Per scoprire l’Islanda con un viaggio on the road è importante scegliere un periodo in cui è insolito incorrere in condizioni climatiche estreme, frequenti nell’isola; temperature glaciali, piogge e tempeste di neve che impediscono di rispettare tabelle di marcia. Neanche periodi troppo affollati (questo paese non si addice alla moltitudine) sono da consigliare.

Scelgo fine aprile per percorrere tutto il periplo dell’isola, seguendo la statale 1, per più di 2000 km. 

Islanda, un paese stupefacente

È difficile spiegare con le parole la bellezza di questi luoghi, l’enormità degli spazio liberi, il senso di solitudine (per km e km non si incontra una casa, una macchina, nulla ).

La presenza costante del vento incessante e impetuoso, il silenzio dei ghiacciai e dei laghi gelati, il frastuono dell’acqua delle numerose e immense cascate, la bellezza del mare azzurro in contrasto col nero della terra lavica.

L’odore di zolfo, la sorpresa del geyser che incanta e richiama il prossimo fenomeno. La moltitudine di oche, cavalli, renne, cigni con le piume scompigliate dal vento forte. Il loro volo in stormi: spiegano le grandi ali, protendono il collo verso la meta: mai visti volare tanti cigni.

E poi le balene: vedere questi enormi mammiferi nuotare pacificamente, sentire il soffio del loro respiro, sentirli vicini: ho provato una grande emozione.

Chilometri e chilometri di paesaggi che fanno del viaggio, la meta.

Il viaggio dall’inizio….

Ho percorso il giro in senso antiorario, partendo dalla capitale, Reykjavík. La trovo splendida e soleggiata; è la capitale più a nord dell’Europa. In realtà è l’unica città, il resto sono deliziosi villaggi, più  o meno grandi. Reykjavík ha appena 135 mila abitanti.

Mentre mi avvicino vedo la baia : il mare è di un blu intenso e definito e spiccano in fondo le montagne ancora innevate. Un bellissimo paesaggio.  

La città sembra costruita in tempi recenti: tante case colorate e qualche nuova imponente costruzione come l’Harpa Theatre sul lungomare.

Reykjavík dal campanile della chiesa di Hallgrimskirkja

Vicino al teatro si trova anche una enorme nave stilizzata in acciaio che richiama la forma di una imbarcazione vichinga : è Solfar, la nave del sole: venne inaugurata in agosto quando in Islanda non fa mai buio, in occasione del duecentesimo anno dalla fondazione della città.

Solfar, la nave del sole

Si può passeggiare sulla Laugavegur e le altre vie dello shopping. Si può visitare il mercato delle pulci, il porto vecchio da dove partono le barche per l’avvistamento delle balene. 

Si può salire sul campanile della chiesa di Hallgrimskirkja da dove si vede tutta Reykjavík. La vista è spettacolare. C’è anche un grazioso laghetto con tanti cigni, anatre, gabbiani, dove approfitto per sedermi e riposare al sole. La città si gira a piedi in un pomeriggio. 

Continuo il viaggio in Islanda visitando il famoso Circolo d’oro, composto da tre attrazioni vicine fra loro. La prima è il parco nazionale di Thingvelli , il più importante dell’isola anche dal punto di vista storico (venne fondato qui il primo parlamento Islandese nel 930 D.C.). In questo parco, sulla spianata principale, si vede un enorme canyon di lava che segna il punto di incontro tra due placche tettoniche ( nordamericana ed euroasiatica). La fenditura più profonda è quella di Silfra dove si possono fare immersioni nell’acqua di origine unicamente glaciale e per questo limpidissima e pura. Questa spaccatura si allarga ogni anno di circa 2 cm! 

A pochi chilometri c’è Geysir dove si può vedere il geyser Strokkur soffiare generosamente con regolarità. Un fenomeno che ipnotizza!

Strokkur

Proseguendo si incontrano le imponenti cascate si Gulfoss che fanno un salto di 32 metri . Si possono vedere da più punti. Incantevoli e potenti.

Gulfoss
Gulfoss

Si prosegue per qualche chilometro e si incontrano altre cascate ( Seljanlandfoss, Skogafoss) visibili dalla strada per Vik, dove mi fermo per la notte.

