Ne avevamo già parlato meno di tre mesi fa. Ora è legge. Più tutela degli animali, più tutela della salute pubblica e prevenzione di epidemie e pandemie. Stop all’importazione di pipistrelli, detenzione di ragni velenosi e riproduzione di tigri e leoni e altri animali esotici in Italia.

Il Governo giovedì scorso ha infatti approvato due decreti legislativi, su proposta del Ministro Speranza, che rappresentano un importante cambiamento per gli animali esotici e selvatici, quasi 5 milioni ogni anno secondo i dati ufficiali, attualmente commerciati e detenuti in cattività in gabbie, teche, vaschette, garage e sgabuzzini delle case degli italiani.

Questo giro di vite al commercio di animali è stato reso possibile grazie alla campagna LAV e a un emendamento alla legge di delegazione europea a firma di Loredana De Petris e altri senatori.

In attesa della pubblicazione dei testi del Governo sulla Gazzetta Ufficiale, possiamo certamente affermare che quanto previsto rappresenta, anche in applicazione della recente integrazione della Costituzione in tema di difesa degli animali e della biodiversità, una stretta nei confronti di un anacronistico commercio pericoloso per tutti e una positiva campagna educativa a lungo termine.

Quanto approvato scoraggerà man mano le manie di collezionisti di animali e bloccherà mode pericolose che hanno portato, secondo Euromonitor, a una popolazione di oltre 50 milioni di mammiferi, uccelli, pesci e rettili di ogni tipo tenuti in stanze, garage e giardini, con un ritmo di milioni di nuovi animali all’anno detenuti. Un fenomeno non di poco conto visto anche l’annoso problema delle cosiddette specie invasive aliene per le quali poi si invoca l’uso dei fucili.

Mai più tigri in gabbia

L’Italia è il quinto Paese europeo dopo Olanda, Cipro, Lussemburgo e Belgio a rendere operative restrizioni importanti in questo settore, mentre Francia e Slovenia applicheranno norme simili il prossimo anno e il Consiglio europeo dei Ministri ha recentemente impegnato la Commissione di Bruxelles a emanare una normativa comunitaria.

La Legge interverrà anche con sanzioni efficaci contro chi violerà i divieti di importazione, vendita e riproduzione, così come contro il traffico di specie protette in pericolo di estinzione. Ecco i punti principali delle leggi, secondo gli Schemi di Decreti Legislativi del Governo e i pareri dati da Commissioni parlamentari e Regioni:

1) Dei 5 milioni di animali esotici che ogni anno entrano nelle case degli italiani, con l’entrata in vigore di questa legge possiamo considerare al sicuro una stima di 1.200.000 animali selvatici ed esotici che ogni anno vengono prelevati direttamente in natura nei loro Paesi di origine.

2) Dopo l’emanazione di due Decreti Ministeriali attuativi, indicati all’articolo 4 e 5 della legge, potranno essere finalmente salvi tanti altri animali di diverse specie, circa 3.000.000 l’anno, che non saranno più costretti all’ergastolo di una vita in teche, acquari, gabbie, anche se nati o allevati in cattività.

Il primo decreto ministeriale sarà in capo al Ministero della Salute che entro trenta giorni dall’emanazione della Legge redigerà la cosiddetta lista positiva, come già adottata o in via d’adozione in altri sei Paesi UE, che verrà stilata

“in base al rischio sanitario, per la biodiversità o alla compatibilità con la detenzione in cattività per ragioni comportamentali, fisiche, biologiche, etologiche”.

La lista positiva, contrariamente all’attuale situazione, include solo le poche specie animali che potranno ancora essere commerciate e detenute in Italia; l’altro Decreto Ministeriale, entro centottanta giorni dall’entrata in vigore della legge e a firma del Ministero della Transizione Ecologica, stilerà la cosiddetta lista negativa che amplierà il numero di specie già vietate con il Decreto 19.4.1996 (una decina di ordini, varie decine di famiglie e centinaia di specie che, che vanno da molti primati, ai grandi felini come tigri e leoni, a altri grandi mammiferi come gli elefanti, a specie di insetti, rettili e anfibi velenosi, urticanti, tossici)

“tutte specie che costituiscano pericolo per la salute e per l’incolumità pubblica o per la biodiversità nonché gli ibridi tra esemplari delle predette specie e di altre specie selvatiche o forme domestiche e le loro successive generazioni”.

3) Chi detiene uno degli animali delle specie vietate, non potrà farlo riprodurre ma potrà tenerlo fino alla fine della sua vita naturale. I possessori dovranno denunciarne la presenza in Prefettura entro tre mesi dall’entrata in vigore della legge. I negozi hanno dodici mesi di tempo per la messa in regola, con identificazione degli animali e formazione degli operatori.

Stop a ligri e savannah

4) I circhi e le mostre faunistiche viaggianti – per i quali un’altra legge delega, approvata pochi giorni fa dalla Camera dei Deputati, ha previsto lo stop all’uso di tutti gli animali, non solo selvatici ed esotici – da subito non potranno far riprodurre gli animali delle specie vietate e non potranno acquisirne altri. È finalmente prevista l’applicazione di queste norme di protezione degli animali anche agli ibridi, individui risultanti dall’incrocio di genitori di specie o sottospecie diverse, a prescindere dalle generazioni di incrocio. Saranno quindi vietate le chimere come i ligre (incrocio tra leone e tigre), i savannah (incroci tra gatti domestici e gattopardi-serval), o tra diverse sottospecie di tigri, oggi i più presenti nei circhi italiani.

5) In caso di violazioni è sempre disposta la confisca degli animali, e quindi potranno essere sempre salvati, “anche se non è pronunciata condanna penale o non è stata applicata una sanzione amministrativa pecuniaria”, nonché è previsto l’arresto fino a sei mesi o ammenda da 20mila a 150mila euro. Chi commercerà illegalmente specie protette sarà sanzionato “salvo che il fatto costituisca più grave reato” grazie all’integrazione dell’articolo 727-bis del Codice penale con “l’arresto da due a otto mesi e con l’ammenda fino a 10mila euro”.

6) Viene realizzata finalmente un’unica anagrafe nazionale di cani e gatti nonché delle strutture e degli operatori che li detengono a qualsiasi titolo e tutti gli altri animali – anche quelli ex da reddito – dovranno essere identificati e registrati nella Banca Dati Nazionale anche per realizzare maggiori e più efficaci controlli sulle loro condizioni e le strutture che li ospitano. Prevista identificazione obbligatoria e certificazione veterinaria degli animali in vendita anche via internet.

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