È il racconto doloroso di una generazione di stalker che sta perdendo il tocco. Come tutti i momenti di transizione è un doloroso parto, in diretta su Uno Mattina. Il famoso programma di contenimento urinario sta vivendo infatti il travaglio di un tentativo di desovranizzazione. Il pd preme, “la lottizzazione è sbagliata, cambiamo il lottizzatore”, questo è in sintesi il messaggio culturale rivolto al paese consapevole. Da quando infatti Matteo Renzi ha messo il canone in bolletta gli italiani lo sanno: la Rai è un bondage preventivo, insegna a soffrire per inevitabili tempi peggiori. È una condizione che conosce bene l’ad Salini, impegnato in una lunga seduta di meditazione buddica ogni mattina dopo la quale apostrofa tutti i funzionari  con la formula “ecco un altro figlio di loto”. C’è da riequilibrare infatti l’organigramma.

L’ultimo documentario “Giuseppe venne da Pietralcina”, un’asciutta ricostruzione di come Padre Pio vaticinò al premier bambino la guida del paese, ha avuto la supervisione di quindici capistruttura per un solo cineoperatore. Prendendo atto della situazione l’ultimo consiglio Rai ha deciso di passare direttamente alla suddivisione in cosche. L’azienda è uno specchio del paese, al primo piano si usa ancora la carta carbone, all’ultimo c’è il 5g cinese. Questo non smuove il presidente Foa che declama ancora liriche irlandesi dalle terazze del leggendario ottavo piano. Per sicurezza una squadra di vigili del fuoco permanente è pronta a raccoglierlo nel cortile interno. Uno dei pochi tinti rimasti in piedi sembra essere Michele Mirabella, “A tutta salute” fa molto bene, specie a lui, d’altra parte si nutre di validi collaboratori, in senso non metaforico.  Ma forse qualcosa sta cambiando. Si è svelato finalmente il segreto del cavallo morente di viale Mazzini, in quella suggestiva posa seduta a bocca e natiche aperte. Aveva nelle terga un piede a terre di Bruno Vespa dal 1962. Ne è stata varata la  ristrutturazione in stile neobarocco.

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