In questa zona, meglio se al mattino presto, si può salire sul promontorio di Dyrholay.

Il promontorio di Dyrholay e i faraglioni

La vista della spiaggia nera di Raynisfjara dall’alto è un magnifico spettacolo.

Spiaggia nera di Raynisfjara

C’è un bel percorso dove poter camminare e respirare a pieni polmoni; si può visitare a piedi il promontorio che ospita innumerevoli uccelli marini, fra cui i graziosi puffins.

Chi si intende di mare sa che le onde seguono una regolare progressione. Se il mare è mosso, è divertente aspettare la serie di quelle più grandi per vederle infrangere sulla scogliera: è una iniezione di energia. Consiglio anche una passeggiata sulla spiaggia nera dove si vedono i faraglioni, ma attenti alle onde anomale! 

Il viaggio in Islanda prosegue, alla volta del ghiacciaio più grande dell’Islanda: il Vatnajökull.

All’inizio si segue la costa ma pian piano il paesaggio cambia e diventa irregolare; poi si inizia a salire su montagne innevate, grandissime; si vedono le pendici del ghiacciaio che arrivano fino quasi alla strada… paesaggi bellissimi. Spazi infiniti.

Le pendici del ghiacciaio Vatnajökull

Il ghiacciaio ci accompagnerà per molti chilometri ed è una presenza meravigliosa. Si arriva in un punto dove il ghiacciaio arriva al mare: la famosa Laguna glaciale di Jökulsaron e difronte la Diamont beach. Sulla spiaggia ci sono questi blocchi di ghiaccio che, illuminati dal sole, sembrano delle pietre preziose.

Dall’altro lato della strada la laguna glaciale. Paesaggio unico. Consiglio di prendersi tutto il tempo per osservare il grande spettacolo che offre questo luogo incantato.

La Laguna glaciale di Jökulsaron

Riprendo il viaggio fino ad Hofn, un bel villaggio di pescatori. Consiglio di dormire alla guesthouse Haukaberghttps, e di mangiare al ristorante Pakkhus che ospita i viaggiatori dal 1969. Una bellissima location e piatti di pesce prelibati. 

La mattina presto si riparte per seguire la statale 1 verso nord. Continua lo spettacolo della natura: mare, praterie infinite ancora innevate, e ancora cavalli renne oche… e le montagne. La strada si sviluppa lungo la costa e segue il profilo dei fiordi.

Poi si lascia la costa e si passa verso l’interno, per salire più a Nord;  la temperatura scende precipitosamente e anche le condizioni climatiche cambiano all’improvviso: sta nevicando e c’è il sole! 

Finalmente arrivo ad Husavic, un villaggio famoso perché da qui partono le imbarcazioni per l’avvistamento delle balene. Consiglio di mangiare nel ristorante Gamli Baukur costruito come lo scafo di un galeone. Particolare location e squisiti piatti di pesce.

La mattina, piena di aspettative, parto con il battello e non rimango delusa. Un grande freddo nonostante l’attrezzatura, ripagato dall’’incontro folgorante con le balene. 

Consiglio di prenotare prima questa escursione e di scegliere l’agenzia North Sailing Viatur Dura 3 ore circa. Forniscono tutto il necessario per proteggersi dal freddo. Sono molto rispettosi dell’ambiente. 

La balena

Riparto alla volta di Mývatn. La zona è vulcanica e si può visitare Heverir, la terra che fuma, una zona geotermale dove si avverte un forte odore di zolfo. Si può passeggiare facendo attenzione a seguire le passerelle: i fanghi e il vapore raggiungono anche 100 gradi!  La vista del vulcano e del lago ghiacciato ci accompagnano per molti chilometri. Incantevole. 

Lago ghiacciato e Il Vulcano sul Lago presso Myvatn

La prossima tappa è Akureyry ma non prima di aver visto le Cascate di Gofeloss, circolari, magnifiche.

Le cascate Gofeloss

Akureye è una piccola e graziosa cittadina costruita sulle rive di un fiordo. Dopo aver passato lì la notte, riparto alla volta della famosa montagna Kirkjufell. Ha una forma unica e riconoscibile, dovuta alla sua formazione a strati. La base è formata da fossili risalenti a milioni di anni fa; piano piano i sedimenti, accumulatisi nelle ere successive, ne hanno fatto la forma particolare che ha adesso, come il tetto di una grande chiesa.

