Lasciarsi travolgere dal movimento e dal colore è talvolta necessario, soprattutto in tempi così cupi. L’espressionismo astratto caratterizzato dall’allontanamento dalla rappresentazione figurativa a vantaggio del movimento, dell’espressione e, soprattutto, della grande potenza del colore, conosce il suo apogeo attraverso una pluralità di stili ed interpretazioni nella c.d. Scuola di New York, la corrente artistica nata intorno agli anni ’50 grazie al talento dei suoi appartenenti (tra cui: Mark Rothko, Jakson PollockWillem De Kooning).

L’espressionismo astratto statunitense ha avuto anche numerose protagoniste femminili (Joan Mitchell, Lee Krasner, Helen Frankenthaler per citare i nomi più importanti) che solo negli ultimi anni hanno catalizzato un maggior interesse e visto crescere il loro valore di mercato, in coerenza con una generale riscoperta dell’arte al femminile, fenomeno di cui abbiamo già parlato.

Sul solco tracciato da queste figure e, diversamente dal passato, oggi assistiamo ad una maggiore rappresentanza di artiste negli spazi espositivi dedicati al contemporaneo.

Sabine Moritz, nata nel 1969 a Quedlinburg, una cittadina della Germania Est, emigra presto con la famiglia verso l’ovest. Allieva e poi moglie del grande artista Gerhard Richter, frequenta l’Accademia di Belle Arti di Düsseldorf.

Dal 2015 Moritz lavora con uno stile sempre più astratto, producendo dipinti e disegni improvvisati che definisce paesaggi psicologici.

“In queste opere l’artista affronta i temi ricorrenti del ricordo e della storia in modo consapevolmente ambiguo, ispirandosi ai processi percettivi. Ricercando l’esperienza sensoriale primordiale, l’artista evita gli schizzi preliminari, ponendo lo spettatore di fronte a un dialogo tra colore e gesto”.


August è la sua prima mostra in Italia e la prima alla galleria Gagosian di Roma, spazio perfetto per accogliere un corpus di 34 opere (tra disegni e dipinti) e tele di grandi dimensioni.

Nei dipinti esposti a Roma, infatti, ve ne sono quattro tra i più grandi realizzati dall’artista finora, della serie Ferragosto.

L’espressionismo astratto, la tecnica

Lo stile pittorico è irruento, ritmico, caratterizzato da contrasti cromatici tra pennellate fitte e stratificate, applicate spesso con un impasto denso, alternato a strati più sottili.

L’artista utilizza la pittura con energia, ispirandosi alle Metamorfosi di Ovidio e alludendo all’interpretazione di Tiziano dell’incontro tra Artemide e Atteone per affrontare i temi della fragilità umana, della sensualità e della forza, evocando un senso di nostalgia per un idillio perduto.

La trama astratta di Actaeon’s End (2023) fa emergere delle figure evocative della tragica fine di Atteone che, scoperta la dea Diana nuda, viene trasformato in cervo e sbranato dai suoi stessi cani. 

Penso sempre al tempo. Nel mio studio cerco di fermarlo”.
(Sabine Moritz)

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