Abituati come siamo a vederle rappresentate con aureola e sguardo in perenne estasi, le sante della Chiesa Cattolica sembrano essere state spogliate per sempre della loro umanità. Eppure molte di loro sono state ragazze speciali, di certo diverse nel loro modo di agire e – si sarebbe detto oggi – nell’autodeterminarsi.

Le vite e le voci delle donne che popolano i Cieli si prestano ad essere riscritte, a cavallo tra la leggenda e la storia, che le ha viste muoversi davvero nei secoli scorsi tra catacombe, castelli e reami, famiglie nobili, roghi e sangue (il loro) versato a fiumi.

Lo ha fatto l’artista catanese Ljubiza Mezzatesta, architetta ed esperta in arti visive, che nell’albo illustrato Sante ragazze (Lunaria) ha restituito a dodici giovanissime donne proclamate sante dalla Chiesa cattolica, una passionale umanità e una spiritualità senza tempo, tradotta con i colori e i tratti del pop: un fucsia e un prugna dominanti mescolati a dettagli preziosi che ricordano un po’ gli antichi breviari.

Identikit celestiali 

Chi sono queste donne di Mezzatesta che si rivolgono al lettore in prima persona in un velame d’arte, parlando un linguaggio contemporaneo? 

 Anna, la madre di Maria Vergine, Maria Maddalena l’apostola, Agata e Lucia le martiri patrone siciliane, private una dei seni e l’altra degli occhi, Margherita di Antiochia, la cui storia di vergine venne divulgata da un bestseller medievale,  la strepitosa Ildegarda di Bingen, studiosa e scrittrice, la palermitana Rosalia, eremita di altissimo lignaggio, eletta patrona dal suo popolo. E ancora, le più popolari Chiara d’Assisi, appassionata visionaria amica-sorella di Francesco, la saggia Caterina da Siena, Giovanna d’Arco, la guerriera vestita da ragazzo, Rita da Cascia, vedova e penitente solitaria, e Teresa d’Avila, mistica e fondatrice di monasteri.

Le voci delle dodici sante ragazze raccontano le proprie vite ma anche i giorni che seguirono alla loro scomparsa dal mondo terreno. L’autrice parla di “collezione agiografica in rosa”, perché, scrive nell’ introduzione,

l’intera storia cristiana è permeata da una forte ed eterogenea presenza femminile, se ne può trovare facilmente traccia nei Breviari, nelle liturgie e nelle preghiere popolari. Ma, oggi, mi chiedo quanto ne sappiamo della vita, della storia e dei miracoli delle donne paradisiache?

La copertina di “Sante ragazze” (Lunaria)

Cosa dicono le Sante Ragazze 

Parla Anna, per esempio. Lei sa di essere la madre che ha generato la Madre di tutti, ma è ben consapevole dell’importanza della sua immagine nei secoli.

“Anche i pittori mi hanno tenuta molto in considerazione: oltre il Terziario Francescano Giotto, mi han ritratta Masaccio, Leonardo, Tiepolo, Dürer e Caravaggio. Un omaggio reso con diversi temi iconografici. Raramente sono raffigurata da sola, quasi sempre mi trovo in compagnia di mia figlia in atteggiamento affettuoso: alla sua nascita e presentazione al tempio o mentre le insegno a leggere la Bibbia e a meditare sui nostri antenati. Un tema utilizzato nel passato è quello chiamato della Metterza, un modo di dire che proviene dal dialetto toscano del 1200, in cui vengo rappresentata insieme a lei e a Gesù Bambino”. 

Oppure è interessante ascoltare Agata, la santa vulcanica come la sua città, Catania. Forse non è un caso se la Cattedrale del Duomo a lei intitolata sfoggia un acronimo che è pure un avvertimento in latino:

N. O. P. A. Q. U. I. E. 

Non offendere il paese di Agata, perché è vendicatrice di ogni ingiustizia.

Agata non rinuncia a Cristo e disdegna le attenzioni di un potente; nella sua versione pop dice: 

“Io no, mi rifiutai categoricamente di rinnegare la mia fede anche solo falsificando il libello: non volevo mostrare devozione a quei pupazzi di pietra nemmeno nell’apparenza. Il mio credo lo testimoniavo in pubblico indossando con fierezza il flammeum, il velo simbolo delle vergini consacrate a Dio. 

La mia coerenza, ma soprattutto la mia bellezza e le mie ricchezze, attrassero l’attenzione del proconsole Quinziano che mi desiderava per potersi imparentare con la mia famiglia e ottenere prestigio per la sua scalata al potere”.

S.Agata Pop
S. Agata vista da Ljubiza Mezzatesta

“Gridate con centomila lingue”

Sante ragazze è più un manufatto d’arte che un libro, creato con fede sincera da Ljubiza Mezzatesta, ma forse è un testo persino più prezioso per i lettori non credenti. Il perché lo spiega Santa Caterina che scriveva ad un prelato anonimo,

“avete taciuto abbastanza. É ora di finirla di stare zitti! Gridate con centomila lingue. Io vedo che a forza di silenzio il mondo è marcito”. 

Ecco, è la lingua che racconta il coraggio delle donne a renderla sempre degna di essere usata, di essere scritta e riscritta. Non importa se viene direttamente dal Paradiso o da un qualunque angolo del nostro povero pianeta.

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