La montagna Kirkjufell

Non si può salire sulla montagna per fare trekking poiché vi nidificano specie protette ma si può passeggiare intorno. Ci sono anche delle cascate che si possono visitare.

Il villaggio adiacente è piccolissimo ma c’è uno dei ristoranti più belli dell’Islanda : il Bjargarsteinn Mathus. Ha pochissimi tavoli quindi consiglio la prenotazione. La cura dei particolari è quasi maniacale: il burro servito sulla pietra lavica, il pane fatto in casa ancora caldo, la zuppa di crostacei così ricca. Una vera prelibatezza.

Il mattino si riparte alla volta della famosa Blu Lagoon. E’ uno dei centri termali più importanti al mondo e si trova nei pressi dei vulcani della penisola di Reykjanes, vicino alla città di Grindavik.

L’ultima eruzione c’è stata a marzo e l’impianto è stato chiuso per diverso tempo. Ci sono ancora tutti i segni: la lava ha ricoperto gran parte delle vie di accesso. Gli avvisi circa lo stato di emergenza che obbliga l’evacuazione immediata, fanno un po’ paura…

La Blu Lagoon è stata creata artificialmente nel 1976 sui resti di una eruzione avvenuta 800 anni prima. La bellezza e il benessere che si prova stando in queste acque rapisce anche coloro che non amano le terme. restare immersi nel vapore e nell’acqua calda mentre fuori fa freddo e piove. La temperaatura è costantemente fra i 37 e i 40  gradi e arriva dalle viscere della terra. La grande vasca contiene 9 milioni di litri di acqua ricca di minerali come il silice che gli danno una colorazione celeste. Il ricambio completo avviene ogni 48 ore ma la presenza di questi minerali rende l’acqua pura, nonostante l’enorme afflusso di visitatori. L’organizzazione è perfetta: bisogna avere solo il costume, al resto pensano loro. La prenotazione è obbligatoria.

L’esterno della Blu Lagoon coperto di lava

Qualche utile informazione prima di partire

In Islanda ci sono severi limiti di velocità; le strade stesse non consentono di andare a più di 70/90 km h; le distanze pesano nell’organizzazione di un itinerario; è necessario munirsi di un’auto con un cospicuo serbatoio (vista l’esiguità dei distributori) e trazione 4×4 ( solo metà delle strade sono asfaltate) .

Le strade per la maggior parte sono ad una corsia di marcia, con frequenti interruzioni che consentono il passaggio di una macchina alla volta, in corrispondenza dei numerosi ponti che passano su fiumi e ruscelli.

Consiglio di seguire rigorosamente la strada statale 1 e solo qualche altra che porta direttamente a  località note. Ho provato 2 volte (una non mi era bastata, ahimè!) a cambiare per accorciare il percorso di qualche prezioso chilometro, ma mi sono imbattuta in una strada sterrata nel pieno di una tempesta di neve, condizione che mi ha costretta a ritornare sui miei passi.

È inimmaginabile come le condizioni climatiche siano improvvisamente avverse in Islanda, specie all’interno.  

L’auto è l’unico mezzo per poterla girare. Non esiste nessuna rete ferroviaria.

Attenzione ai parcheggi in prossimità delle attrazioni: sono tutti a pagamento (ci sono delle telecamere che registrano l’ingresso e l’uscita). Altro consiglio: se si passa per il tunnel a nord prima di Akureyry, evitando di percorrere tutto il fiordo, è necessario pagare il pedaggio nelle 24 ore precedenti per evitare una multa salatissima.

In Islanda la vita è abbastanza cara.  Mangiare e dormire costa molto (due portate in una ristorante medio possono costare anche 80 euro, specie nelle città) . Per dormire si può optare per le numerose guesthouse (spesso con bagno condiviso), dove è possibile usare la cucina. I supermercati hanno prezzi più accessibili. La moneta è la corona islandese ma non è necessario cambiare in moneta locale perché ovunque sono accettate le carte di credito (anche nei bagni pubblici). 

Gli islandesi sono molto ospitali e generosi e sempre disponibili per aiutare in ogni difficoltà.

Amano e rispettano il loro meraviglioso paese.

Condividi: