Il seme del fico sacro è uno di quei film che ti rimane dentro per molto tempo. Dopo averlo visto ho continuato a pensarci, con apprensione; le immagini e le emozioni mi hanno accompagnata per giorni; ho provato angoscia ma anche un gran sollievo, consapevole di essere nata e vissuta in libertà. Di aver potuto sempre scegliere nella mia vita.
“Il fico sacro”, la realtà di tutti i giorni
La realtà che vivono tutti i giorni donne e uomini che vogliono vivere liberamente in un paese regolato da leggi islamiche è a dir poco aberrante. E’ inimmaginabile per noi immedesimarsi totalmente in quel clima di oppressione; non si parla in assoluto del concetto di libertà; si parla di negazione di diritti elementari come smaltare le unghie o truccarsi; uscire di casa senza mortificare la propria persona nascondendola dietro strati di veli. Vivere liberamente la propria sensualità e sessualità.
Non avere la possibilità di sentire il vento fra i capelli o fare un bagno al mare e goderedel calore del sole sulla pelle.
Chi prova a fare qualsiasi di queste cose viene arrestato, torturato, violentato, ucciso. Come è successo a Masha Zhina Amini, una studentessa iraniana nel 2022, morta per le percosse inferte dalla polizia, subite per aver rifiutato di indossare il velo.
Un velo che la voleva nascosta e sottomessa .E lei non voleva più nascondersi né essere sottomessa. Forse la sua giovinezza le ha impedito di immaginare le terribili conseguenze. Le ha impedito di avere paura. Ed è andata incontro ad una morte così assurda e violenta.
“…non mi uccise la morte ma due guardie bigotte; mi cercarono l’anima a forza di botte..E se furon due guardie a fermarmi la vita, è proprio qui sulla terra la mela proibita; e non Dio, ma qualcuno che per noi l’ha inventato ci costringe a sognare in un giardino incantato…” F. De Andrè
Il movimento “Donne vita libertà”
Il suo assassinio di stato provocò proteste in tutto il mondo e riaccese il movimento Donne vita libertà(nato in Siria anni prima). Ma tutto è stato inutile.
Dopo il 2022 il governo religioso iraniano ha esacerbato ancora di più le restrizioni: chi non indossa il velo non può guidare, non ha accesso all’istruzione, alle cure mediche, ai trasporti pubblici, ai servizi bancari. Persone annullate. Le autorità religiose considerano la lotta contro il velo obbligatorio, come “un virus”, “una depravazione sessuale”.
Sono morte centinaia di persone dopo essere state processate sommariamente. Altre sono state rese invalide dalle torture psicologiche e fisiche. Anche le loro famiglie sono minacciate di continuo e vivono nel terrore.
Le persone arrestate non sono state solo fra i manifestanti ma fra tutti coloro che erano sospettati di attivismo (solo perché avevano un pensiero diverso da quello del regime): avvocati, giornalisti, professori, scrittori, musicisti…
Perseguitati solo perché esseri pensanti
Lo stesso regista e le attrici protagoniste del film, dopo la sua uscita, sono stati costretti ad allontanarsi dal proprio paese, per evitare rappresaglie. Ora vivono in Germania.
Mohammad Rasoulof è il regista di questa bellissima opera cinematografica. Un film documento che ci immerge nella realtà delle donne di Teheran.
E’ la storia di una famiglia. Lui giudice istruttore in carriera, lei moglie devota, due figlie: una studentessa universitaria e una adolescente.
La storia è avvincente. Inizia con una immagine serena di questa famiglia, immagini intime, le donne preparano la cena tipica tutte insieme, per accogliere il padre che rientra dal lavoro. Tutto procede fino a che le tensioni sociali per la rivolta degli studenti all’oppressione religiosa non si insinuano nella famiglia. I rumori: grida, spari, vetri infranti entrano dalla finestra. Le conseguenze di questa violenza, entrano dalla porta. Le donne le toccano con mano e ne rimangono sconvolte.
Il padre rappresenta il potere e ne è attore, mentre a casa, le sue figlie e sua moglie, iniziano a non condividere più le sue idee e il suo comportamento radicale e inflessibile. Irragionevole. Il film cambia di ritmo e diventa un trhiller.
Il padre giudice diventa inquisitore nella propria famiglia, mettendo in atto veri e propri interrogatori e torture fisiche e psicologiche.
La ribellione deve essere mortificata ed eliminata. Ad ogni costo, anche della vita.
“..Come è misera la vita negli abusi di potere …” F.Battiato