Un lavoro precario in quel di Torino, una vita monotona ancora a casa dei suoi, una relazione già finita che continua a darle il tormento. Così conosciamo Cristina, la protagonista de Il periodo del silenzio, il nuovo libro di Francesca Manfredi edito da La Nave di Teseo. Una ragazza come tante che, però, sulla soglia dei trent’anni in piena era social decide di compiere un gesto sovversivo.

Una sera di settembre taglia le comunicazioni: prima elimina le varie app, poi anche i profili. Via Instagram, basta Facebook, stop a Twitter e LinkedIn, addio TikTok e, perché no, ciao anche a Tinder. Cristina è stufa di dover sempre prendere posizione ed esprimere un’opinione su tutto. Non ne può più di commenti non richiesti e polemiche del giorno. Cosa spinge le persone alla condivisione? Perché sembrano sempre in attesa di conferme? 

“Il periodo del silenzio”: un testo liberatorio

La nostra protagonista, man mano, si ripiega su se stessa. Ed ecco che arriva il punto di rottura definitivo: decide di silenziarsi h24, non pronunciando più nemmeno una parola. All’improvviso tutto cambia. Va a vivere da sola, cambia lavoro, frequenta anche un nuovo ragazzo. Le persone intorno a lei, però, non riescono a capire il motivo di quella sua stravaganza. Perché sta sempre zitta? Lo fa per protesta? È in cerca di attenzioni?

Cristina ovviamente non ne parla e solo chi legge ha pieno accesso ai suoi pensieri. A metà tra un voto e una protesta, la sua pausa forzata dalle comunicazioni, paradossalmente, prende e comunica. Perché il silenzio dice sempre qualcosa, anche quando non vuol dire nulla. È rifugio, ma anche alibi: se nessuno mi considera è perché non parlo, se non faccio domande di cui non voglio sapere la risposta è perché non posso. È chiusura ma anche scoperta: se non penso sempre a cosa dover dire posso finalmente far caso ad altro, se non devo riempire il vuoto con frasi senza senso posso finalmente riscoprire il significato di tante parole. 

“Vorrei che le persone smettessero di parlare, che tutti facessero silenzio. Perché sono stanca di essere delusa. Ogni parola porta ad altre e altre e altre ancora, e ognuna di queste ti spezzerà il cuore, prima o poi”.

Una sad girl molto particolare

Prendendo il via da una storia vera, un episodio di mutismo legato ad un trauma che ha fatto subito presa sull’immaginazione dell’autrice, il nuovo romanzo di Francesca Manfredi è imbevuto di psicologia e intessuto di nuove sfide. A livello narrativo sembrerebbe infilarsi nel filone dei sad girl books – libri con al centro protagoniste dal vissuto drammatico -, ma, come specificato proprio dall’autrice, la sua storia nasce ben prima del noto trend.

E se nel tessuto sociale farà parlare è proprio per la sua capacità di dar spazio a un tema molto attuale. Il gesto di Cristina, così drastico e dirompente, è sicuramente unico, ma la sua storia toccherà da vicino più di qualche cuore. Vi sfido a non emozionarvi leggendo le parole della sorella Elena o un finale che è a tutti gli effetti una forma di rinascita.

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