Siamo degli esseri umani che vivono nell’era dei social media e ogni termine che diventerà di uso comune passerà dal web e dalle varie piattaforme social, ma anche e soprattutto per gli adolescenti delle serie tv che Netflix può passare in qualsiasi parte del globo. Abbiamo perso il concetto di amicizia, che i grandi pensatori fino nell’età classica ci avevano proposto, a discapito di un pensiero e sentimento per dare spazio alla dimensione social: tutto è veloce, forse preincartato come dell’insalata in un sacchetto di plastica da condire, che prende le sembianze di un contatto che può diventare un algoritmo con cui interagire.

L’algoritmo come mezzo di comunicazione nella pandemia da Covid

Durante la pandemia da Covid, questo algoritmo è diventato molto importante perché rappresentava un mezzo di comunicazione, che attraverso reti invisibili ci permetteva di mantere i contatti con le persone della nostra vita reale che non potevamo vedere, ma anche di quegli amici, followers presenti sui social.

Tutto era come fittizio e anche le sensazioni, le emozioni : venivano enfatizzate come accade quando ci troviamo in una dimensione di chiusura, anche se mai come nel periodo della pandemia, abbiamo pensato all’importanza di trovarci in un locale con degli amici sorseggiando una bibita colorata in un bicchiere trasparente.

I contatti social, le video chiamate, i rapporti di amicizia

Ogni contatto social o di video chiamate, call non potevano ricreare la leggerezza della casualità, escludendo tutte le attività che legano i rapporti di amicizia. Ma come in ogni situazione della vita esistono anche diversi livelli di amicizia che ogni essere umano definisce nella propria vita: conoscenze,persone che non ci capita di vedere molto spesso o quelli più vicini a noi e, questi legami, potrebbero essere inseriti nella cerchia stretta e allora chi inseriamo nella cerchia allargata?

Siamo persone che viviamo in un universo che se da una parte ricerca una dimensione solitaria per parlare con il nostro Io, dall’altra oltre ai legami di cui parlavamo prima, sentiamo il bisogno di avere dei contatti di contorno, periferici che ci collegano con tutto quello che è l’esterno per non sprofondare in un universo solitario.

Evitare di stare in una rete chiusa di conoscenze virtuali, dove siamo portati scegliendo i nostri contatti di creare contatti con persone simili a noi. L’importanza della diversità è un punto di forza dei rapporti che sviluppiamo nel quotidiano con una presenza fisica.

Tutto accade molto velocemente senza fare distinzioni tra le varie amicizie, ma esiste una sfera molto particolare che riguarda l’amicizia tra donne: passa dal filtro della complicità quando avviene in età adulta, dove si cerca l’esclusività ma solo un libero scambio di esperienze per arrivare a un confronto per analizzare le confidenze della vita presente.

Vi propongo La mia vita nella tua di Jojo Moyes: scrittrice e giornalista inglese appassionata del genere romance affrontando la letteratura al femminile che con incredibile sensibilità parla di un’amicizia tra donne analizzando le loro vite come solo delle commedie con un romanticismo di fondo sono in grado di proporci.

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