La presenza d’interpreti animali o teriomorfi – cioè ibridi dalle sembianze non umane – nella letteratura è tutt’altro che sporadica anzi, possiamo considerarla uno dei topoi narrativi più frequenti, potremmo dire archetipici.

Quello degli animali è un mondo fantastico da esplorare, dove sono presenti sia i fidati accompagnatori che ti possono aiutare lungo il cammino sia gli antagonisti che lo rendono ostico.

Come nel mondo sottosopra di Alice di Lewis Carroll, là vigono le regole di un mondo alternativo, c’è l’ignoto da esplorare, lo specchio deformante che ti permette di riflettere su te stesso, c’è la partenza, il viaggio e il ritorno, ci sono le diverse vicende tenute insieme dall’ordito dell’immaginazione.

Non è un caso, perciò, se anche la letteratura per ragazzi è costellata di personaggi affascinati dal mondo animale, ne sono un esempio The Evolution of Calpurnia Tate (2009) di Jacqueline Kelly o Pippi Calzelunghe (1945) di Astrid Lindgren.

In queste letture è significativamente compresente lo stupore e il senso di libertà che ispira ogni soglia d’incontro con un compagno di specie. Mi piace, per esempio, ricordare il racconto di Giana Anguissola Gli animali al principio del mondo (1973), la storia di Dino Buzzati La famosa invasione degli orsi in Sicilia (1983), le opere di Jill Barklem, pseudonimo di Gillian Gaze, scrittrice e illustratrice nelle quattro storie dedicate alle stagioni, il romanzo L’occhio del lupo (1993) di Daniel Pennac.

Il saggio di Serenella Iovino su
Italo Calvino e la sua attualità

In tutte queste opere si respira un senso di apertura verso la dimensione del possibile che vede l’animale come regista di fantasia. Fesco di stampa è il nuovo libro di Serenella Iovino dal titolo Gli animali di Calvino – Storie dell’Antropocene (Treccani, 2023) .

In questo saggio, quanto mai ricco di suggestioni, l’autrice esamina come Calvino, a partire dal Sentiero dei nidi di ragno a Palomar non abbia mai smesso di raccontare animali. Serenella Iovino ci mostra come i racconti di Calvino siano quanto mai attuali in questa nostra epoca, da taluni definita Antropocene proprio per rimarcare l’impatto della nostra specie sull’intero pianeta.

Come sottolinea Serenella Iovino:

“le opere di Calvino ci consegnano un messaggio preciso: non siamo i soli abitanti di questo pianeta”.

L’alterità animale in Calvino non è mai una metafora, bensì l’espressione di una diversa prospettiva che ci consente di capire meglio la trama del reale.

Questo è particolarmente vero quando ad ascoltare la voce animale e a seguirne lo sguardo è il bambino e, al riguardo, non si può non ricordare l’impareggiabile Gianni Rodari, che rintraccia una sorta di vicinanza per affinità elettive tra l’universo infantile e quello zoomorfo. Entrare nel magico mondo degli animali, soprattutto in quello misterioso del microcosmo, è un po’, come avere accesso a un universo parallelo.

Memorabile sarà il romanzo Ciondolino di Vampa, pseudonimo di Luigi Bertelli, pubblicato nel 1895. o il libro L’ape Maia e le sue avventure dello scrittore tedesco Waldemar Bonsels (1912).

Su un tono più naturalistico sono i libri di James Herriot, pseudonimo di James A. Wight, scrittore e veterinario britannico che nel 1969 con il libro If Only They Could Talk apre la strada a una serie di opere narrative sul rapporto anche lavorativo con gli animali.

Gli scrittori per ragazzi hanno sempre utilizzato gli interpreti animali come stratagemma per attrarre la loro attenzione ma altresì per creare quel senso di vicinanza e di condivisione che s’instaura tra condizione animale e infanzia. Un esempio è di certo Helen Beatrix Potter (1986-1943), una scrittrice unica nel suo genere, anche grazie alle sue competenze di illustratrice e naturalista.

La sua opera, The Tale of Peter Rabbit (1902) ci mostra l’intensità di una passione totalizzante per la natura, per gli animali e per la pittura ad acquerello.

Un altro autore importante è Roald Dahl (1916-1990) con libri come I Gremlins (1943), Il coccodrillo enorme (1978), Io, la giraffa e il pellicano (1985). Nei suoi racconti i bambini sono spesso protagonisti sfortunati, oppressi dal mondo degli adulti e salvati da un mondo magico dove gli animali ricoprono un ruolo importante.

La verve sarcastica la ritroviamo, viceversa, in Thomas M. Bond nella saga dell’orso Paddington iniziata con il libro A bear called Paddington (1958) e conclusa con Paddington Here and Now (2008).

Divertente anche il racconto di Antonio Almodovar Los animales miedosos o la saga del dottor Dolittle di Hugh J. Lofting (1886-1947) iniziata con The Story of Doctor Dolittle (1920) dove si racconta di un medico che può parlare con gli animali.

E le fiabe?

Tra le fiabe che ricordo, gli esempi non si contano. Voglio però citare Il pescatore e Il pesciolino d’oro di Alexandr N. Afanasiev (1826-1871), Il brutto anatroccolo di Hans C. Andersen (1805-1875) I musicanti di Brema dei fratelli Grimm (1819), Enrichetto dal ciuffo di Charles Perrault (1628-1703), Il Meraviglioso mago di Oz di Frank Baum (1900).

Tra le saghe indimenticabili dove compaiono animali da ricordare quella di Edgar Rice Burroughs dedicata al personaggio di Tarzan allevato dalle scimmie nella giungla, iniziata con il romanzo Tarzan delle Scimmie (1912), e le avventure di Mowgli ne Il libro della giungla di Rudyard Kipling (1894).

Insomma è indubbio che, quando si vuole affrontare l’ignoto o si vuole guardare il mondo da un’altra prospettiva, affidarsi allo sguardo dell’animale è il modo più diretto per comprendere la complessità del mondo che ci circonda.

Condividi: