolenti.

Un altro classico, di questo che potremmo definire un genere letterario a tutti gli effetti, è il divertente libro di Gerald Durrell La mia famiglia e altri animali (1956), che racconta l’infanzia del naturalista britannico trascorsa sull’isola greca di Corfù. Se l’ambientazione è diversa e il registro si discosta dallo stile di Lorenz, perché più incentrato sull’effetto comico e sull’esagerazione, anche in questo caso interpreti indiscussi della narrazione sono gli animali e ciò che traspare è l’amore nei confronti della natura.

Come non ricordare, poi, i meravigliosi resoconti del veterinario e scrittore James Herriot che con il suo capolavoro Creature grandi e piccole (1970) ci ha mostrato un mondo magico e rurale fatto d’incontri importanti.

In Italia a partire dagli anni ’70 due importanti studiosi sapranno coniugare l’approccio scientifico e quello narrativo a tema animale. Il primo è Danilo Mainardi, che con i libri Storie naturali (1974), Avventure con gli animali (1979) e soprattutto Lo zoo aperto (1981) ci propone delle carrellate di comportamenti affascinanti e insoliti tratti dal mondo animale.

L’altro studioso, a me particolarmente caro perché è stato il mio maestro, è Giorgio Celli che nel saggio Etologia da camera (1994) trasporta l’osservazione etologica nella dimensione della convivenza. In questo modo l’alterità animale non è più distante e compresa in un mondo tutto suo, ma condividendo gli spazi domestici ne interpreta le prospettive attraverso la lente della sua peculiare natura.

A questo seguiranno altri saggi dedicati in modo particolare ai gatti, come Il gatto di casa. Etologia di un’amicizia (1997) e Il condominio dei gatti (2003) rilanciando il tema dell’aneddotica come importante strumento di osservazione.

Per concludere questo breve resoconto di storie di animali mi piace ricordatre due libri recenti: Un’etologia umanizzata tra terra e cielo di Alessandra Farneti (Pendragon, 2021), un libro piacevole costruito su tante piccole storie di convivenza, e Insetti delle tenebre di Tommaso Lisa (Exorma, 2022), che ci trasporta nel mondo oscuro del sottosuolo per un’immersione microspeleologica in un mondo fantastico.

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